Folla al Fashion Festival dell’Outlet di Serravalle Scrivia: analisi di un fenomeno economico e di costume [Piemonte Economy]

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di Cristina Bargero

 

 

Il viaggiatore ignaro che domenica scorsa si è trovato a percorrere la A7 in direzione Milano e in direzione Genova già a partire dalle prime ore del mattino si è imbattuto in code e rallentamenti all’altezza dell’uscita di Serravalle Scrivia.

Non essendo stagione di vacanze né di week-end mordi e fuggi, l’automobilista si sarà interrogato sui motivi di quell’andirivieni di macchine e pullman in una uggiosa domenica di ottobre, una di quelle dove normalmente si resta a casa a godersi il riposo, dividendosi tra il divano, un buon libro e un tè caldo.

Qualche ora più tardi anche le strade provinciali limitrofe si sono via via intasate.

La destinazione comune di quella marea di automobilisti provenienti dai comuni limitrofi e anche da molte zone del Nord-Ovest era il Serravalle Designer Outlet (di cui in questo blog abbiamo già scritto), che ha ospitato il Fashion Festival, ossia una giornata in cui i capi delle griffe più prestigiose diventavano accessibili a prezzi scontatissimi.

I più mattinieri alle 9 avevano già varcato l’ingresso del grande tempio laico della moda e mappa (o smartphone per i più tecnologici) e depliant alla mano si muovevano come esperti di logistica militare, mettendosi pazientemente in coda (senza protestare come invece accade alle Poste), dividendosi per poi ricongiungersi per non lasciarsi sfuggire le migliori occasioni.

C’era chi si era portato dietro il trolley, chi dopo mezz’ora usciva con 10 pezzi per capo (che se ne saranno mai fatti?) tra le occhiatacce di chi era rimasto a bocca asciutta, chi rinunciava, chi socializzava mentre aspettava il proprio turno per entrare in un negozio o per pagare e mostrava soddisfatto il bottino di quanto comprato appena prima, dispensando consigli per gli acquisti.

Chi si era attardato godendosi qualche ora di sonno ha dovuto affrontare una folla degna dei concerti di Vasco Rossi, e pur avendo perso le offerte migliori si è accontentato dei ribassi sempre convenienti che tutti i negozi per un effetto spillover proponevano.

A fine giornata sia i dipendenti delle attività commerciali che non avevano avuto un minuto di respiro, sia gli acquirenti che placata la furia consumistica avevano ripreso la via di casa erano accomunati da un senso di stravolgimento.

Oltre che un fenomeno di costume dedicato agli shopping addicted, il Fashion Festival è una riuscita operazione commerciale che ricalca il Black Friday. L’origine di quest’ultimo deriverebbe dalle annotazioni sui libri contabili dei commercianti che passavano dal colore rosso (perdite) al colore nero (guadagni), per cui il “ Venerdì nero” sarebbe un giorno di guadagni per le attività commerciali, data dalla quale inizierebbe il periodo in grado di portare in attivo i loro conti.

Come tutte le strategie di marketing certo può generare consumi indotti, ma ha un impatto economico considerevole in termini diretti e indiretti, soprattutto a livello occupazionale. E poi per un giorno anche l’alta moda diventa democratica, essendo accessibile a tutte le tasche.

Ma sì, lo confesso: domenica mattina in coda all’Outlet di Serravalle c’ero anch’io!