Quanto costa la ‘corriera’: numeri (e perdite) del trasporto pubblico su gomma [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

Le “corriere” che dai paesi portavano in città erano dei colori più disparati. Sulle fiancate erano stampati i nomi di imprese come Ricci, Franchini che oggi non operano più, perché cessate o acquisite.

Se il trasporto pubblico locale, come già scritto nelle settimane scorse, da più di un decennio si trova in condizioni precarie a causa della riduzione di trasferimenti pubblici (essendo un servizio ad interesse generale la tariffa del biglietto non copre interamente il costo del servizio, bensì il 35% come stabilito dalla normativa italiana), le conseguenze si sono riverberate anche sulle aziende che effettuano tale servizio.

La struttura di mercato del tpl risulta più frammentata rispetto agli altri servizi pubblici locali: vi sono circa 930 aziende operanti nel settore che danno lavoro a circa 124.000 addetti.

Le aziende partecipate pubbliche sono solo 112, ossia il 12% del totale, ma coprono l’83% delle vetture/ km, il 90% dei passeggeri, l’87% degli addetti, producendo l’85% del fatturato.

I maggiori player, di dimensioni comunque molto più ridotte rispetto ai competitors europei, sono le aziende pubbliche che gestiscono il servizio a Milano (9,8% del totale di mercato), a Roma (9,4%) e a Torino (4,5%).

In Piemonte GTT (nata dalla fusione di ATM Torino, che effettuava il servizio di trasporto urbano nel capoluogo piemontese, e Satti che gestiva le linee extraurbane della provincia di Torino), nonostante le perduranti difficoltà finanziarie, è la maggiore azienda piemontese di tpl, grazie ai servizi erogati a Torino città e provincia, e ad alcune linee presenti anche nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo.

Nella nostra provincia le aziende operanti nel trasporto pubblico locale di proprietà pubblica non se la passano molto bene.

ATM Alessandria nel 2016 è fallita e, dopo un periodo di affitto di ramo d’azienda da parte di Amag, è stata rilevata tramite asta da una cordata composta da Amag Mobilità e da Line Pavia.

Anche CIT Novi e SAAMO di Ovada, dopo la riduzione di risorse pubbliche da parte della regione Piemonte, navigano in cattive acque.

Le aziende private che, a differenza delle pubbliche, effettuano prevalentemente solo i servizi extraurbani, mostrano situazioni differenti: chi ha saputo diversificare come Autoticino del Gruppo Stat è riuscita a reggere meglio al taglio dei trasferimenti pubblici. Chi, invece, come Arfea, da anni già versava in condizioni critiche, ha rischiato di chiudere i battenti.

Nel luglio di quest’anno, Arfea è stata rilevata da Autostradale Milano, del Gruppo Zoncada, proprietario anche di Line spa.

La strada è dunque quella di superare l’eccessivo frazionamento delle aziende di tpl, per giungere a gruppi medi in grado di recuperare efficienza e di compiere quegli investimenti necessari a rinnovare il parco autobus e a rendere più attrattivo il trasporto pubblico locale.