Salvini a Novi Ligure: “Io non mollo: aiutatemi a cambiare l’Italia, e l’Europa”. Prima di lui Molinari: “Questa città pronta a voltare pagina”. E un avviso ai 5 Stelle

di Ettore Grassano

 

“Ora o mai più. Io non mollo” recita la gigantografia proiettata alle sue spalle, sul megaschermo installato per l’occasione nel cortile dell’ex Caserma Giorgi di Novi Ligure.

Matteo Salvini sale sul palco alle 21.22, abbracciato ad Alberto Cirio, candidato del centro destra alla Presidenza del Piemonte, europarlamentare di Forza Italia. Un segnale di vicinanza, senza dubbio, ma anche un modo per evidenziare che il centro destra in campagna elettorale è a traino Lega, e lo sarà anche la Regione Piemonte, da lunedì.

Prima dell’arrivo del Capitano ci pensa Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega in Piemonte, e capogruppo alla Camera, a scaldare la folla numerosa ma molto composta, in un clima di quasi festa: “Siamo qui perchè Novi Ligure è una città simbolo: sono 70 anni che qui comandano i comunisti, e che avere o no una certa tessera in tasca fa la differenza. Ma da lunedì sarà tutta un’altra storia. Qui, in Piemonte e anche al Governo”. Come a dire ai 5 Stelle ora basta: la Lega la prossima settimana sarà il primo partito del Paese, e dell’alleanza di governo, si cambia musica. E ancora, sulla Regione Piemonte: “Chiamparino non ha in giunta neanche un alessandrino, è la prima volta dal 1970. E si vede: ha distrutto la nostra sanità, indebolito i trasporti, affossato l’economia del nostro territorio. Alberto Cirio viene dalla provincia, come noi: e da lunedì il Piemonte smetterà di essere ‘a due velocità'”.

Salvini sale sul palco sorridente, e forse anche un po’ stanco, dopo una campagna elettorale massacrante: camicia bianca e cravatta (“ho appena registrato un intervento in tv: invece di chiedermi dell’Unione Europea mi chiedono solo di commentare le battute di Di Maio: ma si può? Ma hanno capito che domenica si vota prima di tutto per cambiare l’Europa?), il Ministro dell’Interno parte con un inno alla vita, e al cambiamento (“La gente ci vota perchè parliamo di futuro, e di vita normale, di persone normali. Il Pd ha passato la campagna elettorale ad insultare me: ieri un tizio con una bandiera della pace in mano urlava Salvini muori. Sono ridicoli, il passato”), e poi va sul concreto, e su temi europei, già in precedenza affrontati da Riccardo Molinari: “Da lunedì saremo il primo partito italiano, e tra i più forti d’Europa. In queste ultime ore parlate con tutti, convincete gli indecisi: chi si astiene oggi, non si lamenti domani. Questa Unione Europea va completamente rifondata sul fronte del lavoro, dei diritti sociali dei più deboli, e della difesa dei confini: se vinciamo noi, senza permesso non entra più nessuno”.

Poi una riflessione sul mondo agricolo, che alla Lega sta particolamente ‘a cuore’ da sempre: “L’Unione Europea dei progressisti, del Pd, delle banche ha dato il via libera al riso cambogiano, coltivato da bambini, e senza nessun controllo delle qualità delle sostanze utilizzate nei campi. Sono dopo anni ci hanno dato ragione. Noi vogliamo che l’agricoltura italiana sia difesa, perchè è sinonimo di eccellenza: mangiamo e beviamo italiano. Difendiamo il grano, il riso, il latte delle nostre stalle”.

Il leader della Lega rivendica, con orgoglio, i risultati ottenuti dalla Lega al Governo: “Non promettiamo miracoli, quelli erano la specialità di Renzi. Però quello che diciamo facciamo: quota 100 sta restituendo un po’ di meritata serenità a centinaia di migliaia di persone che si sono spaccate la schiena al lavoro per quarant’anni, e al tempo stesso sta aprendo spazi per ragazzi e ragazze nel mondo del lavoro. Gli sbarchi clandestini sono diminuiti del 90%, e anche i morti in mare, nonostante la propaganda della sinistra cerchi di negarlo. Abbiamo portato le tasse al 15% per le partite Iva, ed è solo il primo passo, e abbiamo approvato la legge sulla legittima difesa: segno che non era impossibile, bastava volerlo. E ieri, anche se nessuno lo scrive, è passato in Senato l’emendamento della Lega, per cui sarà possibile rendere più sicure, con telecamere, case di riposo, scuole e ospedali”.

Sottolinea, Salvini, come la Lega sia per un’Europa dei diritti, del lavoro stabile, delle tutele: “il contrario di quel che han fatto in questi anni i cosiddetti progressisti, a casa nostra in particolare. Sapete dove ho deciso di chiudere, domani sera, la nostra campagna elettorale? In un piccolo centro del piacentino, Castel San Giovanni: lì c’è la sede centrale italiana di Amazon. La Lega non vuole che gli italiani diventino un popolo di robottini precari, usa e getta, impossibilitati a fare dei figli, e a costruirsi un futuro”. Il vice premier dà anche un consiglio al ‘suo’ candidato Governatore, Alberto Cirio: “Guardate alla vicina Lombardia: lì, dove governa la Lega, ogni anno 15 mila bambini figli di famiglie non benestanti vanno all’asilo nido gratuitamente, e i genitori separati con figli a carico ricevono un contributo mensile fino a 400 euro”.

La folla di militanti della Lega arrivata a Novi Ligure non solo da tutta la provincia di Alessandria, ma da tutto il Piemonte, lo acclama a gran voce per nome: “Matteo, Matteo”. Salvini capisce che è il momento di chiudere con le parole, tra gli applausi. Ma non ancora di andarsene: prima, come già dieci giorni fa ad Alessandria e a Tortona, ‘scatta’ l’ora del selfie, a cui il Capitano ha ormai abituato la sua gente. Sorrisi per tutti, abbracci, e la speranza di un risultato eclatante. Ora la parola alle urne.