Martin Eden [Oggi AL cinema]

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di Alex Reale

 

Pietro Marcello porta in scena la storia universale di Martin Eden, potendo contare sull’incredibile interpretazione di Luca Marinelli.

Presentato alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Jack London, il film di Pietro Marcello è un’opera originale e affascinante, arricchita dall’interpretazione strepitosa di Luca Marinelli, premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione attoriale.

Il film segue le vicende di Martin Eden (Luca Marinelli), un giovane marinaio di Napoli con una grande voglia di emergere. Per aver salvato Arturo Orsini (Giustiniano Alpi) da un pestaggio, Martin viene accolto dalla famiglia del ragazzo. Sarà amore a prima vista con Elena (Jessica Cressy), sorella di Arturo. Il desiderio di essere all’altezza dello status sociale della famiglia Orsini per poter conquistare la bella Elena, spinge così Martin a istruirsi e a far emergere il suo talento più profondo: quello per la scrittura.

La storia di Martin Eden è notoriamente quella semiautobiografica di Jack London, autodidatta arrivato al successo letterario dopo una serie di lavori umili, e probabilmente corrisponde anche alla carriera del regista Pietro Marcello, giovane regista italiano che ha dovuto sperimentare le difficoltà del mondo cinematografico prima come autore di cortometraggi e successivamente come documentarista.

Ma finalmente il regista sembra aver superato quelle difficoltà, dando vita a un film che parla del Novecento e che, al tempo stesso, diventa pretesto per un racconto universale di qualsiasi epoca e fascia sociale attraverso una storia semplice ma profonda. Martin inizia la sua storia povero e quasi analfabeta, e conclude il suo percorso di formazione da rispettato ed erudito letterato. Riesce così ad ottenere tutto ciò che desiderava, ma al tempo stesso è continuamente circondato da un’aura di tristezza, che affogherà nei fumi dell’alcol.

Una volta ottenuta una posizione agiata nel mondo letterario, inizierà a disprezzare i bassifondi da cui è venuto e gli amici di sempre, dimostrandosi anaffettivo nei confronti di chiunque. È probabilmente il modo per prendersi una rivincita verso il cognato che non credeva in lui, le riviste che lo hanno rifiutato, la famiglia di Elena che lo aveva sempre guardato con diffidenza. Ma questa rivincita ha un sapore amore, facendolo naufragare nelle proprie illusioni, nelle idealizzazioni, nell’incapacità di andare oltre sé stesso.

Pietro Marcello dà così vita a un dramma esistenziale che ha risonanze universali, che parla apertamente a ognuno di noi nelle sfumature di un poema per immagini, capace di raccontare della fascia bassa della società in modo raffinato in una dimensione a volte visionaria e quasi onirica. Le ambientazioni scelte sono però realistiche e i personaggi risultano verosimili. La California di London è sostituita con la Campania, a dimostrare che il viaggio geografico conduce alle medesime situazioni e considerazioni sociali. Si ha infatti l’impressione che Martin Eden non racconti solo di un uomo e dei suoi tormenti, ma più ampiamente delle ansie di libertà e delle nevrosi di un secolo ricco di avvenimenti come il Novecento.

Ecco dunque emergere l’altro grande tema centrale del film, così come nel libro: le lotte socialiste di inizio Novecento. Martin cambierà radicalmente dopo l’incontro con il socialista Russ Brissenden (Carlo Cecchi), che lo aiuterà dal punto di vista materiale e intellettuale. Il giovane scrittore prenderà coscienza delle contraddizioni della borghesia e capirà ben presto di poter venir divorato dalla società, come effettivamente avverrà alla fine del suo arco narrativo.

A colpire è la capacità del regista di giustapporre le vicende narrate da London alla condizione eterna di una Napoli decisamente vitale, ma penalizzata da condizioni economiche punitive. Ottimo il montaggio preciso e veloce, così come la fotografia e la scenografia, affidate in modo oculato a mani diverse per narrare di un Martin giovane e di uno adulto. Il romanzo stesso è nettamente diviso in due parti, contrapponendo l’entusiasmo giovanile del protagonista con il disincanto dello stesso una volta cresciuto.

Straordinario anche Luca Marinelli, che porta in scena un uomo semplice ma al tempo stesso tormentato e ricco di sfaccettature, pieno di sogni ma svuotato dalle difficoltà della vita. Convincenti anche i ruoli di contorno, affidati agli interpreti del palcoscenico napoletano: Autilia Ranieri, Gaetano Bruno e soprattutto Carmen Pommella. Risulta invece meno riuscito il personaggio della bella Elena, interpretata da Jessica Cressy, poco caratterizzata e approfondita.

Martin Eden è nel complesso un film riuscito e godibile, che narra di una storia senza tempo, così come è la storia del marinaio che trova la libertà attraverso la cultura, l’amore di Martin per la bellezza e per una donna appartenente a una classe più elevata, la difficoltà a distinguere l’amore vero dalla conquista di una posizione sociale. L’universalità di Martin Eden è il vero pregio di questo film, potendo contare sulla bravura di Pietro Marcello nel parlare in modi diversi all’anima di ogni spettatore.

 

Martin Eden

 Regia: Pietro Marcello

Cast: Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Denise Sardisco, Carmen Pommella, Carlo Cecchi, Autilia Ranieri, Elisabetta Valgoi, Pietro Ragusa, Savino Paparella, Vincenzo Modica, Giustiniano Alpi

Soggetto: Jack London (romanzo)

Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Pietro Marcello

Fotografia: Francesco Di Giacomo (Martin giovane), Alessandro Abate (Martin adulto)

Musiche: Marco Messina, Sacha Ricci, Paolo Marzocchi

Montaggio: Aline Hervé, Fabrizio Federico

Scenografia: Luca Servino (Martin giovane), Roberto De Angelis (Martin adulto)

Costumi: Andrea Cavalletto

Effetti: Luca Bellano (supervisione)

Produzione: Pietro Marcello, Beppe Caschetto, Thomas Ordonneau, Michael Weber, Viola Fugen per Avventurosa, IBC Movie, con Rai Cinema, in coproduzione con Shellac Sud, Match Factory Productions

Distribuzione: 01 Distribution