Cold Car, quando alla guida c’è il freddo

di Enrico Sozzetti

 

Guidare il freddo per cinquant’anni. Farlo partendo da una officina artigianale per arrivare a essere uno dei leader del settore, anche a livello internazionale con una presenza in cinquanta paesi, mantenendo sempre altissimo il livello dell’innovazione, utilizzando al meglio la tecnologia a disposizione in ogni momento storico. E raccogliendo sfide importanti, come quella di un nuovo veicolo eco-compatibile. Il settore è quello della refrigerazione mobile e l’azienda si chiama Cold Car, con sede a Occimiano (e una seconda a Casale Monferrato, aperta nel 1985), che nel 2018 ha festeggiato i cinquant’anni di attività.

Un nome non certo nuovo, ma che nel panorama industriale della provincia alessandrina spicca, non solo per il mezzo secolo di vita, bensì per la costante capacità di innovare e puntare a traguardi sempre nuovi, non solo industriali ma anche di profonda sinergia con il territorio. Come nel caso del progetto “Casale Monferrato Capitale del Freddo” cui Cold Car ha aderito con convinzione. «C’è bisogno di intelligenze empatiche. E c’è bisogno di persone capaci di lavorare in modo trasversale e collaborativo (in università come in azienda). È necessario partire da una idea validata e poi bisogna applicarla e fare business». Giovanni Rosso, dirigente di Cold Car, riassume con queste parole la filosofia dell’azienda monferrina. Una realtà che produce refrigerazione mobile e ha una produzione annua di circa 1.800 carrozzerie.

Cinquant’anni di attività continuativa nel settore delle carrozzerie refrigerate e isotermiche sono un record che ha stimolato la Cold Car «a compiere grandi sforzi, di idee e tecnologia, per premiare i clienti che ci hanno permesso di crescere e diventare quello che siamo, percorrendo la strada della tecnologia, della solidità e dell’efficienza» come raccontano a Occimiano. Nel campo delle attività non manca nemmeno la stretta collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale attraverso il polo di innovazione di Vercelli con il quale l’azienda ha lavorato per sviluppare dei progetti di innovazione, in particolare sul fronte della tecnologia ibrida. Cold Car occupa complessivamente duecentoquaranta dipendenti e l’esportazione, verso mercati europei ed extraeuropei, si attesta sul settantacinque per cento della produzione.

Nella storia della Cold Car non sono mancano mai le sfide. Una di queste l’ha vista tra le protagoniste dell’innovazione per un nuovo veicolo eco-compatibile realizzato nell’ambito del progetto Vector 2015, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico all’interno del bando ‘Industria 2015’. Vector (investimento globale di 19 milioni di euro) è stato coordinato da Iveco che ha guidato un gruppo di venti partner tra cui il Centro Ricerche Fiat, Al-tech (consorzio per le innovazioni nell’industria delle costruzioni; struttura alessandrina di diretta emanazione del Collegio costruttori – Ance di Alessandria), la Cold Car di Occimiano, l’Università del Piemonte Orientale.

Alla Cold Car si può dire che l’innovazione è di casa. La produzione di carrozzerie refrigerate con impianto refrigerante a piastre o tubi eutectici si suddivide in in due settori: carrozzerie isotermiche e impianti di refrigerazione. Le prime sono costituite da pannelli ‘sandwich’ in resina poliestere rinforzata con fibra di vetro e anima di poliuretano in lastre stampati con presse a caldo, assemblati ad incastro e sigillati con una speciale colla senza l’ausilio di profili metallici o plastici per garantire il massimo potere coibente e un’alta resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Gli impianti di refrigerazione sono progettati e realizzati per accumulare energia frigorifera in speciali piastre eutectiche montate all’interno, mentre un gruppo refrigerante di ricarica ad alimentazione elettrica è collocato all’esterno, normalmente nell’interasse del veicolo. Le linee sono due: i prodotti standard (carrozzerie refrigerate a bassa temperatura destinate a un utilizzo tradizionale) e su misura (allestimenti in base alle richieste specifiche dei clienti).

Le sfide in casa Cold Car non finiscono mai. Lo dimostrano i clienti italiani e stranieri e le commesse su misura. Un esempio arriva da una catena di supermercati estera che ha commissionato la realizzazione di due motrici speciali con impianto di refrigerazione a piastre eutectiche, per il trasporto di merci fresche e surgelate. La riduzione dei costi di gestione dei trasporti e il miglioramento dell’impatto ambientale connesso hanno portato «all’adozione di sistemi di refrigerazione e accumulo di energia latente in sostituzione della tradizionale refrigerazione ad aria forzata» spiegano in azienda.

Il rapporto con il territorio che è un altro elemento distintivo di Cold Car. L’azienda ha aderito al progetto “Casale Monferrato Capitale del Freddo” che della territorialità ha fatto una bandiera dietro alla alla quale c’è un’area su cui operano decine di aziende di primissimo livello e un centro formativo di settore leader a livello internazionale. Fra i nomi vi sono Cemafroid, Iarp, Mondial, Pastorfrigor, Sanden Vendo, Rivoira, Zanotti. Il Distretto della filiera del freddo è oggi costituito da aziende di grandi dimensioni che hanno un ruolo di leadership nel settore anche a livello mondiale, e da una serie di aziende, la maggior parte di natura familiare, di dimensioni più piccole. Questo settore produttivo dipende fortemente dagli interscambi con l’estero, e si può parlare, per le aziende più grandi e più note, di una percentuale di export sull’attività vicina o superiore ai due terzi”. La produzione è rivolta principalmente ad apparecchiature per la conservazione alimentare, è molto differenziata con una vasta gamma di prodotti, tra cui vetrine refrigerate, banchi frigo, frigoriferi, autocarri frigoriferi, congelatori, apparecchiature e impianti frigoriferi elettrici e termici in genere.