Il ritorno del Ponte: giovedì la presentazione del restauro del dipinto dell’antica struttura coperta sul Tanaro

L’evento in programma giovedì 30 maggio alle ore 18, alle Sale d’Arte di via Machiavelli 13 ad Alessandria, presenta aspetti di profonda importanza per la città, per la sua comunità e per la sua storia.

Il Sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco (con delega alle Politiche Culturali) e la Presidente di CulturAle ASM Costruire Insieme, Cristina Antoni, accompagnata dal Vicepresidente di CulturAle, Luigi Sfienti, propongono agli alessandrini la “restituzione” del dipinto raffigurante l’antico Ponte coperto sul Tanaro, oggetto di un paziente quanto prestigioso lavoro svolto da parte di Nicola Restauri srl di Aramengo (AT), d’intesa con la Direzione del Settore Politiche Culturali del Comune di Alessandria.

“L’antico Ponte coperto sul Tanaro” (un olio su tela di cm 198 x 290) sarebbe opera di un pittore piemontese del XVII secolo. In base alle informazioni riportate nel volume “Il Museo e la Pinacoteca di Alessandria” edito dalla Cassa di Risparmio di Alessandria nel 1986 (p. 23, foto 13) questo olio su tela proveniva dal Palazzo Municipale di Alessandria, quale dono di Giovanni Battista Cortona del 1854 ed era stato posto nella Pinacoteca Comunale dal 1921.

L’esistenza di ponti di legno sul Tanaro in questo punto della Città – così come raffigurato nel dipinto – è ampiamente documentata a partire dall’inizio del XV secolo e, a metà del 1400, Francesco Sforza dava la concessione per la costruzione di un ponte in pietra concedendo agli alessandrini per tre anni il dazio dei macelli per impiegare gli introiti nella costruzione: il nuovo ponte di allora era coperto e aveva una larghezza di 7 metri e, nonostante i continui problemi strutturali, divenne elemento centrale di transito e attività per la Città di Alessandria.

«La soddisfazione per la conclusione della pregevole azione di restauro compiuta da Nicola Restauri su questo dipinto – ha dichiarato il Sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliascosi unisce alla consapevolezza scaturente dal titolo che, insieme a CulturAle ASM Costruire Insieme, abbiamo inteso dare all’evento del 30 maggio. Si tratta veramente del “ritorno del Ponte”: un ritorno di un olio su tela nella propria Città e, al contempo, dell’invito che la Comunità alessandrina fa a se stessa per “ritornare”, ancora una volta, a riflettere sulla propria storia, sulla propria identità civica, sociale, economica, urbanistica e relazionale per consolidare le basi culturali con cui affrontare le sfide del futuro di questo XXI secolo.

Non a caso questo “ritorno” del Ponte si colloca a compimento di un mese (maggio 2019) in cui abbiamo concluso le straordinarie celebrazioni per l’850° anniversario fondativo della Città e abbiamo festeggiato il suo 851° compleanno: l’evento del 30 maggio alle Sale d’Arte si colloca dunque in perfetta continuità con il programma celebrativo dei mesi scorsi, così come ampiamente concordato anche in seno al Comitato “Alessandria850” quale elemento tra quelli da lasciare in eredità alla Città in vista del prossimo 900° anniversario fondativo.

Tuttavia, vi sono ancora alcuni aspetti che mi preme sottolineare. Il primo riguarda il soggetto rappresentato nel dipinto: quello del Ponte sul Tanaro è nei secoli un elemento identitario di prim’ordine per Alessandria collegando la Città alla parte dell’antico borgo di Bergoglio (ora Cittadella). Pur essendo un dipinto presumibilmente del XVII secolo, la raffigurazione che il restauro ci restituisce è quella di una “facies”, di un volto di Alessandria che mette in luce edifici, monumenti, mura, fortificazioni di epoca precedente, dai forti connotati tardo-medioevali.

Oltre a questo, colpisce la vivacità, il fermento, la tipica operosità degli alessandrini di allora raffigurati sulle rive del Tanaro, nei pressi dell’antico Ponte coperto: scorgiamo infatti, insieme ai natanti e ai mulini, le lavandaie, i pescatori, coloro che sono in procinto di attraversare il fiume sulle barche, le persone che raccolgono materiali, legnami e quant’altro e li trasportano o su animali o in gerle sulle proprie spalle… Tutto è un tripudio di azioni ben rappresentate che danno il senso di quanta vita di comunità ci fosse già allora nella nostra Città: una vita che, non a caso, si svolgeva attorno al fiume, sulle rive del Tanaro, a testimoniare un’idea che oggi siamo tutti invitati a recuperare convintamente.

Mi sto riferendo allo sguardo che dobbiamo avere nei confronti del fiume e del rapporto tra Alessandria e il Tanaro e, in generale, i suoi fiumi. Siamo tutti spronati a considerare il Tanaro non come un nemico o un pericolo, ma come parte integrante della vita della nostra Comunità, con cui costruire un rapporto sinergico che, nella storia civica di questi secoli, i diversi ponti hanno solo rafforzato, con l’obiettivo di collegare, ma al contempo di rendere vivace e fluida la vita della Città “con” e “vicino” ai propri corsi d’acqua.

Da ultimo, trovo interessante il collegamento iconografico tra quanto raffigurato su questo dipinto ad olio e l’affresco che è stato recentemente restaurato presso l’Ufficio di Segreteria del Sindaco a Palazzo Comunale, nella parte in cui è rappresentato il ponte, successivo a quello antico e coperto del XV secolo, così come venne ricostruito tra il 1774 e il 1778, a sua volta sostituito dal ponte “scoperto” del 1889-1891 che venne abbattuto nel 2009 per consentire la costruzione dell’attuale Ponte progettato da Richard Meier.

In questa continuità di storia e di raffigurazioni di Ponti possiamo veramente cogliere la continuità di storia e la “storia di storie” che rendono ancora grande e bella la nostra Città».

 

 

All’arrivo nel 2002 nel laboratorio di Nicola Restauri, l’olio su tela raffigurante “L’antico ponte coperto sul Tanaro” risultava scarsamente leggibile per la presenza di depositi di sporco compattati e un vistoso ingiallimento delle riverniciature, parzialmente ossidate che mascheravano ritocchi e riprese pittoriche ampiamente debordanti eseguite in modo sommario ad integrazione di larghe cadute ed abrasioni.

 

«L’esame delle fluorescenze all’UV – ha sottolineato Anna Rosa Nicola, Direttore Tecnico di Nicola Restauri srl nella propria relazione tecnica – metteva in evidenza due interventi diversi: uno più antico, verosimilmente ancora ottocentesco, coperto da una vernice con fluorescenza giallo verdastra ed uno più recente, probabilmente coevo alla foderatura posto al di sopra di tale vernice.

Dal punto di vista conservativo, il dipinto non mostrava particolari problemi, non si rilevavano difetti di adesione della pellicola cromatica e nemmeno distacchi tra tela originale e foderatura.

Anche il telaio era ancora funzionale pertanto foderatura e telaio sono stati conservati. E’ stata eseguita una pulitura per aspirazione sul retro ed il telaio è stato trattato con permetrina.

La pulitura della superficie dipinta è stata invece piuttosto laboriosa, condotta necessariamente in più riprese, operando sia chimicamente con miscele di solventi- detergenti appositamente approntati sulla base dei test preliminari, sia a bisturi, per la riduzione o totale rimozione delle vecchie stuccature stese a spatola che coprivano ampiamente la cromia originale.

Una volta rimossi con miscele di solventi di media polarità i ritocchi più recenti e con una soluzione addensata di tensioattivi lo sporco superficiale, si è gradualmente assottigliata la riverniciatura più vecchia e quindi si sono rimossi i rifacimenti ad olio, molto tenaci operando con soluzioni addensate di solventi forti applicati localmente fino al grado di ammorbidimento desiderato terminando poi la pulitura a bisturi. L’asporto dei rifacimenti e delle stuccature ha permesso di scoprire frammenti di originale prima nascosti recuperando cromie luminose, contrasti e profondità.

Le cadute di colore sono state stuccate a livello con stucco composto da gesso di Bologna, colla di coniglio e terre naturali; le mancanze di cromia e le abrasioni sono state ricucite in tono a punta di pennello restituendo integrità all’insieme. La superficie dipinta è stata infine protetta con un velo di vernice non ingiallente».

 

 

Il restauro del dipinto de “L’antico Ponte coperto sul Tanaro” è stato autorizzato dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo.

 

 

Il ponte sul Tanaro ad Alessandria

Antonella Perin

 

Il dipinto mostra una delle più interessanti immagini del ponte coperto sul Tanaro che nei secoli ha rivestito un ruolo di primo piano nel contesto economico e nell’ assetto strategico-difensivo di Alessandria, garantendo i collegamenti con la rete dei percorsi urbani e territoriali.

Nell’XI secolo in prossimità dell’ansa del fiume Tanaro, area di fronte alla quale si attesta Bergoglio, si suppone già esistesse un “porto traghetto”, un sistema barche e corde che permetteva di attraversare il fiume.

Nel XII secolo – a seguito della fondazione della Città – in quel punto viene realizzato il primo ponte in legno, la cui costruzione è documentata l’8 novembre 1168.

Nel 1184 l’imperatore Federico I si riserva la riscossione del pedaggio sulla circolazione delle merci, indizio che fa supporre il completamento della struttura.

Nell’ultimo quarto del Duecento il Comune dispone ormai liberamente della riscossione del pedaggio, normato dal codice degli Statuti.

Per tutto il Trecento il ponte permane ligneo e nell’ambito del riassetto delle difese voluto dai Visconti vengono costruite le rocchette sulle sponde opposte del Tanaro, le cui torri sono ben visibili nel dipinto seicentesco.

Nel 1450 Francesco Sforza promuove la ricostruzione in pietra. I lavori, svolti tra il 1455 e il 1488, sono affidati agli ingegneri ducali Guiniforte e Pietro Antonio Solari.

Allo scadere del XV secolo risulta innalzata solo una parte delle arcate lapidee, mentre un tronco del ponte rimane ligneo.

Con l’avvento della dominazione spagnola (1535) la struttura assume nuovi significati legati alla difesa. Salvaguardare l’ abitato, ma soprattutto il borgo e il ponte, sarà uno dei principali problemi degli ingegneri militari giunti in città. Per tale motivo alla fine degli anni ’70 del XVI secolo Pellegrino Pellegrini, figura di primo piano nel panorama architettonico dell’ epoca, dirige il cantiere di completamento delle arcate in pietra.

Durante il XVII secolo si susseguono le opere di manutenzione e il dipinto del Museo Civico ben illustra il suo aspetto a quell’ epoca: un attraversamento su dieci arcate coperto da una tettoia in legno. All’inizio del Settecento si trova in cattivo stato di conservazione a seguito di alcuni crolli e si progetta di ricostruirlo (disegni ing. Giacomo Solari, 1707).

Durante la guerra di successione austriaca il marchese Ignazio Caraglio a scopo difensivo dispone la demolizione di due arcate (1745-1746), alla metà del secolo il ponte presenta di nuovo una struttura in materiali misti e solo tra il 1774-1778 viene ricostruito su progetto dell’ ingegnere Giovanni Battista Gianotti. In periodo napoleonico si rafforzano i piloni e si predispone un passaggio protetto su indicazione dell’ingegnere militare François Chasseloup-Laubat.

Ulteriormente danneggiata durante le guerre d’Indipendenza la struttura viene rifatta in mattoni tra il 1889 e il 1891.

Dichiarato incompatibile con il nuovo regime idraulico del fiume Tanaro a seguito dell’alluvione del 6 novembre 1994 l’ottocentesco “ponte Cittadella” viene abbattuto nell’agosto del 2009, al suo posto è innalzato il ponte a unica arcata con passerella pedonale progettato dall’ architetto Richard Meier, inaugurato il 23 ottobre 2016.

 

 

Nota della bibliografia recente

Il museo e la pinacoteca di Alessandria, a cura di C. Spantigati, G. Romano, Alessandria 1986, pp. 23 e 154; La cittadella di Alessandria. Una fortezza per il territorio dal Settecento all’ Unità, a cura di A. Marotta, Alessandria 1991, pp. 108-109, 119, 128; N. Vassallo, Un’antica presenza nella storia alessandrina: il ponte sul Tanaro, in “Rassegna Economica della Provincia di Alessandria”, n. 4, 1995, pp. 42-46; N. Vassallo, Il territorio tra Tanaro e Bormida nei documenti d’archivio, Alessandria 1997, pp. 113-121; A. Dameri, R. Livraghi, Il nuovo volto della città. Alessandria nel Settecento, Alessandria 2005, pp. 156-157; A. Perin, Gli ingegneri del ducato di Milano attivi nel Piemonte orientale, in M. Viglino, A. Bruno jr. (a cura di), Gli ingegneri militari attivi nelle terre dei Savoia e nel Piemonte orientale (XVI-XVIII secolo), Firenze 2007, pp. 109-120, in part. pp. 110-111; A. Perin, R. Livraghi, Il broletto di Alessandria: proposte per una lettura urbana e architettonica, in A.Calzona, G.M. Cantarella (a cura di), Dalla Res Publica al Comune.Uomini, istituzioni, pietre dal XII al XIII secolo, Verona 2016, pp. 83-98, in part. pp. 84-86; A. Perin, Alessandria tra ‘400 e ‘500: città, cantieri e famiglie, in F. Cervini (a cura di), Alessandria scolpita 1450-1535. Sentimenti e passioni tra Gotico e Rinascimento, Genova 2019, pp. 47-57, in partic. pp. 49-50.

 

 

La presentazione del restauro del dipinto dell’antico Ponte coperto sul Tanaro è programmata per giovedì 30 maggio alle ore 18 alle Sale d’Arte di via Machiavelli 13 ad Alessandria (ad ingresso libero e gratuito).

L’evento – che si avvale del sostegno del Gruppo AMAG di Alessandria – vedrà la partecipazione, oltre che del Sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco, di Cristina Antoni, Presidente di CulturAle ASM Costruire Insieme, di Adolfo Carozzi, curatore dell’allestimento, di Anna Rosa Nicola, Direttore Tecnico di Nicola Restauri srl, e di Antonella Perin, architetto del Politecnico di Torino.