Piazza Savona [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina.

 

Cosa ci può raccontare una semplice cartolina di Alessandria risalente agli anni ’20, dove tutto sommato non è cambiato molto?

Beh, la cartolina non suggerisce nulla a chi non sa decifrare i piccoli dettagli e alle persone superficiali e poco inclini a leggere i particolari, i segni; a costoro racconta assolutamente nulla.

Se si va a leggere l’inizio del romanzo Il nome della rosa, di Umberto Eco, ci si accorge che è proprio osservando ed interpretando i segni che il protagonista, Guglielmo da Baskerville, ci dimostra che persona sia. Sa leggere particolari forse inafferrabili da altri così come una persona riesce a leggere le parole su un libro. In questo modo sa spiegare al suo giovane assistete tutto ciò che ha capito, lasciando il ragazzo sbalordito.

Qualche lettore quindi si chiederà il motivo della pubblicazione di una cartolina che “racconta nulla”.

Noi però non siamo persone superficiali e siamo più che inclini a leggere i particolari… Noi non siamo, non ci sentiamo persone qualunque.

A me che scrivo e – ormai – anche a tutti coloro che leggono le mie rubriche sono proprio le piccole cose, i piccoli particolari, i minuti dettagli che sanno raccontare molto e a volte moltissimo.

Forse che il leggere i romanzi gialli alessandrini di Angelo Marenzana mi ha portato su questa strada e affinato questa mia capacità?

Non si illuda l’amico scrittore!

Il merito di questa predisposizione nel riuscire ad interpretare i segni ed i particolari che si possono osservare sulle cartoline di Alessandria non è il suo, seppure i suoi romanzi mi abbiano dato molto e mi abbiano insegnato moltissimo.

Leggere polizieschi, allorché per natura si sia predisposti a lasciarsi incuriosire dal cercare le soluzioni partendo da piccoli dettagli, può essere divertente. Entusiasmante soprattutto se i polizieschi in questione sono alessandrini e scritti da un alessandrino.

Ho avuto il privilegio di leggere i romanzi ‘alessandrini’ di Angelo Marenzana e – grazie a lui – ho ripercorso strade e piazze di Alessandria di oltre settanta anni fa insieme ai protagonisti..

Ecco spiegato il motivo della scelta della cartolina di oggi. Scelta che ci porta proprio in Piazza Savona[1] – ufficialmente ribattezzata in illo tempore piazza Garibaldi – crocevia di passi e di pensieri del protagonista, che percorre (anche) questo luogo e ci conduce man mano alla scoperta dell’arcano da svelare.

Di più, naturalmente, non dico…

Al protagonista dei romanzi di Marenzana voglio dedicare questa cartolina.

Poco sopra dicevo che la piazza di cui oggi ci occupiamo non è cambiata molto.

Intanto è in terra battuta, anche se la cartolina non riesce a indicare questo aspetto. (E ciò non è poco, anche se a rimediare ai polveroni delle giornate di vento ed ai fanghi dei giorni piovosi si sia dovuto giungere agli anni Sessanta).

La gente in posa per il fotografo naturalmente è vestita in maniera diversa da come sarebbe vestita oggi… Cento anni non sono passati invano. E anche su questo aspetto si potrebbero fare interessanti ed approfonditi studî.

Sul tetto del palazzo con l’orologio è visibile anche da molto lontano la pubblicità del Fernet Branca.[2] Già a quei tempi – è evidente – si era scoperta l’importanza della pubblicità.

Il particolare più visibile e che a prima vista salta all’occhio è la strada ferrata, ovvero i binari su cui transitava il tram a vapore[3] diretto verso le località oltre la Bormida ed i vagoni con le materie prime destinati alla Fabbrica di cappelli Borsalino (nonché i vagoni carichi del prodotto finito diretti alla stazione ferroviaria con destinazione ogni parte del globo).

Un baraccone, parzialmente visibile osservando la cartolina sulla destra, racconta che si è nel tempo della Fiera d’Aprile.[4]

Per ora mi fermo – non volendo esagerare con i particolari che la cartolina offre – e lascio eventuali altre scoperte ai miei affezionati lettori.

Naturalmente il buon Marenzana non si illuda che il tormentone che lo riguarda finisca qui.

Uomo avvisato…

Piazza-Garibaldi---02
Il pezzo d’epoca.

Grave disgrazia. – Verso le ore 19 del 26 u.s. dicembre alcuni cittadini passavano nei pressi del Cavalcavia di Porta Savona, udirono improvvisamente un grido seguito da un tonfo; accorsero e nell’oscurità della notte videro una forma umana che si dibatteva disperatamente nelle acque del Canale Carlo Alberto.
Nell’intento di soccorrere il disgraziato gli venne gettato un paletot perchè vi si afferrasse, ma egli non ne ebbe le forze e travolto dalla corrente scomparve.
Il cadavere venne poi pescato contro la chiusa del mulino demaniale di Piazza d’Armi ed identificato per Pietro Rivera, d’anni 72 pens. ferr.
Il Rivera era stato a pranzare dalla sorella che abita nel sobborgo di Cantalupo, e nel ritorno, forse un po’ alticcio, inciampò contro un mucchio di terra addossato al parapetto del ponte esistente sul detto canale presso Porta Savona, e cadde disgraziatamente nell’acqua dove trovò la morte.

[LA LEGA LIBERALE – Giornale settimanale – Politico – Amministrativo – Letterario – Anno XXIV – Numero 1 – Alessandria, Sabato 2 gennaio 1909]

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[1]  Altra Rubrica riguardante Piazza Savona:
https://mag.corriereal.info/wordpress/?p=30256

[2] Anche in piazza Giordano Bruno… è sempre l’ora del Fernet Branca.
https://mag.corriereal.info/wordpress/?p=29085

[3] Per vedere altro su questo argomento:
https://mag.corriereal.info/wordpress/?p=20621
e anche:
https://mag.corriereal.info/wordpress/?p=21964

[4] https://mag.corriereal.info/wordpress/?p=32965