Cambiamo, per costruire un nuovo centro destra riformista. Espulsi da Forza Italia da una nomenklatura fuori dal tempo

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di Massimo Berutti*

 

A pochi giorni dalla defenestrazione dei due coordinatori nazionali di Forza Italia, Mara Carfagna e Giovanni Toti, che hanno potuto esercitare il mandato di Silvio Berlusconi per iniziare un percorso di riforma e rinnovamento del partito solo per un brevissimo tempo, oggi a nome di un fantomatico organismo denominato Coordinamento di Presidenza, non contemplato dallo statuto di Forza Italia e che andrebbe a sostituirsi nelle funzioni al Comitato di Garanzia, si chiede la sospensione dagli incarichi e l’espulsione di coloro che hanno aderito al Comitato Promotore di “Cambiamo”, associazione che si pone come compito prioritario quello di chiamare a raccolta tutti coloro che nel perimetro del centrodestra ritengono di poter collaborare alla formazione di un soggetto politico liberale popolare e riformista.

“L’iniziativa politica – come recita l’atto costitutivo del comitato – ha l‘obiettivo di proporsi come luogo di incontro e di aggregazione di esperienze politiche e civiche e di competenze culturali e scientifiche per dar vita ad una forte e solida area politico culturale nell’esperienza italiana liberal democratica e conservatrice con lo scopo di contribuire al rinnovamento del Paese; sviluppare la conoscenza delle trasformazioni economiche, sociali, politiche ed istituzionali in relazione ai nuovi scenari nazionali ed europei e di verificare le condizioni per la costituzione di un soggetto politico attraverso una forma democratica costituente garantendo la partecipazione diretta di tutti gli aderenti.”

Un progetto dunque che non contrasta con le finalità di Forza Italia, all’interno della quale si continua ad agire evitando ogni dibattito e confronto politico, ma solo esercitando diktat sulla base del principio della conventio ad escludendum. Un partito che dimentico ormai delle finalità, delle prerogative fondamentali, delle regole democratiche e delle procedure di qualsiasi movimento politico, ragiona solo in termini di poltrone, incarichi ed esercita solo miseri sfoggi di potere tutto interno.

Le espulsioni figlie di una cultura bolscevica hanno portato sempre scarsa fortuna a chi le ha promosse. Abbiamo cercato di scalare il muro della chiusura e della conservazione. Ma i muri, ci insegna la storia, prima o dopo cadono se sono eretti solo per la difesa di una nomenklatura fuori dal tempo.

* Senatore della Repubblica