Le modelle dei Preraffaelliti [Very Art]

di Cristina Antoni

 

Bentornata a Cristina Antoni e al suo Very Art, viaggio a puntate nel mondo dell’arte pittorica (e non solo), dei suoi protagonisti, delle sue proposte più innovative. E. G.

 

Un grande amore sullo sfondo, quello tra Dante Gabriel Rossetti, il fondatore della Confraternita dei Preraffaelliti ed Elizabeth Siddal (la celeberrima Ophelia di Millais). La perdizione ed il mistero, il fascino indescrivibile delle opere, che realizzate nella seconda metà dell’800 stregano ancora adesso gli spettatori  attraverso la seduzione intramontabile delle figure femminili, e  raccontano con ricchezza di dettagli e colori accesi e raffinati di mondi lontani e perduti, di grandi sentimenti,  passioni, di fiabe e letteratura, e qualche droga di troppo.

Una grande ed imperdibile Mostra sta celebrando il Movimento dei Preraffaelliti a Milano a Palazzo Reale, con 80 opere provenienti dalla Tate Britain, uno dei più importanti musei londinesi.  A testimoniarne il costante successo  che da sempre suscitano le opere delicate e piene di grazia di questo singolare Movimento artistico ottocentesco, vi è un’ottima risposta di pubblico che visita la mostra.

Amore e Desiderio è il titolo, davvero accattivante dell’esposizione che resterà aperta fino al 6 ottobre, ed è il racconto di un’epoca di enormi cambiamenti che nel mondo pittorico ha dato vita ad un vero e proprio movimento artistico. I Preraffaelliti si chiamano così facendo riferimento all’arte esistita prima di Raffaello Sanzio, il pittore che secondo Millais, Rossetti e Hunt ha peccato di accademismo e idealizzazione dei soggetti. Ciò che invece questi nuovi artisti bramano è il ritorno ai costumi di un passato immaginario e nostalgico dove i temi da dipingere sono quelli biblici e letterari.

Sono William Shakespeare con le sue grandi tragedie amorose e Dante Alighieri con la sua devozione per Beatrice i più importanti letterati a cui si ispirarono i membri della Confraternita dei Preraffaelliti per realizzare le loro indimenticabili tele nella seconda metà dell’800 nell’Inghilterra vittoriana.

Povere, affascinanti e non istruite, figlie della working class contadina, le modelle ritratte dai preraffaelliti erano le muse e le concubine degli artisti, che le sfruttavano finchè la loro bellezza non sfioriva. Successe ad Elizabeth, morta suicida,  a Fanny, finita in manicomio, a Emma, consumata dall’alcol. Soltanto Jane si riscattò e si salvò, perché più fortunata e conscia del potere dell’istruzione  e della cultura.

Le modelle delle iconiche opere dei preraffaelliti sono donne di grande avvenenza, dallo sguardo magico ed assorto, rivolto ad un mondo agli altri interdetto. Donne dai capelli rossi e oro, lunghissimi ed ondeggiati. Personaggi ispirati alle fiabe ed alla mitologia, alle leggende di Artù. Principesse e fate appartenenti ad altri mondi ed alla dimensione fiabesca. Sono le modelle di Dante Gabriel Rossetti, William Morris, John Everett Millais, Edward Burn-Jones, William Morris. (la confraternita dei Preraffaelliti).

Nell’Inghilterra ottocentesca e vittoriana, della Rivoluzione industriale, questo gruppo di artisti non si riconosceva nelle regole dell’austera società inglese, ma praticava una nuova libertà ed un nuovo mondo di intendere l’amore. Guardando all’universo femminile con un altro occhio. Le donne che venivano immortalate nelle loro tele  erano capaci di gesti estremi, di immense solitudini e di silenziose ribellioni, eroine di un mondo sconosciuto che si può dire anticipa di circa un secolo i costumi rivoluzionari del novecento, con evidenti richiami anche nella moda ad un qualcosa che si ripeterà in un futuro distanziato da circa un secolo.

Un’opera incantevole è The Lady of Shalott, un dipinto ad olio di William Waterhouse, la cui scena si ispira ad una leggenda medievale ambientata all’interno del ciclo arturiano, ma che è a parere dello scrivente un’opera di assoluta modernità collocata fuori dal tempo, con evidenti richiami allo stile neoromantico e alla moda hippy anni 70 del Novecento.

Non piu Madonne con il Bambino in braccio quindi, come in Raffaello e dopo di lui, ma dame e signorine perbene che incantano e perseguitano in un’atmosfera gotica. Come Ofelia, di John Everett Millais (1852) una giovane dal volto marmoreo, lo sguardo opaco, la bocca socchiusa, che galleggia, ormai cadavere tra un salice ed un cespuglio di fiori selvatici.

 

In allora, nell’Europa dell’800 fare  modella era disdicevole. Significava essere povera, bella e poco istruita. Se si apparteneva alla working class, il futuro era prestabilito: operaie, sartine, lavandaie. Se si poteva studiare fare l’istitutrice era una delle massime aspirazioni.

Elizabeth (Ofelia) era la figlia di un coltellaio. Faceva la modista, sapeva leggere e scrivere ma non era mai andata a scuola. Fu proprio  il più prolifico dei Preraffaelliti, Dante Gabriel Rossetti ad innamorarsene, ritraendola numerose volte e promettendole il matrimonio, ogni volta rimandato. La Siddal scriveva poesie  ed era molto sensibile al fascino della pittura. L’amore per Dante però a poco a poco la distrusse e la minò nel corpo e nell’anima.

Quando Rossetti acconsentì a farla ritrarre da John Everett Millais, Lizzie rimase tre giorni immersa nell’acqua di una vasca riscaldata solo da candele. Naturalmente si ammalò, ed il padre chiese un risarcimento per le cure.

Quando a 32 anni perse il bambino che attendeva, e riuscì a sposare Rossetti, non resse il colpo ed una dose di troppo di laudano (composto di alcol ed oppio) le fu fatale.

Dante la seppellì con il libro di poesie da lei scritte e la dipinse come la Beata Beatrix, un’opera che la ritrae angelicata, in un alone di fulgore. Quando pero , ridotto in povertà,  l’artista , volle , diversi anni dopo, pubblicare su richiesta il libro di poesie di Elizabeth, fece riesumare  il suo corpo per ritrovare l’opera e scoprì che Elizabeth era perfettamente conservata, più bella che mai e con i capelli lunghissimi.

Da allora la leggenda narra di lei e del suo fantasma, che come un vampiro si aggira di notte nel cimitero di Highgate. Anche Fanny Cornforth, la bellissima Aurelia dipinta da Rossetti con una sontuosa capigliatura rossa oltre che come Lucrezia Borgia  non ebbe una vita facile. All’eta di 21 anni inizia a posare per Rossetti, di cui diviene l amante finendo per fargli da governante. Terminò la sua esistenza addirittura in manicomio, rabbiosa ed abbandonata da tutti. Stesso triste destino stroncato da alcol e droghe per Emma Hill.

Le cose andarono meglio per Jane Burden, l’indimenticabile Proserpina di Rossetti. Di lei, di umili origini si innamorò William Morris, che la sposò e la fece anche compiere gli studi. Jane imparò le lingue . Invece di farsi usare e soccombere come le altre imparò a sopravvivere e a dettare le leggi in una società che per le donne prevedeva ben altro. Sicuramente Jane aveva fatto suo il motto che dice : ‘La Cultura può cambiare il mondo!’