Il Sanatorio Vittorio Emanuele III di Alessandria – Terza parte [Un tuffo nel passato]

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di Tony Frisina

 

 

Questa puntata continua con il seguito della descrizione del Sanatorio Vittorio Emanuele III fatta dal dottor Ravazzoni attraverso le pagine della rivista Attività e Opere Pubbliche della Provincia di Alessandria nel Tempo Fascista – Anno 1938.

“Particolare cura fu posta nell’esecuzione degli impianti scientifici che sono installati nel padiglione centrale così da potere agevolmente servire per i due sessi e, a vanto dell’industria italiana, è bene ricordare che sono integralmente costituiti da materiali nazionali montati da ditte italiane.

Il reparto radiologico consta di tre ambienti intercomunicanti, per la radioscopia, per la radiografia, per lo sviluppo delle pellicole: i modernissimi apparecchi consentono radiografie e teleradiografie con brevissimi tempi di posa e con possibilità dello studio del malato nelle diverse posizioni e decubiti. L’impianto per applicazioni ultraviolette è dotato di due lampade a vapori di mercurio e per raggi calorifici per uso collettivo e di una lampada trasportabile per irradiazioni al letto dell’infermo. Questo sussidio terapeutico ha particolare valore sia per la cura di forme plastiche delle sierose, sia per la riattivazione delle funzioni digerenti spesso compromesse o torpide nel tubercoloso.

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[Foto Sartorio – Alessandria]
Per la chirurgia è stato attrezzato un reparto che è costituito dalla sala operatoria comunicante a mezzo finestra con la stanza per la sterilizzazione e produzione di acqua sterile, da una saletta per gessature, dall’ambiente per la toeletta per i chirurghi: tutti questi vani hanno le pareti rivestite in vetro opaco ed il pavimento di gomma. Oltre agli interventi chirurgici che oggi assumono uno speciale ed importante ruolo nella cura della tubercolosi polmonare, qualsiasi atto operativo può essere eseguito in sanatorio offrendo ai ricoverati il notevole vantaggio di non essere dimessi temporaneamente per eventuali affezioni di indole chirurgica extra-polmonare. Un’ampia sala è adibita alle nebulizzazioni secche collettive calcio-balsamiche che si ottengono con un modernissimo impianto a pressione e quattro becchi soffianti; le ricerche per apportare direttamente i medicamenti sulla mucosa dell’apparato respiratorio sono tuttora in studio e non è azzardato pensare che tale sistema di terapia, del resto preconizzato ed usato dai più lontani tempi, tornerà nuovamente in onore come uno dei più efficaci.

Per le forme di tubercolosi laringea, complicazione e localizzazione molto frequente coesistente con le lesioni polmonari, è stata allestita una saletta per esami e cure otorinolaringoiatriche dotata dell’istrumentario completo per medicazioni, galvanocaustica ed irradiazioni ultraviolette.

A completamento del reparto delle cure speciali un attrezzato gabinetto dentistico consente la cura dell’apparato masticatorio, elemento indispensabile per ammalati da una buona funzione digerente devono trarre il mezzo per una rapida ripresa delle condizioni generali.

Oltre all’aria ed al riposo il terzo elemento fondamentale per la cura la tubercolosi è l’alimentazione. Se tutti sono d’accordo nel convenire l’effetto nefasto dell’alimentazione insufficiente, per l’evoluzione e l’aggravamento della tubercolosi nei soggetti che mangiano poco o male, non tutti interpretano esattamente il concetto dell’iperalimentazione ed è molto frequente rilevare, negli ammalati che vengono in sanatorio, i danni e gli effetti disastrosi provocati da irrazionali ingozzamenti di cibi forniti in copia eccessiva o a casaccio. In realtà il tubercoloso deve ricevere un’alimentazione sostanziosa, sana, variata, di alimenti cotti o crudi senza alcuna restrizione, più copiosa di quella necessaria al mantenimento dell’equilibrio energetico del sano, ma razionale e ridotta, per quanto riguarda i supplementi, allo stretto necessario per la riparazione delle perdite occasionate dalla malattia. È con questi principii che viene scrupolosamente regolato il vitto in sanatorio con la compilazione di minute settimanali sempre varianti, con la provvista di derrate di prima qualità, con confezione il più possibile accurata del cibo. Gli impianti della cucina, La disposizione delle numerose dispense, gli apparecchi frigoriferi e per la produzione del ghiaccio, i carrelli per il trasporto delle vivande calde, le sterilizzatrici delle stoviglie costituiscono un’attrezzatura raffinata e completa nei minimi particolari.”

[dottor Ferruccio Ravazzoni] pubblicato in Attività e Opere Pubbliche della Provincia di Alessandria nel tempo fascista1938.

Avrei voluto descrivere ancora altre cartoline riguardanti questo luogo di cura ma, come accennavo nel corso delle puntate precedenti, ne esistono solo tre, di cui due – con la veduta generale – molto simili. In questa puntata ho voluto presentare alcune immagini, sempre rigorosamente d’epoca, tratte dalla stessa pubblicazione da cui è stato estrapolato il testo del dottor Ferruccio Ravazzoni.

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[Foto Casalegno – Torino]