Innovazione e tecnologia in sanità: i visori 3d entrano in ospedale. Progetto unico in Italia grazie a ‘Cesare Arrigo’, Rotary Club e Università di Genova [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

La realtà virtuale entra nella sanità grazie a sei visori 3d donati all’ospedale infantile ‘Cesare Arrigo’ dal Rotary Club di Valenza (il presidente è Werner Natta) e con il contributo del Distretto 2032 e dei Club del gruppo Piemonte Est.

E l’azienda ospedaliera alessandrina diventa così pioniere a livello nazionale di un progetto che vede utilizzare la realtà virtuale come strumento di sedazione non farmacologica nei pazienti più piccoli.

Il valore della donazione è di diecimila euro, però è ben più alto il valore rispetto alla qualità della cura perché i visori saranno utilizzati per «procedure moderatamente dolorose, ma fortemente caricate di aspettative emotive, e per contenere l’effetto psicologico del distacco madre-figlio. Pensiamo per esempio alla fase dell’induzione all’anestesia prima degli interventi chirurgici, oppure alla riduzione non cruenta delle fratture» spiega Alessio Pini Prato, direttore della Chirurgia Pediatrica. «L’utilizzo – aggiunge – verrà esteso alla terapia delle fobie con inserimento di programmi interattivi mirati sulle esigenze del paziente».

Sono due gli ambienti in tre dimensioni da scoprire, uno marino, l’altro invernale, che in due versioni di cinque e sette minuti accompagnano il piccolo paziente in un viaggio capace di affascinarlo durante le terapie. Alla versione statica seguirà anche una interattiva, mentre è il fase di elaborazione un programma per la terapia comportamentale. Lo scopo è sempre quello di «agire sullo stress e sulle emozioni negative per migliorare il rapporto con i pazienti» precisa Pini Prato.

Il software è stato sviluppato dalla start up Sirelab Srl, costituita nell’ambito di un’attività di sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico svolta all’università di Genova. Marcello De Stefanis, sviluppatore di applicazioni in realtà virtuale, ha curato per Sirelab il progetto insieme a Carlo Cravero dell’ateneo genovese. La proprietà intellettuale del programma è invece del Rotary Club di Valenza che lo ha messo a disposizione in modo esclusivo all’azienda ospedaliera.

La sperimentazione della realtà virtuale è stata avviata nel 2006 prima in ambito industriale, successivamente grazie ai contatti fra Alessio Pini Prato, che all’epoca lavorava all’ospedale pediatrico genovese ‘Gaslini’, e l’università del capoluogo ligure sono state avviate le prime simulazioni di realtà virtuale in ambito chirurgico. Il rapporto non si è mai interrotto e ora, grazie al contributo del club di servizio, è diventato realtà un nuovo progetto. «Continueremo ad assicurare la continuità a una iniziativa che è pressoché unica in Italia» assicura Werner Natta. «L’intenzione è proseguire a testare lo strumento e l’utilizzo in tutti i reparti del ‘Cesare Arrigo’ con l’obiettivo di esportare il modello in altri ospedali italiani» aggiunge Pini Prato.

Innovazione e tecnologia vanno nella direzione di «rendere l’esperienza ospedaliera meno traumatica, più ludica e incentrata sul concetto di ospedale senza dolore, a misura di bambino e di famiglia» afferma Giacomo Centini, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Alessandria, che puntualizza come anche attraverso iniziative come questa «sia possibile migliorare il percorso di accoglienza e benessere per l’ospedale infantile che abbiamo previsto nel nostro piano strategico e che guarda al progetto più ampio della totale ristrutturazione della struttura».