di Enrico Sozzetti
La registrazione di un marchio industriale è normale. Lo è decisamente meno quella di una ricetta. Non che non accada (alcuni ristoranti, in particolare quelli stellati, lo stanno facendo), però il fenomeno resta ancora relativamente circoscritto. E così, quando avviene, quell’attestato del Ministero dello Sviluppo economico assume un valore che va oltre la tutela del piatto e diventa il suggello dell’inventiva e della creatività che sono gli elementi distintivi della cucina italiana. La storia del marchio che raccontiamo è racchiusa in due lettere: PP. Ovvero, Speciale P.iero P.arisio. Un dolce nato ad Acqui Terme e diventato leggendario. Semplice, niente di elaborato, dove il segreto, oggi tutelato dal marchio, è nelle giuste dosi oltre che in ingredienti di qualità. L’idea di Piero Parisio, nato il 14 novembre 1928 e mancato nel 2015, sboccia negli anni Settanta del secolo scorso. E non poteva essere diversamente a chi appartiene a una famiglia di ristoratori e ha deciso di proseguire nel solco della tradizione (come farà poi il figlio Maurizio).
Ma cosa è lo ‘Speciale P.P.’? È un dolce a base di zabaione, gelato alla vaniglia e cioccolato fuso. Ma è anche storia e tradizione, quella di una famiglia che alla ristorazione ha anteposto tutto e che ha contribuito a fare diventare il suo nome, insieme al dolce, degli autentici simboli identificativi di Acqui Terme. È nella città termale, in provincia di Alessandria, che Carlo Parisio fonda, nel 1933, il primo ristorante che si affacciava sulla piazza della stazione ferroviaria.
Piero Parisio vi entra negli anni Cinquanta dove continua a lavorare fino al 1985, quando, nel mese di maggio, inaugura il nuovo ristorante ‘Al Molino’, aperto sulla circonvallazione. Dopo cinque anni arriva la svolta successiva e nel febbraio del 1991 apre nel centro di Acqui, in via Cesare Battisti, con il nome “Parisio 1933”. All’interno di quei locali passa la storia della ristorazione, diventando il punto di riferimento per moltissimi clienti che arrivano da fuori e uno dei simboli forti del territorio.
La decisione di registrare il marchio l’ha presa Maurizio Parisio. «È un regalo che mi ha fatto mio papà». Lo dice mentre sfoglia un quaderno a quadretti, un po’ sgualcito. I gesti sono attenti. Sfiora le pagine dove spiccano parole dalla calligrafia elegante e scritte con la stilografica. I segreti di papà Piero sono tutti lì. Compreso lo “Speciale P.P.”. Quello che ora è tutelato dal marchio registrato. L’unica concessione è di fotografare il titolo e la prima riga del testo. Il resto è un segreto. Conservato in ottime mani.