Confindustria: aumentano i segni ‘meno’, ma gli imprenditori reagiscono. Però non trovano personale specializzato e si pensa a un progetto insieme al mondo scolastico [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Le previsioni degli imprenditori alessandrini per i prossimi tre mesi mescolano segni positivi e negativi, preoccupazione e ottimismo, volontà di investire e incertezze sul futuro del paese. Il periodo estivo coincide peraltro sempre con un calo delle attività e quindi un rallentamento è fisiologico, benché l’estate 2019 stia facendo i conti con segnali particolarmente contrastanti sui mercati. In ogni caso gli imprenditori alessandrini sono intenzionati a «reagire e mantenere il ruolo sociale», perché in fondo la provincia di Alessandria, «non è messa troppo male rispetto ad altre».

È all’insegna della «reazione» a una fase di frenata, anche se non forte, e di profonda incertezza, l’edizione numero 179 dell’indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Alessandria cui ha collaborato un campione di 106 aziende associate su 450. Maurizio Miglietta, presidente di Confindustria (nella foto), Renzo Gatti, direttore, e Giuseppe Monighini, responsabile dell’Ufficio Studi, snocciolano dati, analisi e commenti con un solo comune denominatore: se l’economia rallenta, gli imprenditori investono. E se i numeri di produzione, occupazione ed esportazione nei settori metalmeccanico, chimico, gomma-plastica e alimentare vedono prevalere più segni negativi che positivi, è anche vero che complessivamente l’indicatore dell’occupazione registra un più 4, il totale degli ordini un più 1 e gli ordini export un più 2 (ma un meno 5 di produzione). Il terzo trimestre del 2019 è lontano dallo stesso periodo del 2018 quando l’occupazione era a più 6, la produzione a più 13, il totale ordini a più 7 e gli ordini export più 12. Però fra l’anno scorso e quest’anno aumenta di due punti la propensione a investire, passando da 79 a 81 per cento, aumenta da 79 a 81 per cento chi ha lavoro per più di un mese e l’utilizzo degli impianti scende, da 78 a 74 per cento, ma rimane comunque elevato.

Le contraddizioni non mancano. Come, per esempio, per la chimica che segnala un più 10 per l’occupazione, con l’indicatore della produzione che cala di dieci punti e gli ordini all’esportazione che aumentano di dieci punti. Il calo degli ordini nel metalmeccanico è costante negli ultimi due trimestri, però «in questo settore gli ordinativi arrivano verso la fine dell’anno, quando le imprese hanno completato i budget e la programmazione degli investimenti per l’anno successivo» rileva Miglietta. «Osserviamo l’oggi preoccupati, ma ci riconosciamo – aggiunge – nelle parole di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, che ha sottolineato la necessità di recuperare ‘la capacità di reazione in questo Paese. La sfida è trovare un’idea di futuro’, come ha detto Boccia (citando il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) nell’intervento alla nostra assemblea».

Su tutto, però, resta un problema non certo nuovo, da sempre denunciato dalle aziende e mai affrontato finora in modo radicale: la mancanza di figure specializzate. «Sul fronte dell’occupazione non deve stupire troppo il segnale positivo perché ci sono aziende che assumono. Il fatto è che non si trovano gli specializzati». Presidente, che fare? «Una delle risposte più efficaci è nell’orientare per primi non gli studenti, bensì i genitori dei ragazzi che frequentano le scuole medie. Bisogna fare visitare loro le aziende, fare vedere quello che si fa, illustrare i possibili percorsi di carriera, fare toccare con mano quello che i ragazzi potrebbero fare». Va benissimo aprire le porte delle industrie, mostrare quello che accade dietro al cancello di ingresso, ma altrettanto fondamentale è il rapporto con le scuole. «Su questo fronte – annuncia Renzo Gatti – è stata avviata una specifica attività con l’Ufficio scolastico provinciale sull’orientamento, sulla identificazione di nuove prassi, sulla formazione, l’aggiornamento e la riqualificazione professionale. E senza dimenticare l’esperienza del Cts (Comitato tecnico scientifico, il primo è stato costituito all’istituto Volta nel 2011 in collaborazione con Confindustria Alessandria ) che costituisce un altro strumento di grande importanza». L’organizzazione guidata da Maurizio Miglietta sta completando un progetto che coinvolge il mondo della scuola, e anche le società interinali per selezionare e aggiornare i dati sul mondo del lavoro, oltre che sulla domanda di figure professionali specifiche, che verrà presentato nei prossimi mesi.

Queste, in sintesi, le previsioni e l’andamento nei settori produttivi, come emergono dall’indagine previsionale di Confindustria Alessandria. L’indice di previsione dell’occupazione è a +4 (era +9 lo scorso trimestre), quello della produzione è a –5 (era +11), gli ordini totali a +1 (erano +9), gli ordini export a +2 (erano +7). La redditività a –6 (era –2). La propensione a investire è indicata dall’81 per cento degli intervistati (era 78 per cento tre mesi fa) e il grado di utilizzo degli impianti è al 74 per cento della capacità (era 76 per cento). Il ritardo negli incassi è dichiarato dal 29 per cento degli imprenditori (era il 39). La previsione di ricorso alla cassa integrazione è segnalata dal 7 per cento del campione (era il 3 per cento). Ha lavoro per più di un mese l’81 per cento degli intervistati (era il 78).

I settori produttivi – Metalmeccanico: l’indice di previsione dell’occupazione stabile a +8 (era +8), la produzione a –4 (era zero), gli ordini totali a zero (erano zero), gli ordini export a zero (erano zero). Chimica: l’occupazione risale a +10 (era zero), la produzione a –10 (era zero), gli ordini totali a zero (erano zero), gli ordini export salgono a +10 (erano zero). Gomma-Plastica: l’occupazione a –22 (era zero), la produzione a –32 (era +18), ordini totali a –22 (erano +18), ordini export a –13 (erano +10). Alimentare: l’occupazione a +10 (era +20), la produzione a zero (era +20), gli ordini totali a zero (erano zero), ordini export a +25 (erano +37).