Dare e Avere di Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini [ALlibri]

a cura di Angelo Marenzana

 

 

Con Dare e Avere (ultima fatica edita dai Fratelli Frilli della ormai storica coppia letteraria Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini) si giunge alla quarta inchiesta del loro più recente personaggio di fantasia, l’investigatore Michele Astengo. Romanzo questo che va ad arricchire la già importante mole di produzione letteraria degli autori pubblicati da editori quali Marsilio, Feltrinelli, Mondadori, Oscar Mondadori, oltre a vederli presenti in numerose antologie.

Dare e avere è un bel romanzo dalla stesura omogenea, caratteristica non facile trattandosi di un testo scritto a quattro mani, la trama è ben congeniata e i personaggi scolpiti con il dovuto rigore. Altrettanto vale per i dialoghi e i tempi narrativi precisi che dimostrano quanto i due autori (ormai con il loro carico di esperienza sulle spalle) ancora una volta abbiano la grande capacità di giocare e di gestire il tema del giallo più tradizionale senza timore di confrontarsi con i maestri del genere.

In Dare e Avere, l’investigatore privato genovese Michele Astengo crede di trovarsi di fronte alla classica indagine di routine a seguito dell’incarico offerto da Gilberto Ruggeri, importante imprenditore locale. La richiesta del cliente è recuperare alcune carte conservate in uno schedario all’interno del Credito Navale Genovese. Ma il protagonista non fa i conti con Genova, città dagli inquietanti misteri che si snodano tra il vecchio centro storico e il porto, Genova, città del noir e del nero più inquietante che contamina anime e atmosfere. E non può esserne esonerato nemmeno Michele Asengo che pur conosce la città come le sue tasche. Alcuni piccoli dettagli della sua vita stanno per cambiare. Il suo lavoro prende una svolta inaspettata dopo un tragico fatto di cronaca che si accende a pochi passi dal suo ufficio in Salita San Matteo. E così l’incarico incomincia a complicarsi, soprattutto perché dalle informazioni raccolte dal fido Corrado, qualcosa non è ben chiaro sull’operato di quella banca. Michele Astengo si trova nuovamente invischiato in un meccanismo che lo macina in un gioco più grande di quel che appare, soprattutto quando deve fare i conti con alcuni interrogativi. Perché la vita di numerosi imprenditori finisce in rovina dopo essere diventati clienti del Cre.Na.Ge? Perché il sospetto grava su alcune morti? E come decifrare quelle forze oscure che strisciano nella mente di Michele Astengo? L’indagine porterà l’investigatore a smarrire anche sé stesso, facendo riemergere frammenti della propria vita tenuti sepolti. E la suggestione può essere l’ultimo passo verso la fine.

 

Ecco un estratto di Dare e Avere che ci porta alla contemporaneità dell’azione narrativa.

 

5

Mi spinsi fin quasi nella ex zona rossa. Edifici disintegrati e gente estirpata alla loro esistenza. Ciò che era accaduto alla 11.56 di martedì 14 agosto 2018 aveva avuto seguito nella demolizione del ponte Morandi.

Ricordo perfettamente quel giorno.

Ero in centro e la vigilia di Ferragosto in giro non c’era quasi nessuno. A quell’ora ero in un bar del centro a farmi un caffè e vidi su un televisore muto una immagine del ponte mutilato. Pensai che fosse un qualche fotomontaggio, qualcuno che per oscuri motivi aveva cancellato una parte del ponte per avere dei like su Internet.

Lo scenario cambiò quando il barista alzò il volume del televisore e iniziarono a passare i sottopancia. Le notizie in tempo reale scorrevano nel basso del teleschermo, alternandosi e ripetendosi.

Vidi una metamorfosi nell’espressione del barista che mi lasciò sconcertato.

Fino a quel punto cordiale e sorridente, diventò scuro e preoccupato.

Afferrò il telefono e iniziò a chiamare. Era evidente che voleva sincerarsi che i suoi cari stessero bene.

Fortunatamente per lui, tutte le persone chiamate risposero…

E ora mi trovavo lì, a distanza di mesi, e quel ponte che univa i due lati della vallata del Polcevera non c’era più.

Anche solo inconsciamente si percepiva che mancava qualcosa. Una presenza ingombrante, ma persistente nei decenni come un golem dormiente.

Un golem con inciso la parola met sulla fronte, che improvvisamente risvegliatosi aveva portato morte e distruzione ed era scappato portandosi via quarantatré anime. Per sempre.

Una sensazione strana. Il cuore di Genova non avrebbe più avuto il solito battito. Ci sarebbe stata per sempre un’aritmia da assenza.

Cercai di cancellare l’intrico di sentimenti passandomi la mano sugli occhi, a stropicciarli.