Il Movimento è morto, viva il Movimento

di Gian Luca Loreggia*

 

Le elezioni in Abruzzo sono andate male? Sì. Le elezioni in Sardegna sono andate male? Sì. Sapevamo già prima che gli altri si candidano con 1250 candidati e noi 60? Sì. Abbiamo fatto errori? Sì. Il M5S rimane di gran lunga la proposta politica migliore per questo Paese? Sì.
Per dimostrare la salute e la validità di un’organizzazione politica l’unico indice è il risultato elettorale? No. E’ necessario cambiare, senza cambiare se stessi.

Ricordo esattamente cinque anni fa dopo le Europee 2014, i titoli di giornale e i commenti in TV che davano il M5S per morto e Grillo, come sempre avanti per distacco, fece le famosa battuta sul Malox, come dire le cose importanti sono altre, andiamo avanti per la nostra strada, con la nostra visione di Paese, con la nostra coerenza e i risultati arriveranno, è inevitabile. E così è successo.

Dal 2012 fino a oggi, ho sempre lavorato a livello locale per proteggere questo progetto politico, abbiamo avuto la “fortuna” nell’alessandrino di eleggere come Portavoce, a livello regionale, nazionale ed europeo, persone valide e di sostanza che hanno portato avanti battaglie come la sobrietà, il taglio degli emolumenti, il contrasto ad accordi scellerati come il TTIP, l’aver alimentato il fondo di garanzia per le PMI, l’aiuto agli ultimi con il Reddito di Cittadinanza e proprio in questi giorni in Senato è stata incardinata la legge per il salario minimo.

Questo è il momento di rimanere uniti, di ripartire dai nostri caposaldi, dalla coerenza e dai dibattiti e i confronti con i gruppi locali, dall’ascolto della base, dal comunicare quello che è stato fatto, quello che vorremmo fare e come il nostro programma ci avvicini ai diritti sociali e civili degli altri Paesi UE, altroché euroscettici. Senza il M5S al Governo avremmo più precariato, più poveri, più corrotti impuniti, più opere pubbliche idrovore di denaro (ve lo ricordate il MOSE a Venezia?).

E’ necessario un pit-stop sicuramente, ma avete notato come quasi tutti i giornalisti e commentatori televisivi e della carta stampata ci danno per morti, quasi con una indicibile soddisfazione.

Bene sgomberiamo dal campo il M5S, cosa resta? La famiglia del capo del principale Partito di opposizione agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni, non proprio una bagatella, nello stesso campo della vecchia politica il ras lombardo degli ultimi venti anni in carcere per appalti della sanità, sulla nostra pelle nel vero senso della parola.

Si potrebbero anche prefigurare Governi tecnici alla Cottarelli, abbiamo visto i risultati del Governo Monti con Ministri piangenti e esodati fiorenti. Davvero qualcuno vuole il ritorno di chi è stato responsabile negli ultimi vent’anni della situazione attuale? Superiamo la sindrome di Stoccolma, voltiamo pagina.

Il Movimento è morto, viva il Movimento.

 

*Candidato M5S Regione Piemonte