Mercoledì si è concluso il Vinitaly 2019 a Verona, e il bilancio dei produttori alessandrini è più che positivo.
Flusso di visitatori oltre le aspettative e l’edizione è stata quanto mai partecipata.
La Cia è presente in fiera con un grande spazio espositivo (Pad.10 stand D2) dove si sono svolte degustazioni ed iniziative varie nei quattro giorni di manifestazione. In visita numerosi rappresentanti della Confederazione a tutti i livelli. Il presidente nazionale Dino Scanavino ha accolto allo stand anche i politici nazionali, come Luigi Di Maio, e incontrato il commissario Phil Hogan e Matteo Salvini all’inaugurazione. A partecipare, anche il presidente regionale Cia Gabriele Carenini e la presidente Turismo Verde Piemonte Simona Gaviati, il direttore provinciale Carlo Ricagni, il consulente tecnico Fabrizio Bullano, l’addetta stampa Genny Notarianni.
Il territorio della nostra provincia ha espresso il meglio di sé, principalmente nel Padiglione Piemonte, il più grande dell’intera fiera, insieme a quello della Toscana.
Decine i produttori Cia a rappresentare il Monferrato e le peculiarità del territorio, con stand individuali e consortili. E’ un’edizione che registra un afflusso significativo di operatori del settore (ristoratori ed esercenti), buyer esteri, sommelier, importatori. Numerosi anche i visitatori “privati”, nonostante il costo del biglietto di ingresso di 85 euro. Una scelta, quella di indirizzare la fiera prettamente al B2B che i produttori maggiormente condividono, ma con qualche riserva, dato il forte interesse del mercato al consumo, come spiega Massimiliana Spinola del Castello di Tassarolo: “Dovrebbero organizzare l’apertura di un giorno dedicato esclusivamente ai privati, con prezzi più moderati, lasciando invece gli altri giorni di fiera riservati ai professionisti che possono lavorare senza avere gli stand presi d’assalto”. Insieme al suo commento, quello di altri soci Cia.
Donatella Giannotti, Cascina Montagnola: “Abbiamo lavorato in preparazione alla fiera per incontrare gli operatori che interagiscono con noi. Portando le etichette storiche che abitualmente proponiamo, accanto a produzioni nuove, perché bisogna sempre cercare una direzione parallela verso il nuovo e la sperimentazione”.
Azienda Agricola Fratelli Facchino, a Rocca Grimalda: “Abbiamo uno stand rappresentativo di tutto l’Ovadese, sono già alcuni anni che partecipiamo al Vinitaly con buoni risultati. Il nostro Albarossa affinato a legno riscuote grande successo e ci ha anche aperto qualche porta verso l’estero, soprattutto in Belgio e in Repubblica Ceca”.
Dall’Ovadese anche Tenuta Gaggino e il titolare Gabriele Gaggino crede nel 2019 “Anno del Dolcetto” per dare slancio alla produzione tipica, che affianca i più noti Barbera e Nebbiolo. “Il Dolcetto sul mercato estero si muove molto lentamente, perché non è conosciuto – commenta Gaggino -, quindi lavoriamo per la sua promozione e cogliamo con interesse e positività ogni nuova proposta per il suo sviluppo”. Dal Casalese, c’è Hic et Nunc e a fare gli onori di casa c’è anche il titolare Massimo Rosolen che osserva: “Nel mondo stiamo lavorando bene con il mercato cinese, che apprezza molto le nostre bollicine, soprattutto il Barbera spumantizzato”.
Prime previsioni sulla campagna 2019? Ride l’enologo Roberto Olivieri di Tenuta Gaggino: “Adesso ci godiamo questa fiera, quando si parla di vendemmia il cuore si fa piccolo e si ingrossa il fegato! Siamo ancora lontani, ma pronti ad affrontare ogni avversità, dopo tanta esperienza. Le gradazioni rispetto ad una volta sono cambiate parecchio, dobbiamo sempre fare i conti con gradazioni molto più alte per Dolcetti e Barbere, quindi bisogna curare molto l’andamento della fermentazione, che è la prima fase importante di produzione di un buon vino”.