Ponte sulla Bormida e fogne nelle vie Torino e Loreto: progetti fermi da troppo tempo! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Le nostre periferie sono tante e ognuna di loro con necessità reali. Un argomento a caso: le fogne mancanti di via Torino zona Astuti e di via Loreto, entrambe nel comune di Alessandria. Si parla di oltre una cinquantina di famiglie che da anni attendono di essere collegate al collettore generale. Già ai tempi dell’amministrazione Calvo l’Assessore ai Lavori Pubblici, l’Ing. Borromeo mise a punto un progetto con un sistema di impianto di sollevamento. Da allora sono passati troppi anni e tre diverse amministrazioni: Dopo Calvo, Scagni non portò avanti il progetto, lo riprese Fabbio insieme alla vecchia AMAG con un progetto presentato nel Circolo ACLI di San Michele (ero presente), a seguire Rossa che non ne fece nulla e adesso? Questa storia che mancano i soldi comincia a stancare, e mi chiedo se in passato si sia stati fermi per scarsa volontà per quale altro motivo.
Eppure le fogne non solo sono segno di igiene e civiltà ma sono pure obbligatorie. Nel maggio 2018 dall’Europa è arrivata all’Italia una maxi multa perché colpevole di non aver messo a norma numerose aree sprovviste di reti fognarie: “La Corte Ue stanga l’Italia, multa da 25 mln per mancanza di fogne nel Paese”.
Cito: “Gli Stati membri avevano tempo fino al 31 dicembre 2000 per dotarsi di sistemi di gestione delle acque di scarico. Diciotto anni non sono bastati per evitare sanzioni. Da oggi ogni sei mesi non in regola costeranno altri 30 milioni”. Importa a qualcuno? No! Nel nostro caso si vivacchia da un’amministrazione all’altra, spostando le cose essenziali da fare.
In qualche polveroso scaffale dei Lavori Pubblici del Comune e all’AMAG esisterà certamente qualche progetto o bozza di completamento fogne per via Torino e via Loreto. Non sarebbe male da parte di questa amministrazione, che dimostra in alcuni casi buona volontà, buttarci un occhio e prendersi sto “mal di pancia”. Colgo l’occasione per segnalare che nel progetto “Bando Periferie” di Ravenna è previsto l’impianto fognario in Darsena per le molte criticità al sistema di raccolta delle acque bianche e nere.
Mi compiaccio con questo Comune molto positivo e realistico che ha inserito nel progetto una componente reale, utile, igienica, civile.
Voto: 2

 

2) Ponte sulla Bormida: ci torno per la terza volta. Si legge in questi giorni ma non è una novità: “Il ponte sul Bormida tra Alessandria e Spinetta è in pessime condizioni”
Nell’articolo viene evidenziato (con foto), lo stato in essere della copertura di cemento, sbriciolata al punto da rendere completamente evidente la struttura in metallo sottostante. Il 23 agosto 2018, dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova, l’Assessore comunale ai Lavori Pubblici del comune di Alessandria Gianni Barosini, intervistato sulle condizioni dei nostri ponti che sono di pertinenza comunale, in merito al ponte sulla Bormida, disse: “Alcune criticità però esistono e sono tutte riferite al ponte sulla Bormida, di proprietà dell’Amministrazione Provinciale, per il quale vorremmo avere le dovute rassicurazioni al più presto per quanto attiene la sua sicurezza. Chiedendo altresì che, negli atti di programmazione provinciali, regionali o statali venga inserita la realizzazione di un secondo ponte sulla Bormida per poter consentire, laddove sia necessario, interventi di manutenzione al manufatto esistente senza così arrecare grave disagio alla vita della nostra città“. Barosini ha messo giustamente le mani avanti: su quel ponte tre miei famigliari ci passano due volte al giorno per recarsi al lavoro a Spinetta, Dio non volesse che accadesse loro qualcosa, so già come reagirei e chi chiamare in causa. Certamente oggi quella vecchia struttura è insufficiente. Vado al dunque ed è un rimprovero: il brutto voto va a chi ha avuto la responsabilità politico amministrativa dell’Ente Provincia di Alessandria fino al 2014, anno in cui Renzi/Delrio hanno pensato di “rottamare” le Province, privandole di fatto completamente di risorse. Palazzo Ghilini in passato ha vissuto un po’ troppo “alla grande” forse non preoccupandosi di questa priorità. Infine, dovrebbe tranquillizzare il contenuto di questo articolo: “Il ponte Bormida è sicuro. Baldi tranquillizza dopo foto sui social”.
Nel pezzo si legge che il Presidente Baldi lamenta: “da tempo abbiamo stilato una relazione con i problemi viari in provincia ma nessuno ci ha risposto d è questo che deve far scandalizzare”. Coraggio Presidente, fra due mesi si vota anche alle regionali, esisterà un partito che nelle promesse ci mette un ponte nuovo?
Voto: 2

3) Edicole: un tempo per acquistarne una si doveva impegnare una bella cifra, poi qualche governo ha sancito la loro fine liberalizzando la vendita dei giornali. Leggete qui: “Edicole giornali in profonda crisi. Da Alessandria parte una raccolta firme”. Era novembre 2018 quando approntai questa panoramica sulla situazione delle edicole: nel frattempo ha chiuso anche quella degli Orti, ma passo alla notizia dei giorni scorsi che mi ha spinto a stilare questa pagella: “Se i certificati dell’anagrafe si potessero fare nelle edicole….”
In prima battuta ho scrollato il capo nel pensare che un’edicola possa diventare l’ufficio Anagrafe di un Comune, poi ho approfondito la cosa relazionandomi con il mio giornalaio. Propone il capogruppo di SiAmo Alessandria, Giuseppe Bianchini: “Da tempo il personale dell’ufficio anagrafe è inadeguato. E’ pure poco e nonostante riesca sempre a supplire alle mancanze e a dare il servizio, code, ritardi si ripercuotono sulla cittadinanza”. Ufficio inadeguato? Nel contempo faccio una ricerca su Torino (città citata nell’articolo) e scopro che dal 1° marzo è partito il servizio, e per pr ogni documento si dovranno pagare 2 euro e 50 centesimi all’edicolante, a cui si deve aggiungere in alcuni casi la marca da bollo da 16 euro, ma scopro anche questa notizia: “Torino, caos anagrafe, ora indaga la procura”.
In Italia siamo arrivati al punto che un Comune non è più in grado di assolvere a uno dei servizi più ‘delicati’? Ma proseguiamo. La chiacchierata con il mio giornalaio è stata utile, mi ha detto di essere d’accordo ad accettare tale possibilità per poter sopravvivere, sempre che il costo di servizio che pagheranno i clienti sia un suo guadagno possibilmente detassato. Ci sono altre richieste che ritengo giustificate: riduzione dei canoni per occupazione del suolo pubblico, lavorare in conto deposito per non avere prodotti invenduti e iniziative volte a riqualificare i punti vendita attraverso forme di sostegno economico per la ristrutturazione, sostituzione dei manufatti o ampliamento. Ci sono chioschi datati e piccoli, quindi se in Comune approverà tale soluzione il minimo è agevolare gli edicolanti e chiedere alla Regione la possibilità, tramite progetti per le imprese, di una percentuale di fondo perduto per i manufatti.
Voto: 4