Alessandria, 1893: inizia la realizzazione di Piazza Garibaldi [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

 

Era il 19 gennaio 1952 quando Piero Angiolini scrisse l’articolo (che riportiamo in grassetto) nel quale racconta la nascita della piazza Garibaldi e della sua realizzazione, laddove non esisteva altro che terra battuta e sterpaglie, oltre al canale Carlo Alberto che lo attraversava arrivando da Porta Savona.
Da quì l’intitolazione iniziale di piazza Savona, ora piazza Garibaldi.
Una stampa dell’epoca Napoleonica (foto di Tony Frisina), ritrae appunto un bivacco di truppe francesi sull’area della primitiva piazza Savona. La scritta spiega, in francese, che quello illustrato è un accampamento di soldati francesi in Piazza Savona ad Alessandria.
L’altra immagine di quel che era piazza Savona invece, la troviamo in una foto un pò più recente della stessa piazza, in cui si vede a destra uno scorcio dell’area dove appunto sorgerà l’attuale piazza Garibaldi, a sinistra invece il futuro corso Crimea e, al centro della foto, quello che sarà poi l’odierno Corso Roma. Le piante collocate a sinistra della foto rappreesentano l’avanguardia di quelle che poi faranno parte dei futuri giardini comunali.
Però non si può parlare di piazza Garibaldi ignorando la fabbrica Borsalino situata ad un tiro di schioppo di quella che fu la fabbrica più importante per l’economia della nostra città e di conseguenza delle “Borsaline”, ossia la stragrande maggioranza delle operaie impiegate.
Già, le Borsaline! Ricordi di un tempo felice per la nostra città, quando la fabbrica di cappelli dava lavoro ad una miriade di alessandrini e la sirena della fabbrica chiamava a raccolta le “Borsaline”. Pochi anni dopo e precisamente nel 1917 nei giardini di fronte alla piazza Garibaldi sorgeva il nuovo Teatro, il Kursaal Virginia Marini.
Leggendo l’articolo di Angiolini non possiamo evitare di considerare quanto fu imponente lo sforzo economico dell’Amministrazione comunale di fine ottocento e primi novecento. Pensate per un attimo di riportare indietro le lancette dell’orologio al 1893, quando i picconi (non esistevano le ruspe, e…nemmeno Salvini) abbattevano un vecchio capannone napoleonico per iniziare la realizzazione dell’attuale piazza Garibaldi e, allo stesso tempo, facendo in modo di incanalare diversamente le acque del canale Carlo Alberto che lo attraversavano!
Sempre a fine ‘800 una delibera municipale decideva di spianare la vecchia circonvallazione e trasferire li il canale Carlo Alberto. Insomma, si trattò di modificare radicalmente una parte consistente della viabilità cittadina e fu certamente uno sforzo economico di rilievo soprattutto se corrisponde al vero che lo scopo fu quello di “dare lavoro ai poveri”.
Difficile oggi immaginare come fu possibile convincere la parte più benestante della città a realizzare sulla piazza Garibaldi le loro dimore. Eppure, a partire dal 1890, in soli cinque anni, dopo la sua progettazione (piano regolatore del 1888), tutto il lato della nascente piazza da corso Crimea sino a corso 100 cannoni venne ultimato.
Solo nel 1908, con la cessione al Comune dei beni demaniali riguardanti l’ormai inutile cinta fortilizia, fu possibile completare la nostra bella piazza Garibaldi.
Questo consentì anche a G. B. Borsalino di acquistare una parte dei portici, manco a dirlo, quella con l’orologio recentemente restaurato in quanto ora è di proprietà del Comune che ne cura la manutenzione.
A questo proposito l’intervento del Comune non si è limitato alla semplice manutenzione, infatti, ci spiega l’assessore Giovanni Barosini, la ditta incaricata ha dovuto sostituire tutto il vecchio movimento meccanico, compreso il quadrante, con un’altro movimento elettrico decisamente più moderno e…meno soggetto a guasti.
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Piazza Garibaldi
Chi, forestiero, arriva per la prima volta nella nostra città dalla stazione, attraversati i giardini, oggi appena rinati dopo i ripetuti bombardamenti, nove volte su dieci si ferma ad ammirare la nostra bella p.za Garibaldi. Poi sarà preso dalla bellezza delle vetrine di via Roma, che nulla hanno da invidiare ai negozi delle grandi città, e se giunge sino alla piazza Libertà non mancherà di alzare gli occhi al famoso Lunario dell’orologio municipale da poco restaurato. Nel ripartire immancabilmente riguarderà i nostri grandiosi portici e ne conserverà certo un buon ricordo.
Quando e come è nata la bella piazza Garibaldi, che molte città ci invidiano? Il progetto fa parte del piano regolatore del 1888, dovuto al nostro concittadino Lodovico Straneo, ingegnere capo del Comune dal 1883 al 1906. Molti ricorderanno ancora l’antica Porta Savona (già Genovese) col suo capannone napoleonico distrutto nel 1893, per dar posto alla nuova piazza: ben pochi saranno invece gli alessandrini che ricordano la vecchia circonvallazione della Cararola (ora.corso 100 Cannoni) tutta prati e rovi, accompagnata a lato dal canale Carlo Alberto, che col suo alto viale di platani attraversava allora nel bel mezzo la futura piazza Garibaldi.
Tuttavia una parte di questo vialone, e precisamente il tratto verso la “ghiacciaia”, era ancora in piedi circa cinquanta anni fa e molti nostri anziani, particolarmente quelli che abitavano al Cristo, ricorderanno sotto il viale una vecchietta, la “pichinota”, una povera fruttivendola che teneva ancora il mastello dei “pum mujà” e dei “lupini bagnati”.
Il Comune (sindaco Moro), accogliendo in anticipo il piano Straneo “per dare lavoro ai poveri” (così dice la deliberazione che il 10 gennaio 1887 ordinava lo spianamento della vecchia circonvallazione per dare posto a due nuove caserme,Valfrè e Carabinieri: disponeva altresì il trasporto verso i bastioni (corso Borsalino) e l’abbassamento del canale con salto verso la ferrovia, là dove oggi sono i bagni municipali.
Fu appunto questo primo allontanamento del canale – il secondo è troppo recente per parlarne – che diede origne alla nostra piazza. Va però detto che in quel tempo vi era già una piazzetta Garibaldi al fondo di via Roma, che comprendeva la via Caniggia e il largo Marconi; una piazzetta che per la vicinanza Porta, era dal popolo chiamata Savona, titolo che poi rimase a lungo anche alla vera piazza Garibaldi. Le costruzioni si iniziarono verso il 1890: fu primo il palazzo Taverna al fondo di via Roma, esempio tosto seguito dai signori Zurletti e Testa, che nel complesso quasi occuparono la piazzetta di cui sopra si è detto. Nel 1895 era ultimato tutto il lato sino al corso 100 Cannoni,con i portici Ravazzi, Piccone e, in angolo, Ratti.
Poi venne il palazzo G. B. Borsalino col suo orologio tutt’ora esistente: intanto la piazza, ancorché non del tutto compiuta, divenne la sede annuale dei baraccone della Fiera di San Giorgio e, durante la vendemmia, del mercato delle uve. Sparite poi le vecchie piante ancora rimaste continuarono, nei primi del 1900, le altre costruzioni dei portici; intorno e dopo quello di Borsalino i palazzi hanno nome Vitale (all’angolo di via Mondovì e, sull’ultimo lato, Carnevale, Gho, Piccone, ancora Bonzi, Guassardi e Lavagetto: fanno da sfondo i giardini.
In breve la piazza divenne un centro importante: due caffè, il Vittoria (oggi rinato) e la Meridiana, attirano gli avventori con scelte orchestrine: un ristorante, il Parigi del signor Guassardi, divenne rinomato per la sua cucina; Maino espose i suoi cicli da corsa e, ad ogni vittoria, la macchina del vincitore! L’uscita delle “borsaline” dalla vicina fabbrica, riuniva gli ammiratori e per un ventennio e più la piazza fu il ritrovo più frequentato della città. Nel 1908, dopo lunghe trattative condotte dai sindaci Sacco, Franzini e Pistoia, si giunse alla cessione dei terreni demaniali della cinta fortilizia che da secoli soffocava la città; col sorgere del rione Pista, e più tardi con l’unione del rione Crito, la piazza Garibaldi, già sui margini della città, assunse una nuova posizione urbanistica, che accentuava la sua importanza e notorietà.