Il Progetto Gold procede, anche se ‘con qualche rallentamento’, intanto la Cna di Valenza rilancia sul centro servizi al Coinor e aspetta sempre che il Comune risponda [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

 

La difficoltà è nelle piccole pratiche quotidiane. Non tanto e non solo nei, pur importantissimi, progetti nazionali. Il bilancio a un anno dall’avvio del Progetto Gold, lanciato da Cna orafi nazionale nell’aprile del 2018, presentato l’altro giorno a Valenza è servito per fare il punto su un processo che sta proseguendo «anche se con qualche rallentamento» come ammette Fabrizio Checchin di Cna Orafi Valenza. Ma anche per ribadire che serve una autentica unione di intenti da parte di tutti perché altrimenti ogni sforzo rischia di essere vanificato.

L’obiettivo di Cna Orafi («Costruire e sviluppare una strategia unitaria per favorire la visibilità e l’accesso ai mercati di riferimento, cercando di creare nuove opportunità») è già abbastanza complesso, meno lo sarebbe un altro obiettivo, tutto valenzano. La conferenza stampa sul Progetto Gold si è svolta nella sede del centro servizi, un edificio quasi del tutto vuoto a parte la presenza della Cna. Ecco la testimonianza concreta di un dialogo fra sordi, da un lato gli artigiani e dall’altro l’amministrazione comunale. Nel palazzo sono scomparse tutte le attività «e rimarrà così fino a quando il Comune non toglierà i vincoli di destinazione d’uso esclusivamente orafa» spiega Giacomo Maranzana della Cna di Valenza. Se l’insediamento Coinor, dove ha sede il centro servizi, ha vissuto momenti di grande difficoltà, oggi non è più così. L’attività è tornata a pieno ritmo, come testimoniano anche i parcheggi, tutti pieni in ogni ordine di posto. Invece l’edificio è vuoto, eppure basterebbe poco per trasformarlo in un spazio multifunzionale, basterrebbe un semplice atto amministrativo per permettere ad altre tipologie di impresa di insediarsi. Ma nessuna amministrazione, finora, lo ha fatto. E nemmeno Massimo Barbadoro, assessore al lavoro e formazione professionale, presente alla conferenza stampa, si è sbilanciato su questo punto, mentre ha confermato la «massima disponibilità» dell’amministrazione a collaborare su vari fronti, dalla scuola e università al sostegno alle iniziative all’insegna della innovazione, formazione e internazionalizzazione.

L’aggiornamento del Progetto Gold è stato affidato ad Andrea Santolini, presidente nazionale Cna Artistico e Tradizionale, e ad Arduino Zappaterra, portavoce nazionale Cna orafi. «Nei mesi scorsi – hanno spiegato – sono stati realizzati incontri pubblici con la categoria orafa a Vicenza, Arezzo, Salerno, Valenza e sono stati organizzati focus mirati su internazionalizzazione dei mercati, politiche per la formazione professionale, normative di settore, credito e finanza. Coordinatore del lavoro di approfondimento ed analisi prodotti è Marco Bettiol, docente di Economia e Gestione delle imprese all’Università di Padova. Stiamo anche registrando – hanno aggiunto – positivi apprezzamenti da parte di altre realtà associative come Federorafi (fa parte di Confindustria e associa oltre cinquecento industrie del settore orafo che danno lavoro a circa seimila addetti, ndr). Il progetto è nato in casa Cna e siamo pronti condividerlo con chiunque sia disposto perché l’obiettivo primario è fare massa critica per avere una visione unica e dare una voce unica al mondo dell’oreficeria».

In un quadro che vede spesso muoversi su percorsi diversi, che raramente si incrociano, i grandi marchi, le imprese industriali e le migliaia di artigiani e piccole e medie aziende, è necessario, a giudizio di Cna Orafi, unire l’intera filiera «con una visione nazionale che, valorizzando i distretti, punti ad aumentare la presenza con gli interlocutori istituzionali, a partire dai ministeri, così come sui mercati esteri, all’interno del sistema fieristico e con un rapporto diretto con gli istituti di ricerca, in primo luogo le università». C’è infine molto da fare sul fronte della formazione e non a caso i responsabili di Cna Orafi hanno apprezzato l’attività della fondazione ‘Mani Intelligenti’ di Valenza che ha saputo riunire marchi internazionali e medie aziende del tessuto valenzano.