Caso Monticone: finalmente la parola fine! E’ l’ora dei ringraziamenti. Intanto a Ovada…[Le pagelle di GZL]

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 CorriereAldi Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Chiusura della vicenda Giuseppe Monticone&C. un percorso durato oltre venti anni per i residenti di una porzione di Alessandria finiti in un’area golenale ‘programmata’. Questa è una pagella di ringraziamento personale a tutte le figure politiche e tecniche che saranno citate nel proseguo dello scritto. La ritengo personale perché sono entrata nella vicenda “a gamba tesa” nel momento in cui Giuseppe Monticone, a dicembre 2017, mi ha contattata per chiedere aiuto dopo anni di tribolazioni, ignorato da tre amministrazioni e da figure politiche che dopo averlo ascoltato lo hanno abbandonato (ci sono le carte che parlano). Oggi giugno 2019 posso dire: ho tentato una sfida e per la parte che ho avuto l’ho vinta. Accettare di affiancare Giuseppe Monticone per me è stata una sfida: unica richiesta che feci a Monticone fu di stare il più possibile nell’ombra per poter controllare le varie “manovre” degli Enti interessati, e di conseguenza consigliare i passi da fare per evitare errori, e così fu. Conosciuta la sua storia dalla A alla Z preparai il mio “progetto”, e ritenni a presenza della Regione prioritaria al nostro fianco. Quindi dovetti cercare una figura che in Regione potesse essere “i nostri occhi” sulla ennesima trafila che Monticone ritentava con il Comune di Alessandria, fiducioso nella nuova amministrazione, dopo i disastri delle precedenti. La scelta cadde sul consigliere regionale Walter Ottria, che conoscevo solo attraverso i media e che peraltro in alcune occasioni non trattai troppo bene nelle mie pagelle. Ottria, per nulla offeso, accettò la mia richiesta e fu una scelta vincente, perché da gennaio 2018 prese davvero a cuore la “crociata” Monticone e la portò a compimento fino ad oggi. Avere un appoggio in Regione fu altra scelta vincente. Devo dare atto a Walter Ottria che non ha mai chiesto nulla politicamente, neppure in campagna elettorale, pur consapevole che il suo ruolo è stato importantissimo perché in Regione ha toccato ogni tasto possibile per chiudere questa partita. A questo punto elenco i nomi di chi, nonostante ostacoli applicativi e procedurali a volte caotici e farraginosi da far perdere la testa al povero Monticone e da irritarmi non poco, ha avuto un ruolo importante per la positiva chiusura di questa vicenda. Regione Piemonte Walter Ottria, Aldo Reschigna (ex vicepresidente regionale), Salvatore Femia (dirigente settore difesa del suolo). Tecnico/Politico: Aurora Mulas, l’architetto che ha curato le pratiche della rilocalizzazione nonostante paletti e difficoltà, conosco la materia e temo che solo in Alessandria accadano certe cose. Comune: Paolo Borasio (assessore), Cristina Sinelli (dirigente protezione civile). Informazione: un grazie va a chi ha seguito costantemente e quotidianamente Monticone: Don Ivo Piccinini (Radio Voce Spazio), Monica Gasparini (Il Piccolo). Non è stata certo una passeggiata, ma insieme ognuno nel suo ruolo siamo riusciti laddove altri hanno fatto ‘spalluccia’, quindi è stato un importante successo, un bel 10 meritato per aver permesso la parola FINE.
Voto: 10

 

2) La stazione ferroviaria di Ovada il 5 giugno ha chiuso la biglietteria, e i pendolari devono rivolgersi alle emettitrici automatiche, che sono solo due per una stazione dove, dati Rfi, transitano 420 mila utenti l’anno, oppure alle tabaccherie e centri Sisal/Lottomatica per acquistare biglietti e abbonamenti. Per i più “smart” c’è il sito di Trenitalia. Si legge che quella di Ovada è l’unica biglietteria su tutta la linea tra Acqui e Sampierdarena e che, quand’è chiusa, la stazione resta senza presidio. Interessante questo articolo: “La stazione ferroviaria di Ovada appena inaugurata rischia di perdere la biglietteria – I lavori di ristrutturazione sono costati 4,5 milioni di euro. L’addetta va in pensione. È l’unico sportello tra Acqui e Sampierdarena”.
Qui mi fermo. Ogni giorno e da tempo notizie come questa su eliminazioni di servizi sono all’ordine del giorno: sanità, trasporti e molto altro. La buona copertura territoriale di Sanità, trasporti, servizi essenziali in questa provincia non sono stati ben gestiti e tutelati dalla Regione. La sanità alessandrina è a brandelli (anche sul fronte finanziario, a quanto si legge sui bilanci dell’Asl), i trasporti sono un optional
Ogni città della provincia sta perdendo pezzo dopo pezzo ciò che nei decenni precedenti si era conquistato. Negli anni ‘70/’80, avevo rispetto per le istituzioni, la vita trascorreva serena senza problemi, mi sentivo sicura nel paese Italia e città, le cose funzionavano. C’era lavoro, e in quegli anni le famiglie come la mia stavano costruendo il futuro: un po’ di risparmi, le Poste Italiane che a quel tempo erano una garanzia, l’acquisto di una casa e riuscire ad acquistarne anche una seconda per le vacanze. C’erano le certezze prioritarie: sanità, trasporti, poste, un buon vivere che io ho conosciuto ma i miei figli e nipoti no. In quegli anni c’era la convinzione di un futuro sempre più roseo, ci si sentiva tutelati da Stato e Regione, che oggi sono invece solo costosi baracconi, a cui si è aggiunta il ‘mostro’ Unione Europea.
Dagli anni ’90 piano piano è iniziata la decadenza, che oggi è crollo verticale. Ma si dice che la speranza sia dura a morire, e noi speriamo che la nuova governance regionale riporti questa nostra provincia dopo anni di abbandono ai livelli che merita.
Nel settore trasporti se l’Agenzia della Mobilità Piemontese Regionale non è in grado di ottenere i necessari ed essenziali servizi si cambi la dirigenza o si chiuda tale carrozzone: “Trasferito all’Agenzia della Mobilità Piemontese il contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale”.
Risultati? Si lamentano tutti!
Voto: 2

 

3) Morosità utenze e “oneri generali di sistema”. Ha fatto scalpore il caso del cardinale elemosiniere del Papa che personalmente ha riallacciato le utenze di un grande immobile di Roma occupato da circa 400 abusivi a cui era stata tolta la corrente elettrica dalla società elettrica Hera per 300 mila euro di arretrati. Si è parlato di denunce per allaccio abusivo alla rete, ma il Cardinale Konrad Krajewski, rischierà ben poco sul profilo penale. Nel frattempo ha creato un precedente significativo, visto che secondo Federcasa in Italia ci sono più di 50.000 alloggi occupati abusivamente da persone che non ne avrebbero titolo, e che non pagano nulla. Il mio pensiero sulla vicenda è che o si rispettano le leggi e le regole, oppure è anarchia totale e ognuno è libero di fare e disfare. Il Cardinale avrebbe dovuto accordarsi con la società elettrica, e chiedere una rateizzazione indicando un IBAN del Vaticano. Ho utilizzato questo episodio per trattare un costo economico che pesa sulle nostre bollette di energia: “Oneri generali di sistema”, di cui pochi conoscono lo scopo. si può approfondire con questo articolo: “Bollette della luce: cosa sono gli “oneri di sistema” e perché fanno impennare le spese”.
Il costo dell’energia domestica per le famiglie è ‘Schizzato’ alle stelle, ma una gran parte della bolletta, tra il 40 e il 50 per cento, va via per spese che dovrebbe competere alo Stato e non ai cittadini. Di che cosa si tratta? Negli anni i governi (l’ultimo aggravio dal governo Gentiloni), hanno inserito in questa voce una serie di costi che sarebbero dovuti andare a carico della fiscalità generale, e invece passano tutti per il portafoglio delle famiglie. L’elenco: incentivi alle fonti rinnovabili e alle energie “pulite”, smantellamento delle centrali nucleari (tutte ancora in piedi), finanziamenti della ricerca del settore, agevolazioni alle imprese particolarmente energivore, contributi alle Ferrovie dello Stato. Insomma di tutto di più, e in questo di tutto e di più ci hanno infilato anche le famiglie povere e i morosi. “Evasori dell’energia elettrica: ora il conto lo paghiamo noi”.
Voto: 2