#secifossewoodstock [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

 

Esattamente mezzo secolo fa, proprio in quell’anno che vide l’uomo posare il primo piede sulla luna, accadde un altro fatto straordinario.

Nell’agosto del 1969 prese vita il concertone di Woodstock.

Woodstock è una piccola cittadina nello stato di New York, centro che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento ispirò molti artisti e negli anni divenne punto di riferimento in modo particolare per i pittori (“colonia di Woodstock”).

Non solo.

Fu a Woodstock che il 29 agosto 1952 nella Maverick Concert Hall (una specie di grande fienile) il pianista David Tudor realizzò la prima esecuzione dello storico brano “4 minuti e 33 secondi” di John Cage, eseguito silenziosamente di fronte ad un pianoforte ed un cronometro che decreta la fine del silenzio esattamente dopo quattro minuti e trentatré secondi.

Non solo.

Fu a Woodstock che un giovane Bob Dylan visse per un po’ di anni e trasse ispirazione per alcuni dei suoi successi futuri; e fu lì che nel 1966 ebbe l’incidente motociclistico che lo allontanò per un periodo dalle scene.

Non solo.

Fu a Woodstock che tra il 15 e il 18 agosto 1969 centinaia di migliaia di giovani, provenenti da tutte le parti degli States e non solo, si riunirono per ascoltare decine di ore di musica di pace nell’apoteosi del clima hippie che aveva impregnato ormai le generazioni più sensibili al cambiamento.

Inimmaginabile, oggi.

Un evento mediatico e globale prima dell’avvento conclamato dei mass media e della globalizzazione.

Certamente non fu un evento naturale bensì costruito e programmato; di spontaneo però ci fu l’evoluzione e la piega che prese nei numeri, nello spirito e nelle forme di partecipazione dei giovani.

Oggi questa partecipazione viene delegata alla rete, è virtuale e rituale, è una vicinanza lontana, è finta, non esiste.

Gli stessi adulti – più grandi di me e che hanno vissuto quel tempo – preferiscono parlarsi in video conferenza e decidere il futuro delle cose e delle persone senza guardarsi negli occhi.

Io non posso fare nulla.

Ho pensato però che – sempre nell’ottica dei ponti della scorsa settimana – sarebbe stato bello realizzare un punto d’incontro che volesse ricordare in maniera semplice, disinteressata e genuina ciò che potrebbe essere con l’unica fatica di pensare.

#secifossewoodstock si svolgerà a Mioglia, un piccolo centro nell’entroterra savonese, il 16 agosto dalle ore 17,30 fino a notte grazie all’impegno della Pro Loco (guidata da un mio giovanissimo ex alunno, Riccardo Rapetto) e del Comune (con il sindaco Livio Gandoglia e Osvaldo Damiano, cronologicamente più grandi di Woodstock).

#secifossewoodstock sarà un ponte temporale lungo cinquant’anni in cui musica e convivialità saranno filo conduttore.

Io credo che #secifossewoodstock non dovremmo preoccuparci di molte cose.

Se per qualcuno può sembrare semplicistico, io la chiamo semplicemente semplicità.