Tre grandi vecchi [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

 

In questa strana estate dominano le notizie sul nulla e l’incertezza.

Disarmante.

O forse riposante.

Infatti, pensandoci bene, gli annunci su ciò che potrebbe essere ma sicuramente non sarà danno un senso di tranquillità e rassegnazione.

Come vivere in una casa di riposo.

Per questo motivo probabilmente alcuni grandi vecchi hanno deciso, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, di andarsene.

Stanchi del nulla, loro abituati a ragionare sulle cose, si sono sentiti certamente inutili.

Ha senso – si saranno detti – restare in un paese che vive di clamori a salve, di tette al silicone, di eiaculazioni virtuali?

Francesco Saverio Borrelli, 89 anni, segnò la fine della Prima Repubblica guidando il pool di Mani Pulite agli inizi degli anni Novanta.

Un uomo integro, discreto, colto, che ad un certo punto dovette abituarsi anche ai bagni di folla, come una vera rockstar.

“Resistere resistere resistere. Come sulla linea del Piave”.

In uno dei suoi discorsi ufficiali così esortava non solo la magistratura ma tutti noi.

Luciano De Crescenzo, 91 anni, scrisse numerosi testi di filosofia.

Negli anni Ottanta erano boccate di ossigeno per tutti noi, studenti del liceo e universitari, che volevamo imparare a pensare attraverso un linguaggio semplice ma credibile.

“La doccia è milanese perché ci si lava meno, consuma meno acqua e fa perdere meno tempo: quindi è produttiva. La vasca è invece un appuntamento con i pensieri, è napoletana”.

Riusciva a passare da Arbore a Platone con la naturalezza di chi considera il tempo una convenzione necessaria ma inutile.

Andrea Camilleri, 93 anni, fu il padre del Commissario Montalbano, un eroe moderno che incarna la curiosità e la voglia di verità di ciascuno.

È forse proprio la semplicità del linguaggio scritto che attinge dal reale a dare forza al personaggio, poi fedelmente dimesso e arguto anche nella trasposizione filmica.

“Diventato cieco mi è venuta una curiosità immensa di intuire cosa sia l’eternità, quell’eternità che ormai sento così vicina a me”.

Tanti suoi scritti verranno ripresi e sicuramente annoverati tra le grandi opere della letteratura di questa fetta di storia.

I tre grandi vecchi avevano uno strano modo di vivere.

Pensavano.

Quindi parlavano dopo aver pensato.

È inusuale, quanto meno lontano dai costumi moderni.

In questa strana estate dove dominano le notizie sul nulla la scomparsa di tre grandi vecchi deflagra in silenzio dentro ciascuno di noi.