Sotto ricatto [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Da alcuni giorni il premier turco Erdogan ha invaso con truppe e milizie la Siria.

Naturalmente lo fa per combattere il terrorismo quindi con tutte le buone intenzioni, per un mondo migliore.

Dall’Europa e dall’ONU ancora nessuna posizione comune e ufficiale. A frenare qualsiasi provvedimento pare essere il ricatto di Erdogan il quale in caso di critiche al suo operato sguinzaglierebbe milioni di profughi nel Vecchio Continente.

Sono passati solamente tre quattro anni allorquando si discuteva di poter far entrare la Turchia in Europa; oggi si ha a che fare con uno Stato – la Turchia – indegno della modernità, vicino ad un concetto colonialista e ottocentesco della geografia politica e dunque incompatibile con le prospettive di unità e collaborazione.

Ciò che però sorprende non è tanto il ricatto della falce di luna – che rischia di far impallidire Trump, Bolsonaro e Kim Jong-un – quanto la remissione delle autorità nostrane incapaci di lanciare un segnale deciso.

Diciamo la verità, la parola guerra non fa più paura.

Sui libri di scuola si studia a malapena la Seconda Guerra Mondiale, la generazione che ha vissuto da adulta quegli anni è ormai quasi estinta, non possiamo avere la pretesa di farci spaventare da qualcosa che ci è narrata dal cinematografo.

Ad amplificare questa distanza temporale c’è la distanza geografica: la Siria è in Asia, due ore di fuso orario e oltre duemila chilometri in linea d’aria da Roma. Come possiamo preoccuparci di una terra così lontana, noi col naso a pochi centimetri dallo smartphone, viaggiatori di app fondamentali che ci aiutano a perdere peso, a sapere se domani pioverà, a combattere mostri e cacciare alieni, a visualizzare gli ultimi scatti delle ferragni di turno?

Decimare la popolazione terrestre è l’obiettivo dei prossimi trent’anni. Mancano le risorse, occorre razionalizzare gli spazi, è necessario ridistribuire la ricchezza e il potere. Lo richiede la politica ambientalista globale che trarrà giovamento dagli accadimenti presenti e futuri.

Vivere sotto ricatto, è ciò che dobbiamo imparare se vogliamo vivere o perlomeno sopravvivere.