Beghin (M5S): “Flessibilità di bilancio, lavoro e ambiente le priorità europee. A Bruxelles darò voce a tutto il Piemonte”. E sull’immigrazione…..

di Ettore Grassano

 

“Noi siamo assolutamente europeisti, ma per un’Unione Europea diversa da questa, che viaggia a tre diverse velocità (paesi del nord, paesi del sud, paesi dell’est), e che vede troppo spesso prevalere gli interessi della grande finanza e delle multinazionali rispetto a quelli dei popoli”. Tiziana Beghin il giorno successivo alle elezioni europee ha tenuto il fiato sospeso per alcune ore, ma poi è arrivata la buona notizia: rieletta al Parlamento Europeo, tra l’altro unica rappresentante della nostra provincia (il Piemonte può contare, oltre che su di lei, su due rappresentanti della Lega: la cuneese Gianna Gancia e l’ossolano Alessandro Panza). Pochi giorni dopo, l’annuncio del nuovo ruolo di responsabilità: capogruppo della delegazione del Movimento 5 Stelle, con 14 europarlamentari: “Una grande opportunità, e un attestato di fiducia da parte del Movimento”.

Incontriamo Tiziana Beghin ad Alessandria, in partenza per Bruxelles, e ne approfittiamo per una chiacchierata che guarda sì all’Europa, ma anche a casa nostra, e a quel che potrebbe succedere nei prossimi mesi a Roma.

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On. Beghin, rielezione e nomina a capodelegazione in pochi giorni: ora si corre però…
E tanto: il ruolo di capodelegazione prevede ovviamente una serie di compiti aggiuntivi di coordinamento del gruppo, ma è stimolante. Poi dal nostro punto di vista in questa Unione Europea cose da cambiare, in meglio, ce ne sono davvero parecchie, per cui siamo già al lavoro.

Condannati all’irrilevanza, dicono i vostri detrattori…
Che sono gli stessi per cui noi non dovremmo governare l’Italia, dove a quanto pare, soprattutto per certi media, l’espressione del volere popolare diventa sempre più irrilevante, quasi fastidiosa. La realtà è che durante la scorsa legislatura europea il nostro gruppo ha lavorato e imparato molto, ed è stato apprezzato da tanti. E abbiamo ben chiare tre priorità su cui lavorare nei prossimi anni.

Elenchiamole….
Maggior flessibilità sui bilanci dei singoli stati membri: rispettando tutti le stesse regole, e con la necessaria, concordata flessibilità. Possibile che per la Germania (i debiti dei suoi lander, o stati regionali, non sono considerati dentro il debito) o per la Francia debbano valere determinati parametri, e per gli altri no? Certo che il debito italiano è preoccupante, e va tenuto sotto controllo: ma non certo ‘strozzando’ il paese. Servono investimenti in spesa produttiva, non tagli indiscriminati.

Seconda priorità?
Regole comuni per il mondo del lavoro, a cominciare dal reddito minimo europeo. L’ingresso troppo rapido nell’Unione Europea di diversi paese dell’est ha creato una situazione insostenibile, con la corsa delle aziende ad insediarsi in aree dell’Unione in cui il costo del lavoro è bassissimo. Occorre intervenire rapidamente, e fare in modo che i lavoratori di tutta l’Unione Europea possano godere di diritti sacrosanti, e regole comuni.

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Terza priorità?
L’ambiente. E’ un tema fondamentale, rispetto al quale i paesi del nord hanno una sensibilità molto maggiore della nostra. Del resto è logico sia così: l’ambiente diventa prioritario là dove la situazione economica e le condizioni di vita di un popolo sono migliori, in cui benessere e occupazione hanno una dimensione più solida e qualitativa. Ma l’ambiente sarà davvero una sfida che coinvolgerà tutti, nessun paese o persona può sentirsi estranea al problema.

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La gestione dei flussi migratori invece secondo i 5 Stelle non è prioritaria? Non esiste emergenza?
(riflette, ndr) Qui parlo prima di tutto come Tiziana Beghin, esprimo quindi una mia posizione personale: la questione esiste, ma è decisamente enfatizzata nella sua portata, nella sua dimensione. Certo, è un problema molto italiano, e cresce a partire dal 2014, quando l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi contrattò con l’Unione una maggior flessibilità, facendosi in cambio carico della gestione dei flussi migratori.

Ossia voi ci aiutate finanziariamente, noi ci teniamo gli africani: peccato che all’epoca la strategia non sia stata esplicitata agli italiani….
Renzi ha sbagliato infatti, e ha fallito. L’Europa l’ha risolta con un ‘diamo un po’ di soldi all’Italia, e ci pensano loro’. Qui però è mancata del tutto una strategia e una gestione, in compenso si sono sviluppati, accanto ad una gestione dell’accoglienza assolutamente corretta, anche vistosi fenomeni di business scorretto.

Soprattutto, on. Beghin, ogni volta che si poneva la domanda ‘ma dopo un anno o due che ne sarà di queste persone’ gli interlocutori, anche istituzionali, si arrampicavano sui vetri…
Infatti, e si è visto come è finita. Il trionfo della Lega e di Salvini, che su questo tema ha costruito gran parte del proprio consenso. Però attenzione, perché il fenomeno migrazioni non è finito, anzi credo che la sua fase più intensa debba ancora venire. E non basta dire rimangano a casa loro: non succederà..

Lei cosa propone?
La gestione dei flussi deve essere controllata davvero, regolare. Il che non significa creare dei lager in Libia, ma invece filtrare gli accessi, creando canali legali e regolari. Basta clandestini insomma, con tutto ciò che ne consegue in termini di morti, di sfruttamento, di business. E soprattutto un accordo chiaro all’interno dell’Unione Europea: i migranti in arrivo devono essere equamente distribuiti e gestiti in tutti gli stati membri, compresi quei paesi sovranisti che non li vogliono. Chi non accetta le politiche comunitarie si pone fuori dall’Unione, questo è evidente.

Insomma, ci aspettano certamente cinque anni intensi, anche per le pressioni mondiali e gli interessi contrapposti delle grandi potenze, ma anche delle multinazionali. Sul fronte dei controlli di qualità dei prodotti, e della difesa del Made in Italy in particolare, dobbiamo attenderci novità positive?
E’ un ambito in cui nei cinque anni appena conclusi mi sono spesa molto, e il nostro impegno come 5 Stelle sarà costante: difesa dei prodotti, dei marchi, della produzione e dell’occupazione. E controlli sempre più rigorosi sulle merci in arrivo da altre parti del mondo, dove non esistono le stesse normative in termini di controllo di qualità, e sulla filiera produttiva.

M5S e Lega: continuerà l’alleanza di governo a Roma, mentre farete percorsi separati in Europa?
Ad oggi è assolutamente così. Personalmente credo che il Governo nel suo primo anno di attività, pur con tutti i limiti dell’alleanza tra due forse profondamente diverse tra loro, abbia conquistato primi obiettivi importanti, e abbia posto le basi per raggiungere traguardi importanti, sempre attenendosi al contratto stipulato e condiviso. In Europa il discorso è diverso: noi assolutamente non ci identifichiamo con il fronte sovranista, di cui Salvini è esponente di primo piano. Valuteremo in queste settimane a quale gruppo aderire, ma certamente porteremo avanti con coerenza i nostri obiettivi: e ho l’impressione che anche su scala europea sarà molto complicato costruire una maggioranza forte e coesa: vedremo che succederà a breve.

Intanto a casa nostra il mondo Pd e dintorni è indignato, perché vorrebbe l’ex premier Enrico Letta a ricoprire un ruolo importante in Europa…
(sorride, ndr) Solo in Italia può succedere che chi perde le elezioni pretenda di decidere chi deve rappresentarci in Europa. L’Italia esprimerà figure autorevoli, ma non le sceglierà il Partito Democratico: vedremo se si tratterà di personalità esterne ai partiti, o figure di appartenenza a partiti di governo. Soprattutto però occorre capire se andremo ad occuparci di agricoltura, di commercio o di industria: certamente cercheremo di pesare un po’ di più che nella scorsa legislatura, quando Renzi accettò per l’Italia il Commissario agli Esteri, in un’Unione Europea che politica estera unitaria non ne fa.

On. Beghin, lei per cinque anni sarà l’unico europarlamentare della provincia di Alessandria: rappresenterà tutti?
Cercherò di farlo, con la massima attenzione per le categorie produttive: dall’agricoltura, al commercio, all’industria, il dialogo è già stato forte in questi anni, e da parte mia la disponibilità sarà massima. Ovviamente è a tutto il Piemonte, alla Val d’Aosta e alla Liguria che cercherò di guardare, mentre la Lombardia è decisamente ben rappresentata. Siamo un’area strategica per lo sviluppo del nord ovest, ricca di competenze, di voglia di fare, di capacità. All’alessandrino, in particolare, serve solo un po’ più di fiducia, perché davvero la possibilità di tornare ad avere un ruolo da protagonista esiste, le carte in regola ci sono.

Ultima riflessione di tipo politica, interna al vostro Movimento: la regola del secondo mandato rimarrà per i 5Stelle, o è destinata a ‘saltare’?
Il dibattito è in corso, vedremo. Personalmente ritengo che un conto siano Bruxelles, Roma e le Regioni, dove la regola del doppio mandato la manterrei, altro il ruolo di amministratori nei comuni, specie piccoli. Pensiamo al caso concreto di Paolo Mighetti, consigliere regionale uscente che ha lavorato benissimo, e non ha potuto ricandidarsi perché in precedenza, per un periodo minimo, fu consigliere comunale nel comune di Cavatore, ossia puro volontariato. Sì, qualcosa da rivedere probabilmente c’è…