Scarfia nuovo presidente Unione Italiana Ciechi: “Le tecnologie sono fondamentali, ma contano di più i rapporti umani”. I prossimi progetti alessandrini

di Ettore Grassano

 

“La strada da percorrere per una piena autonomia dei non vedenti è ancora tanta. Le tecnologie offrono oggi un supporto fondamentale, ma da sole non bastano: è nella testa della singola persona che deve scattare la molla, la volontà di stare nel mondo, e non solo dietro uno schermo, o peggio ancora in una chat o community di soli ciechi”. Parola di Valter Scarfia, ‘pioniere’ dell’innovazione tecnologica a supporto dei non vedenti: uno che nei primi anni Novanta già utilizzava pc evoluti con sintetizzatori vocali, e che oggi pur essendo cieco dalla nascita legge, scrive, dialoga on line in tempo reale, e pubblica un blog, https://vscarfia.com/, in cui si occupa di tecnologia, di cultura, di vita.

Da qualche settimana Scarfia è presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Alessandria, di cui è colonna portante da diversi decenni: “sarò presidente solo fino al 2020 – sottolinea -, quando in occasione del centenario dell’Uic tutte le cariche verranno azzerate. Ma in questo anno non staremo con le mani in mano. Abbiamo in cantiere progetti e iniziative, per stimolare sempre di più i nostri soci ad aggregarsi e interagire, non solo in rete ma soprattutto nei rapporti sociali reali: e non solo tra non vedenti, ma nella comunità in senso ampio”.

Primo passo, l’apertura degli uffici della sede dell’Unione Italiana Ciechi di via Legnano anche tutti i mercoledì pomeriggio: “giusto che chi lo desidera possa ritrovarsi qui per fare quattro chiacchiere, informare, stare in compagnia”. Martedì 21 maggio si sarà poi un ‘open day’, ossia una giornata in cui non solo la sede sarà aperta a visitatori anche esterni, ma ospiterà un’azienda di Reggio Emilia specializzata in ausili tecnologici: “Grazie al web – spiega Scarfia – anche su questo fronte si sono fatti passi da gigante, ma per un non vedente rimane fondamentale potere concretamente ‘toccare con mano’ gli oggetti di cui può avvalersi per migliorare la propria mobilità, e il proprio vivere quotidiano. Così come fondamentale è la socializzazione, per cui il 9 giugno ci sarà un pranzo di raccolta fondi in programma al centro incontri del Cristo: la prima di una serie di appuntamenti a cui stiamo pensando, per fare in modo che le persone giovani e meno giovani escano di casa, interagiscano, si confrontino”.

Da questo punto il web può essere (ma è assolutamente così anche per chi la vista ce l’ha, in verità) una ‘gabbia’, una comoda tana in cui rintanarsi, evitando ancora di più di interagire realmente con altre persone. “Una trappola da evitare- evidenzia il presidente dell’Unione Ciechi -, perché la rete rappresenta un ausilio prezioso, in termini di informazioni a disposizione e di possibilità di dialogo in tempo reale, ma non può sostituirsi alla vita di tutti i giorni, pur con tutte le sue insidie”.

Da questo punto di vista com’è Alessandria? “L’attività dello staff del disability manager di Palazzo Rosso – sottolinea Scarfia – sta dando risultati egreci, con notevoli risultati per tutti i portatori di handicap, non vedenti compresi. Naturalmente però ancora molto rimane da fare perché Alessandria possa definirsi davvero ‘città senza barriere’. Penso alle difficoltà che incontra un non vedente arrivando alla stazione ferroviaria di Alessandria, nonostante le importanti migliorie di questi anni. E penso a quanto sia complicato, da soli, raggiungere dalla stazione l’Università, l’ospedale o altre strutture cittadine”.

Poi c’è l’aspetto del lavoro, inteso come fonte di reddito, ma anche e soprattutto come ‘leva’ di integrazione: “Ma lo sa che, nonostante tutte le leggi al riguardo, oggi solo un non vedente su cinque in età lavorativa è realmente occupato? Il tradizionale lavoro del centralinista sempre più è sostituito dai risponditori automatici, che notoriamente non si ammalano, e non mangiano! Oggi però grazie alle tecnologie ci sono tante altre occupazioni che un non vedente può svolgere: il punto è che spesso diventa più comodo ricevere una piccola assistenza, e starsene in casa. Ma è un isolamento che ti avvolge a spirale, e non ne esci più: usciamo, incontriamo persone, occupiamoci di attività, lavori, passioni. Viviamo, insomma: questo è lo spirito con cui intendo gestire, insieme a chi mi affianca nel direttivo, l’Unione Ciechi di Alessandria”.