M5Stelle: “Trasporto pubblico ad Alessandria: si stava meglio quando si stava peggio?”

Alessandria è l’unica realtà piemontese ad avere il trasporto pubblico locale gestito da un socio privato di maggioranza: Amag Mobilità infatti per l’85% è di Line S.p.A (Gruppo Star) e solo per il 15% del Comune.

Dopo i primi due anni di gestione privata è il momento di tirare le somme. Innanzitutto bisogna constatare come gli utenti, con l’attuale gestione privata, siano stati messi ancora una volta a dura prova: da aprile 2017 l’azienda infatti sospende quotidianamente diverse corse
di alcune linee urbane. Un disservizio causato dalla carenza di personale e di mezzi, che arreca un grave danno a migliaia di utenti, che non possono più fare affidamento sul corretto svolgimento di un servizio pubblico.

Per molti cittadini quindi è diventato praticamente impossibile programmare i propri spostamenti per recarsi al lavoro, ad una visita medica o a scuola. Ciò rappresenta un fatto grave, poiché ciò priva questi alessandrini della libertà di circolazione: un diritto
costituzionale.

Il movimento 5 Stelle non è stato in silenzio, ma a nulla sono servite le nostre interpellanze sottoposte all’amministrazione comunale e alla giunta regionale.

Va sottolineato inoltre che, come nelle gestioni precedenti, non è stata attuata al momento nessuna strategia aziendale per la lotta contro i “portoghesi”.

In tutta Italia le aziende cercano di mettere in campo strumenti e strategie per combattere l’evasione, attraverso l’installazione di tornelli o intensificando i controlli. Da noi non succede, nonostante il fenomeno sia diffusissimo.
Grazie alla collaborazione dei nostri attivisti siamo riusciti a verificare direttamente sui bus la mole del fenomeno, raccogliendo i dati necessari per comprovare una grossa perdita per i mancati introiti,che abbiamo stimato in circa 1 milione di euro l’anno.

Secondo gli elementi che abbiamo raccolto incrociando diversi dati, ben il 35 per cento degli utenti non paga (2.500.000 utenti l’anno paganti), per un totale di circa 800 mila corse “scroccate” ogni anno. Inoltre le “scorte” dei biglietti nelle tabaccherie e nelle edicole finiscono troppo spesso, obbligando gli utenti a girovagare per le rivendite di mezza città alla ricerca di un biglietto per poter usufruire del mezzo pubblico, costringendoli spesso a rinunciare o a prendere la corsa successiva: se passa! In alcuni casi, addirittura, succede che sul mezzo non sia installata l’obliteratrice per timbrare il biglietto.

Altro punto dolente: l’efficienza dei mezzi. La procedura di Amag Mobilità (prima del fallimento ATM) per la ricerca di un partnerindustriale per l’acquisizione, obbligava il rinnovo del parco auto da parte del futuro socio. Per questo, con la nuova gestione privata, sono stati acquistati una ventina di autobus nuovi e usati. Nonostante ciò, molto spesso succede che i conducenti eseguano il servizio con veicoli non idonei. A volte succede che il conducente che si rifiuti,per motivi di sicurezza, di svolgere il servizio con mezzi non idonei venga segnalato e gli sia comminata una contestazione, tramutata successivamente in una sanzione disciplinare di sospensione dal servizio. Sospensioni fino a 5 giorni ai lavoratori che dicono dei “no”, per motivi di ordinaria prudenza e rispetto delle norme, a chi si oppone all’utilizzo di mezzi non idonei (es: l’uso di un mezzo non omologato per eseguire un certo tipo di servizio, pulmino disabile utilizzato per servizio studenti) o a chi si rifiuta di transitare sui marciapiedi quando la carreggiata è sbarrata da auto in sosta ma sceglie, con cognizione, di far intervenire la Polizia Municipale.

Altre volte succede che il conducente non prevedendo, all’inizio del servizio, la quantità di persone che saliranno sul bus si trovi a lavorare con il mezzo pubblico strapieno di passeggeri, rischiando la sua e la loro incolumità. Ciò succede quotidianamente, soprattutto caricando gli studenti perché i servizi rinforzi-bus previsti per carenza di mezzi non escono dal deposito. Aspettiamo che accada una tragedia per poi piangere?

Anche per quanto riguarda la gestione del personale, l’azienda non ha brillato di competenza: i lavoratori aspettano da 2 anni un contratto integrativo aziendale, da aprile 2017 c’è una riduzione mensile della retribuzione di circa 150 euro mentre i bilanci aziendali sono in
attivo, grazie a chi? Sarebbe da chiedersi!
C’è stato un referendum interno due mesi fa ed i lavoratori si sono espressi negativamente sulla proposta aziendale di integrativo.
L’azienda però non ha digerito l’esito della consultazione democratica, decidendo ed imponendo, oltre alla riduzione economica mensile, un incremento del carico di lavoro e persino ripicche, come vietare i cambi turni (molto preziosi per i lavoratori per l’organizzazione famigliare e la vita privata).
Un divieto che incentiva la malattia e l’assenza dal lavoro, come nel caso di quei cambi turni indispensabili per effettuare una visita medica o per accudire i propri figli malati.

MoVimento 5 Stelle Alessandria