Il nuovo consiglio di amministrazione dell’Università del Piemonte Orientale agita le acque alessandrine? [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

 

C’è baruffa nell’aria in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione dell’Università del Piemonte Orientale? Ad Alessandria, sembra di sì. Almeno a giudicare da quanto scrive, su Facebook, Giorgio Abonante, consigliere comunale del Pd. Tutto è nato in vista della scadenza (il termine è fissato alle ore 12 del 23 settembre) per la presentazione delle candidature per il Cda i cui membri sono sette in totale, di cui tre esterni. Ed è proprio su questi ultimi che si concentra l’attenzione perché i consiglieri sono espressione dei territori (Alessandria, Vercelli, Novara) su cui è nata e cresciuta l’università. La rappresentanza alessandrina è stata affidata, nel mandato che si chiude, a Fabrizio Palenzona che non è più ricandidabile. Chi arriverà al suo posto?

Evidentemente devono girare voci che a Giorgio Abonante non sono piaciute molto se, sul social network, dice così: «Se le tre nomine di componenti esterni nel Cda dell’Università del Piemonte Orientale godessero già di un orientamento di massima sarebbe bene saperlo. Il solito retropensiero dei più sulle poltrone lasciamolo a chi si appassiona a queste inutili polemiche. Qui il punto è che chi si candida, a maggior ragione se esistono già accordi taciti o espliciti, dovrebbe alimentare un confronto riguardo allo sviluppo della presenza universitaria sul nostro territorio in relazione alle vocazioni locali. Se si va verso un nuovo modello di sanità, per essere chiari, se Alessandria e Novara fanno asse per rafforzare la terra di mezzo fra Torino e Milano (Human Technopole, il centro di ricerca sulle scienze della vita che sorgerà sull’area dell’Expo, ndr) lo si dica e si lavori in tal senso con una voce unica, se questo è il nobile pensiero che circola. Dall’integrazione Asl – azienda ospedaliera, al nuovo ospedale di Alessandria, dalla modernizzazione dei poli sanitari periferici alla riorganizzazione dei servizi socio-sanitari, c’è un mondo interessante che passa anche dalle scelte e dagli investimenti che il consiglio di amministrazione dell’Upo dovrà mettere in campo. Quel che non va bene è che passi tutto sotto silenzio. Va detto peraltro che la crescita del binomio Alessandria – Università passa anche attraverso la valorizzazione di Dipartimenti e alleanze, vedi con Asti, polo UniAstiss, solo per citarne una, che appaiono come fantasmi in questa vicenda. Gli enti locali, le associazioni di categoria, la politica istituzionale e non, lo stesso variegato mondo accademico, devono pretendere di essere coinvolti».

Quella dei consiglieri del territorio dovrebbe effettivamente essere una scelta che nasce da un ampio confronto di tutti gli ‘azionisti’ (pubbliche amministrazioni, enti economici, associazioni di categoria, parti sociali) perché è nel consiglio di amministrazione che vengono prese le decisioni che contano. Infatti il cda svolge «le funzioni di indirizzo strategico dell’Ateneo e vigila sulla sostenibilità finanziaria delle attività» come recita lo Statuto.

Ricordiamo infine che i «componenti esterni non possono essere docenti, dipendenti o studenti dell’Ateneo da almeno tre anni precedenti alla designazione e per tutta la durata dell’incarico» come precisa sempre lo Statuto dell’Università del Piemonte Orientale.