Castellano (Fratelli d’Italia): “Mi sento la pecora nera della maggioranza di Palazzo Rosso: vorrei maggior concretezza”

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di Ettore Grassano

 

 

“Scusate non mi lego a questa schiera/morrò pecora nera”, cantava quasi cinquant’anni fa il ‘Maestrone’ Francesco Guccini, storico cantautore della sinistra anni Settanta.
Nell’epoca assolutamente ‘post-ideologica’ in cui viviamo, è il consigliere comunale ‘più a destra’ (definizione sua) di tutta la maggioranza di Palazzo Rosso a dire: “sono la pecora nera dello schieramento pro Cuttica, e mi va bene così: talora dissento, perché mi piace sempre pensare con la mia testa, e portare avanti i valori per i quali gli alessandrini mi hanno votato”.

Piero Castellano, capogruppo di Fratelli d’Italia in comune ad Alessandria, è un giovane laureato in Scienze Politiche (“con una tesi sulla decrescita felice, riletta da destra: in pratica l’autarchia!”), che alla politica è arrivato a vent’anni (‘nelle circoscrizioni prima che fossero abolite’), e che in consiglio comunale è entrato nel 2017. Come vede, il ‘meloniano’ Castellano, la prima metà del percorso della giunta Cuttica? Il bicchiere è pieno o quasi pieno, o si poteva fare di meglio? Ed è vero che i suoi rapporti personali con l’assessore Cherima Fteita, unica rappresentante di Fratelli d’Italia in giunta, sono ormai pressochè inesistenti? Cosa farebbe, qui e ora, Piero Castellano per rilanciare Alessandria, che ancora non sia stato fatto?

Ma poi cosa succede fra Tanaro e Bormida? [Centosessantacaratteri] CorriereAl

 

Presidente Castellano, partiamo dalla sua tesi di laurea: la decrescita felice non è roba grillina, o quanto meno ‘de sinistra’? Che le è venuto in mente?
(sorride, ndr) Ero molto giovane….scherzi a parte, no, la decrescita felice, intesa come critica forte al capitalismo, non è materia solo di sinistra, e men che meno esclusiva grillina. Si figuri che nella tesi, tra gli altri, cito anche Franco Freda….

Un cattivo maestro, Castellano, e una scelta certamente anticonformista. La tesi peraltro l’ha discussa con il professor Giorgio Barberis: un marxista dichiarato, altro che Freda…
Giorgio Barberis, che ha frequentato anche Palazzo Rosso sia come consigliere comunale che come assessore, è una persona che stimo moltissimo, e con cui mi piace confrontarmi. Da posizioni molto diverse, condividiamo certamente un approccio critico verso il capitalismo selvaggio….

Ma oggi, a distanza di alcuni anni, crede ancora che la decrescita possa essere felice?
In teoria, sì. Se guardo al caso Italia, direi che la decrescita dell’ultimo decennio è quanto di più infelice ci potessimo immaginare. E temo non sia finita qui. Per me però decrescita significa rifiuto della standardizzazione dei mercati. Vuol dire chilometro zero, rivalutazione della qualità di casa nostra. Si figuri: sono nipote di contadini tortonesi, e orgoglioso di esserlo. Il vino, i formaggi, le pesche delle nostre colline.

Anche questo è abbastanza ‘grillino’ però, o magari solo figlio dei tempi. Parliamo di Palazzo Rosso: se lo aspettava così, il ruolo di consigliere comunale?
Devo essere sincero, vero? No, pensavo che si potesse decidere qualcosa di più, francamente. Tra un alleato di maggioranza (la Lega, ndr) che sta brillando per ‘cerchiobottismo’ e prudenza, e una burocrazia onnipresente, il consiglio comunale mi pare davvero un po’ ‘imbalsamato’, oramai. Io sono una ‘pecora nera’, lo so bene: anzi, ora che ho ‘preso le misure’ e imparato alcuni meccanismi, credo che nei prossimi due anni e mezzo lo sarò anche di più….

 

Capitolo alleati: lei pare andare più d’accordo con Barosini, e con Locci, che non con la Lega, in effetti…
(sorride, ndr) La Lega alessandrina per i miei gusti è troppo di sinistra, non lo nego. Probabilmente a Verona, per fare un esempio, troverei maggior terreno di convergenza. Non per niente mi sono battuto con fermezza sul fronte della mozione pro vita, con Locci appunto, e contro il gay pride, invece patrocinato dal Comune: io non lo avrei fatto. E vogliamo parlare dello spoil system dell’apparato? Chi l’ha visto? Anche qui, pieno appoggio a Gianni Barosini: che tra l’altro ha l’incombenza di gestire i Lavori Pubblici con casse semivuote, e dirigenti che…lasciamo perdere!

Bicchiere mezzo vuoto quindi Castellano, in questa prima metà di mandato? Si aspettava di più?
(riflette, ndr) Diciamo che abbiamo realizzato il 60% di quanto mi sarei aspettato. In parte certamente a causa del contesto: crisi generale, casse vuote, ecc. Ma non possiamo neanche continuare a raccontarci che è sempre colpa di qualcun altro, o di quelli prima. C’è ancora tempo per cambiare passo però…

Lei cosa farebbe, concretamente?
Non dobbiamo fare i fenomeni, ma ascoltare gli alessandrini: che non sono contenti, non prendiamoci in giro. Io vorrei una città pulita, strade in ordine, sicurezza vera per le persone perbene, che sono la stragrande maggioranza. Poi sento qualche assessore che parla di eventi come se Alessandria fosse Montecarlo, e allora mi scappa da ridere…sì, gli eventi vanno bene: ma prima puliamo la città per favore, rendiamola accogliente!

 

Cherima Fteita: “L’innovazione è la chiave per cambiare il volto di Palazzo Rosso, e di Alessandria. Stiamo lavorando...” CorriereAl 1

Che fa Castellano, polemizza con Cherima Fteita? L’assessore di Fratelli d’Italia, nella sua recente intervista con CorriereAl, dice di chiedere a lei se ci sono problemi: ma fra voi vi parlate?
(sorride, ndr) Quando serve ci parliamo, certamente. Ma non nego che dall’assessore di Fratelli d’Italia mi aspetterei maggior intransigenza, e concretezza. Comunque è questione di cui devono occuparsi il segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Federico Riboldi, e il sindaco Cuttica. Per quanto mi riguarda, cercherò di metterci il massimo impegno, da qui al 2022.

E poi? Medita di ricandidarsi?
Eh certo, devo pur difendere la posizione! Scherzo, queste sono valutazioni che faremo in sede di partito. A me però scaldare la sedia non piace: vorrei che questi cinque anni coincidessero con significativi passi in avanti per la nostra città. Invece sa che ogni volta che torno da Barcellona, dove vive la mia fidanzata, ed esco dal casello autostradale, entrando ad Alessandria, mi si stringe il cuore? Tanti, troppi alessandrini della mia età dopo la laurea fuggono altrove, spesso all’estero: ma come si fa a dar loro torto, se qui mancano completamente le opportunità?

E’ il caso anche della sua fidanzata?
No, lei è italo argentina, altra storia. Ma lo scriva che io sono per lo ius sanguinis, mentre ius soli e ius culturae sono concetti che mi fanno rabbrividire: difendiamo la nostra cultura e la nostra identità, o finiremo davvero male.