Il ballo del mattone: è ancora un investimento? [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

 

Casa dolce casa. È nota da sempre la propensione degli Italiani verso il mattone, come mostrano anche i dati Eurostat 2017: il 72,4% dei nostri connazionali vive in un immobile di proprietà, contro il 64,4% dei Francesi e il 51,4% dei Tedeschi, ma a sorpresa il 77,1% degli Spagnoli.

I millenials, complici la precarietà lavorativa, una maggiore mobilità, ma al contempo un approccio all’utilizzo delle cose diverso, improntato alla sharing economy, tendono a considerare la casa come un servizio più che come un bene. Per anni gli immobili sono stati considerati una forma di investimento sicuro grazie al quale mettere in sicurezza il patrimonio e tramandarlo di generazione in generazione, in grado di mantenere valore. Ma oggi è ancora così?  Dopo la bolla immobiliare che in Italia è durata fino al 2010, negli ultimi 8 anni Istat ci dice che  il valore delle case è sceso mediamente di oltre 15 punti percentuali, toccando addirittura il 22,1% per gli immobili più vecchi, con un andamento delle compravendite stagnante, ma un aumento dell’offerta di aste immobiliari (+23%).

Il rapporto annuale 2018  dei dati statistici notarili fornisce qualche spiraglio: crescono del 3,75% le compravendite di immobili di qualsiasi genere (920.513 le compravendite totali del 2018 comprensive di terreni, nuda proprietà, usufrutto, ecc.) e del 4,24% rispetto al primo semestre 2018 le compravendite di fabbricati (696.808 le compravendite di fabbricati totali del 2018), così come il valore medio delle cessioni di fabbricati che passano da 118.330 euro del primo semestre 2018 a 121.820 euro nel secondo semestre (nel 2017 il valore medio di vendita era pari a 126.000 euro).  Dal tracollo dei prezzi si sono salvati solo i centri storici delle grandi città e le località più rinomante di villeggiatura.

Tre problemi che riguardano la casa CorriereAl

E in provincia di Alessandria? Secondo i dati dell’Osservatorio immobiliare il prezzo medio degli appartamenti in vendita è di circa 850 euro al mq, ossia del 37% inferiore rispetto alla media regionale, pari a 1.400 euro al mq.

I valori al metro quadro sono abbastanza uniformi almeno nel 50% dei singoli comuni della provincia, oscillando tra i 750 euro al mq e i 1.000 euro al mq. Il comune dove è più conveniente acquistare casa è Ticineto (350 euro al mq), quello con le quotazioni più elevate Basaluzzo (1.300 euro al mq)

Da un lato assistiamo ad un fenomeno positivo, ossia al fatto che la possibilità di acquistare casa diventi accessibile a un maggior numero di persone.

Prezzi così bassi, tuttavia, costituiscono un campanello d’allarme. Indicano un territorio in via di spopolamento, poco attrattivo per la mancanza di opportunità di lavoro e di servizi. Redditi che si assottigliano e un’IMU sulle seconde case un po’ troppo elevata e non commisurata al reale valore della abitazioni ( spesso immobili di famiglia lasciati in eredità) costringono così a “svendere casa”. Il tutto malinconicamente accompagnati dalle strofe dei Dik Dik: “L’erba è alta ormai lo so/e dovrei potare il melo/quanta polvere c’è/ dentro casa è tutto un velo”.