Uirnet, la firma di Bucci e per lo scalo ferroviario di Alessandria arriva l’ora del nuovo progetto del centro merci [Centosessantacaratteri]

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di Enrico Sozzetti

 

I numeri sono pesanti: le attuali inefficienze sul fronte infrastrutturale e logistico pesano ogni anno per valori compresi tra 25 e 35 miliardi di euro, equivalenti all’1,5-2 per cento del prodotto interno lordo (pil) dell’Italia. Ma sono altrettanto significativi quelli relativi al possibile recupero di efficienza del sistema attraverso la Piattaforma logistica nazionale (Pln): i benefici generabili si attestano su valori compresi tra 7 e 10 miliardi di euro, pari al 7,5 per cento del pil nel settore logistico e allo 0,5 per cento del pil italiano.

La logistica in Italia rappresenta il sistema portante su cui si muovono 887 miliardi di euro di interscambio commerciale dell’Italia con il mondo, genera 85 miliardi di euro di valore aggiunto (cinque per cento del totale italiano) e impiega circa 1,1 milioni di lavoratori.

Non è stato un caso che sia stata Genova a ospitare il convegno ‘Infrastrutture digitali e logistica delle merci. Priorità strategiche per Genova e per l’Italia’, organizzato da Uirnet e Logistica Digitale. Uirnet (Rodolfo De Dominicis è il presidente e amministratore delegato) è il soggetto attuatore unico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti costituito per la realizzazione e la gestione della piattaforma logistica nazionale, mentre Logistica Digitale, joint venture formata da Dxc, Fai Service e Vitrociset (Gruppo Leonardo), è la società selezionata tramite gara pubblica in project financing per estendere e gestire la Pln, nonché per erogare e commercializzare i servizi. Ed è a Uirnet che sono state affidate le attività, previste dall’articolo 6 del decreto Genova, relative alla ottimizzazione dei flussi veicolari logistici nel porto di Genova. Il decreto numero 15 dell’11 aprile, firmato dal commissario straordinario Marco Bucci (è il sindaco di Genova) assegna infatti a Uirnet il compito della gestione di una serie di operazioni che vedranno protagonista il territorio alessandrino.

Il provvedimento indica in modo specifico la progettazione esecutiva delle aree ad alta automazione (buffer) e i sistemi informatici e telematici necessari «alla loro gestione ai fini della ottimizzazione dei flussi logistici nel porto di Genova tramite la Pln nel cui perimetro è compreso il Port Community System del Porto di Genova» e la progettazione e realizzazione «delle fasi di sviluppo del varco di Ponente del Porto di Genova, compresi i sistemi informatici necessari per il collegamento del varco alla Piattaforma logistica nazionale». C’è poi la progettazione «del nuovo centro merci ferroviario di Alessandria Smistamento e la realizzazione di un’area ad alta automazione (buffer) dedicata ai camion, localizzata nel basso Alessandrino e scelta fra le aree previste dall’articolo 7 del decreto legge ‘Genova’» e infine la realizzazione «di un’ulteriore area buffer dedicata ai camion, sempre scelta tra le aree previste dal decreto Genova».

L’articolo 7 è quello che ha istituito la zona logistica semplificata del porto e del retroporto di Genova che comprende «i territori portuali e retroportuali del Comune di Genova, includendo i retroporti di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzano, Milano Smistamento, Melzo e Vado Ligure». E proprio durante il convegno è arrivata anche la benedizione di Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, al progetto del retroporto, del navettamento ferroviario e delle aree buffer nell’Alessandrino. Per il retroporto di Alessandria sono previsti due milioni di euro quale quota parte dei fondi stanziati a favore del Commissario straordinario. L’intervento consiste nella realizzazione di uno scalo merci «per favorire l’insediamento di attività logistico-produttive». La Fondazione Slala (Sistema logistico del nord ovest) di Alessandria, presieduta da Cesare Rossini, ha una partecipazione in Uirnet del cinque per cento e rappresenta uno degli asset di valorizzazione su cui punta la fondazione alessandrina in questa fase di progressiva espansione, testimoniata dalla costanti adesioni di enti pubblici piemontesi e liguri e di soggetti privati.

L’incontro genovese è stato aperto da Marco Bucci, e ha visto la partecipazione del viceministro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, e del sottosegretario alla pubblica amministrazione, Mattia Fantinati. Fra gli intervenuti anche Alberto Maestrini, presidente di PerGenova, Guido Ottolenghi, presidente del Comitato tecnico-scientifico di Confindustria per la Logistica, Marco Rettighieri, responsabile attuazione ‘Programma Straordinario di investimenti urgenti’ Porto di Genova e Paolo Emilio Signorini.

«Se si vuole uscire dalla situazione attuale di efficienza relativa del sistema logistico nazionale – sono state le parole di Rodolfo De Dominicis – lo Stato non può stare a guardare, ma deve intervenire con un monitoraggio attento sull’andamento del sistema, una verifica costante delle performance dei singoli attori e, soprattutto, deve continuare a promuovere, questa volta definitivamente, un sistema terzo che sia in grado di raccogliere, esaminare e gestire i flussi di dati che vengono dal campo per le finalità decisorie che gli competono”. Solo attraverso la trasformazione digitale della logistica italiana e il lancio sul mercato un’offerta di servizi innovativi orientati alla digitalizzazione della catena logistica «è possibile – ha puntualizzato Fabrizio Perrone, amministratore delegato di Logistica Digitale – creare un ecosistema capace di creare valore, utilizzando i risparmi generati dalla riduzione delle inefficienze di sistema per fornire un ritorno e continuare ad attrarre gli investimenti pubblici e privati del mercato».

Le infrastrutture digitali sono essenziali per lo sviluppo dell’Italia e per recuperare la competitività persa negli ultimi 20 anni rispetto ai porti del Nord Europa e a quelli emergenti del Mediterraneo (Marocco, Egitto, Turchia e Grecia). «L’Italia rimane tra i grandi sistemi portuali europei e mondiali, ma – hanno ammonito i relatori – con rischi crescenti al ribasso e di progressiva marginalizzazione dalle grandi rotte del commercio internazionale».