Grigi: io Ciancio, tu cianci, egli ciancia

Grigi: dal libro Cuore alla tragedia del Poseidon CorriereAldi Jimmy Barco

 

Il mercato acquisti-cessioni dei Grigi per il prossimo campionato è partito. Rispetto alle megalomanie magalinesche, spesso povere di ingegno ma ricche di superficialità tecnica, stavolta tocca ad Artico-Wolf mettere mano alla squadra.

Il budget non sarà di quelli faraonici e l’ex bomber dovrà nel contempo sanare una decina di contratti lunghi e troppo onerosi, senza perdere di vista la costruzione di un organico in grado di produrre buon calcio e che sia base per investimenti futuri.

Per quel che riguarda lo smobilizzo del magazzeno (la parte più problematica dell’operazione da affrontare prima di ogni altra cosa), l’operazione sta procedendo e penso sia follia sperar che possa essere conclusa centrando tutti gli obiettivi, sia quelli tecnici che economici e umani: neanche il miglior Marotta ci riuscirebbe.

Nel frattempo sono però arrivati giocatori interessanti: un portiere di buona affidabilità (Valentini dalla Triestina), un difensore giovane di fascia (Cleur dall’Entella) e una promozione dalla cantera alla prima squadra (Gerace).

Ma sono due i nomi che tengono banco in queste ore. Il primo è Sartore, un esterno d’attacco che l’anno passato ha fatto vedere buone cose, soprattutto nell’uno contro uno e nell’applicazione delle disposizioni superiori. Poi D’Agostino (giusto perché il ragazzo dà il meglio a destra dalla metà campo in su e vicino all’area di rigore altrui è stato spesso decisivo) ha pensato bene di utilizzarlo quinto a sinistra! Lo stratega delle dieci palle gol a partita costruite con il portiere avversario mai impegnato.

Sartore, per caratteristiche tecniche, mal si adatta a una difesa “a tre” e parrebbe quindi tagliato fuori da un utilizzo continuativo.
Scazzola invece ci sta ripensando e il ragazzo, benchè contrattizzato e dotato di buon mercato, potrebbe rimanere, pena un ripensamento sul modulo da adottare.
Riflessioni, quelle fatte dal settore tecnico sportivo, positive e accurate. Indicative del fatto che non ci troviamo davanti ad un settore tecnico ‘talebano’, ma a gente di calcio disponibile a rivedere le proprie posizioni quando il gioco parrebbe valere la candela.

Ma arriviamo al nome che, chissà perché, è da mo’ al centro delle attenzioni: Ciancio (nella foto d’antan, in maglia Grigia). O meglio, il perché si sa ma nessuno lo dice. Perché alcuni gattini da tastiera sono amici di Ciancio, la cui carriera calcistica è partita proprio da qui, e qui risiede.

Ciancio è un terzino destro, sotto contratto a Catania, ormai nella fase finale della carriera, costa un botto e penso pretenderebbe un biennale se dovesse spostarsi dalla Sicilia fin qui.

Nelle ultime stagioni ha giocato poco (meno di venti presenze nelle ultime stagioni, poche per un giocatore di quel ruolo e di quell’età), non è certo quello che si dice atleta inossidabile, e non mi pare dotato di quel carisma e autorevolezza che lo farebbero un leader in campo.

L’utilità dell’ingaggio di questo giocatore? Dal mio punto di vista, considerate le problematiche di un mercato come il nostro, non ci sono vantaggi corrispondenti all’alto costo dell’operazione. O meglio, i vantaggi sarebbero tutti per il ragazzo, per il Catania e per i quattro micini miagolanti che gli stanno facendo la campagna elettorale per motivi che, con il calcio giocato, nulla hanno a che vedere. Tanto a pagare prezzi e stipendi sono gli altri, vero miao miao? Ma perché in questa città non si riesce mai a guardare la luna e ci si ferma solo al dito che la indica?