Brambilla lascia l’Asl di Alessandria. Rischia di rallentare l’integrazione dei servizi con l’azienda ospedaliera? [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

E adesso che fine faranno tutti i progetti di lavoro in comune fra Asl Al e azienda ospedaliera del capoluogo? Antonio Brambilla, dal mese di giugno del 2018 direttore generale dell’azienda sanitaria di Alessandria, lascia infatti l’incarico per assumere la guida dell’azienda Usl di Modena. Prenderà il posto di Massimo Annicchiarico che ha rassegnato le dimissioni. La designazione è stata effettuata dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna e la procedura è stata particolarmente rapida «per consentire la massima operatività dell’Azienda sanitaria modenese» si legge su una nota della Regione. Per Brambilla, milanese, medico, è un ritorno in Emilia Romagna dove ha ricoperto vari ruoli dirigenziali tra cui quello di responsabile del Servizio Assistenza territoriale.

E l’Asl di Alessandria? Appare probabile un incarico di reggenza affidato a Paola Costanzo, attuale direttore sanitario. Per una nuova nomina bisognerà attendere la nuova maggioranza di governo della Regione Piemonte. Certo è che, a nemmeno un anno dall’insediamento, per la sanità alessandrina l’addio di Brambilla rischia di causare un allungamento dei tempi per tutti quei processi che nelle intenzioni dell’amministrazione regionale e della direzione dell’azienda ospedaliera ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ guidata da Giacomo Centini dovevano ruotare intorno alle parole d’ordine “integrazione, “allineamento di vedute, sinergia, coordinamento, dialogo”. Sul fronte dell’integrazione dei servizi avevano subito fissato obiettivi prioritari fra cui la riduzione delle liste di attesa, oltre a uniformare il sistema di prenotazione centralizzato, mentre sono aperte questioni come l’Irccs per patologie ambientali e l’avvio del corso decentrato di laurea in medicina. Azienda ospedaliera e Asl devono lavorare insieme per tutti questi obiettivi, ma senza un direttore generale nel pieno delle funzioni (e che condivida gli obiettivi) si rischia una frenata.