Alessandria, la luce in fondo al tunnel? Intanto la sanità piemontese è al collasso: ma Chiamparino non l’aveva risanata? [Le pagelle di GZL]

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di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Cimitero urbano di Alessandria: torno a parlarne. Negli anni scorsi ho più volte scritto sul degrado del cimitero urbano: da allora nulla è cambiato, anzi ci sono peggioramenti ulteriori, e le lamentele (dei vivi) non si contano. Nei mesi scorsi si è a lungo dibattuto di privatizzare la gestione del Monumentale della città, ma non intendo tornare su questo argomento. Mi voglio invece occupare del degrado dei cimiteri, che è come sparare sulla Croce Rossa. Questa amministrazione si è trovata una città senza manutenzione, e con anni di conti ‘sballati’, e questa storia è straconosciuta e vissuta da tutti gli alessandrini compresi quelli che criticano e fingono di non sapere che non ci sono soldi da poter spendere. Sempre per chi fa lo “gnorri”, questa amministrazione quando si è insediata suppongo abbia ingenuamente creduto che i conti fossero in ordine, e il dissesto alle spalle. Al contrario si è trovata una situazione al collasso, e debiti di ogni tipo. Cito questo pro memoria: “Bollette arretrate per 3 milioni di euro”: adesso la società fa causa al Comune di Alessandria”.
Un minacciato atto di pignoramento da parte della Hera, la holding emiliana pubblico/privata dell’energia elettrica sul consumo nel periodo 2014/2016. Ciliegina sulla torta l’ultima botta: “Sono da rifare i conti del Comune di Alessandria dal 2012 al 2017. La relazione dei giudici contabili dopo l’analisi dei bilanci: “Risultati non attendibili, pregiudicano ogni valutazione”.
(in ambedue i casi citati, periodo amministrazione Rossa). Prendersela con questa amministrazione che ha sperato di investire in manutenzione, porre rimedio al degrado, portare avanti progetti sospesi conoscendo la realtà è un passatempo inutile. C’è però una speranza in questa notizia: “Salva Comuni”: da Roma aiuti per Alessandria. 20 milioni per il 2020-2021”.
Nel frattempo cautela, lo dice un proverbio inglese: “non contare i tuoi polli prima che si siano schiuse le uova”.
Voto: 3

 

2) Sanità Regione Piemonte: dove eravamo rimasti? Per la precisione eravamo rimasti alla notizia del 31 dicembre 2018, quando l’allora Governatore del Piemonte così annunciava: “Sergio Chiamparino fa il bilancio: abbiamo ridato credibilità a un’istituzione come la Regione Piemonte”.
Nel contenuto della comunicazione vi è una parte dedicata alla sanità che riporto: “La stessa operazione è stata compiuta per la sanità: siamo partiti da una situazione di commissariamento, abbiamo messo in moto un cospicuo piano di nuove assunzioni e un miliardo di euro per il Parco della Salute di Torino, la Città della Salute di Novara e i nuovi ospedali dell’Asl TO5 e del VCO, senza dimenticare le questioni più rilevanti, e lavorato per rendere la sanità più moderna con l’apertura di numerose Case della Salute e con l’avvio di una nuova politica della cronicità. Il Piemonte è così diventato la prima Regione italiana per quanto riguarda l’applicazione dei livelli essenziali di assistenza nel 2017 e non sarà un caso se l’assessore Saitta è stato indicato come prossimo presidente dell’Agenzia italiana del farmaco”. Poi ci fu il periodo di campagna elettorale, e di sanità se ne parlò pochissimo, quasi che l’argomento fosse tabù. E ora è chiaro perché: tutta quella “salute” per la sanità piemontese dichiarata a dicembre 2018 fa a pugni con le notizie dei primi di giugno: “Asl in rosso, allarme conti in Sanità”.
Abbreviando sta scritto: “ Pesanti passivi nei bilanci di previsione di molte aziende sanitarie. In quella di Alessandria il collegio sindacale ha espresso parere negativo. Critica la situazione della To4 e anche Asti mostra sofferenze. E per alcuni direttori il destino è segnato. Chi occuperà la poltrona di assessore alla Sanità, sedendovisi per la prima volta, appena sotto il velluto scoprirà tante puntine da disegno e nel momento di togliere le puntine da disegno prima di sedersi sulla poltrona tra le più importanti ma anche scomode della Giunta, sgomberare qualche poltrona e far alzare qualcuno da quella di Direttore Generale”.
Per quel che ho percepito nel quinquennio sulla sanità della nostra provincia, quindi ASL/AL, tagli se ne sono fatti senza risparmi, inoltre c’è stato pure il tentativo di fusione tra ASO e ASL. Magari la nostra ASO era un po’ più in salute, e si puntava a fare di tutt’erba un fascio? E ora che succederà?
Voto: 2

 

3) Sono dalla parrucchiera, il mio giorno è il giovedì e incontro le clienti ‘abitudinarie’. Mentre si chiacchiera tra ricette culinarie e sanità, l’argomento politica si infila di mezzo e una signora mi chiede: “Ma cosa è questo scandalo dei magistrati che non ci ho capito granché?” Rispondo: “E ti credo che non si capisce granché, la grande informazione di regime in carta e TV ha calato una tendina fumogena sulla più grave crisi istituzionale degli ultimi anni, il caso CSM/Palamara, Luca Lotti e le nomine”. Ovviamente “salgo in cattedra” e relaziono al mio attento “uditorio” i minimi particolari della vicenda, perché la giustizia e il suo funzionamento è anche ‘cosa nostra’, ed è giusto parlarne. Nei giorni scorsi i giornaloni e i salotti politici TV per un breve attimo sono stati distolti dall’argomento preferito: ‘dare addosso’ al Ministro Salvini, per parlare invece velatamente dell’uragano che ha travolto il potere giudiziario. Argomento chiuso in fretta, naturalmente. Quei magistrati, insieme ad un potente politico dei governi Renzi/Gentiloni, stanno facendo pessima figura, e screditando la loro Istituzione. Quello che sta emergendo è che la Magistratura, con le sue “correnti” puramente partitiche, ha ormai un deficit di credibilità agli occhi di noi cittadini. Basta leggere quel poco che il “convento” passa: “Magistrati indagati, Csm a pezzi. Ermini: Emersi traffici venali e giochi di potere. Vicenda simile alla P2. Degenerazioni correntizie, giochi di potere e traffici venali”. E pensare che la Magistratura ha sempre rivendicato la propria indipendenza, e dovrebbe essere al di sopra di ogni situazione. Oggi viene alla luce che una parte della Magistratura molto spesso si lascia sedurre dalle lusinghe del potere politico, e a farne le spese sono i cittadini e certe istituzioni che sono fuori dalle simpatie delle cosiddette “correnti”. Gli intrallazzi emersi fanno comprendere che, affaccendati in altre faccende, certi magistrati non hanno molto tempo per occuparsi dei percorsi di Giustizia necessari per il paese. Il “capo” del CSM è il presidente Mattarella, da cui ci attendiamo una presa di posizione chiara sulla vicenda. Questo articolo la dice lunga sul “verminaio” che si è creato: “Magistratura connection, sospetti sul Quirinale. Secondo l’indagato Lotti il presidente Mattarella era tenuto al corrente”.
Andiamo bene! Però meglio che tutto emerga, a questo punto: di polvere sotto il tappeto in questo paese ne abbiamo nascosta anche troppa!
Voto: 2