Solo grano italiano (quasi tutto piemontese) per i biscotti Oro Saiwa. E la regione è sempre più strategica per il gruppo Mondelez [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Solo grano italiano, anzi quasi tutto piemontese, per il biscotto Oro Saiwa classico prodotto nello stabilimento di Capriata d’Orba. Al progetto di filiera lavora ormai da molti anni il gruppo Mondelez (la multinazionale statunitense è presente in 150 paesi nel mondo e ha chiuso il 2018 con un fatturato di 26 miliardi di dollari) che in Italia viene concretizzato per la prima volta con un prodotto che utilizza materia prima interamente nazionale. Per l’Oro Saiwa classico (nato nel 1956, è stato il primo biscotto confezionato italiano) è infatti usato unicamente grano che arriva dalle province di Alessandria, Asti, Torino, Cuneo e Pavia (i terreni sono compresi in un raggio di settantacinque chilometri da Capriata d’Orba). La filiera coinvolge 173 aziende agricole, dodici cooperative, due molini, circa 2.940 ettari seminati per una produzione di 14.400 tonnellate di grano. La produzione è iniziata in questi giorni e a marzo l’Oro Saiwa classico sarà su tutti gli scaffali di negozi e supermercati italiani.

Lo stabilimento, acquisito nel 2007 dalla Mondelez, produce diverse tipologie di biscotti (28.000 tonnellate) e snack (11.000 tonnellate). Nato a metà degli anni Ottanta del secolo scorso, è stato ampliato all’inizio del 2000, occupa 370 persone impiegate dal lunedì al venerdì su tre turni ed è il cuore di Mondelez Italia. Lavora circa 120 tonnellate di farina al giorno e produce 129 tipologie diverse di biscotti, cracker e snack destinate per il settanta per cento al mercato nazionale. La quota all’esportazione, il restante trenta per cento, non è solo importante sul piano economico, ma testimonia in modo particolare la capacità di penetrazione in paesi non facili come Francia, Europa del nord, Inghilterra, e anche molto distanti, come Antille e Giappone. “Il biscotto realizzato interamente con grano italiano – osservano Silvia Bagliani, direttore generale Snack di Mondelez Italia, ed Erika Bruzzone, senior brand manager Oro Saiwa – dimostra l’impegno a rispondere in modo efficace a un mercato in continua evoluzione, attento alla qualità dell’offerta, delle materie prime e dell’attenzione all’ambiente. E anche – aggiungono – a consolidare il legame con iniziative di responsabilità sociale come quelle promosse dall’Associazione italiana sclerosi multipla, dal Banco alimentare, dall’ospedale Gaslini di Genova e da Dynamo Camp”. Dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, Oro Saiwa insieme ai dipendenti del gruppo Mondelez in Italia hanno deciso di sostenere il Consorzio dei commercianti del quartiere Certosa del capoluogo ligure attraverso una raccolta di fondi.

Se dalle otto linee di produzione di Capriata d’Orba escono ogni giorno prodotti diversi, l’Oro Saiwa resta comunque il protagonista assoluto, con il valore aggiunto della materia prima tutta locale. Dalle impastatrici (quattro su otto) dedicate al biscotto, dove ogni carico di novecento chili viene mescolato per venti minuti per poi riposare per circa un’ora e mezza, esce un impasto che viene prima steso, poi sagomato, quindi cotto in un forno lungo cento metri per circa quattro minuti e mezzo. Il prodotto infine è impacchettato, ancora tiepido, in tre pile da otto biscotti per la confezione tradizionale. La linea è totalmente automatizzata e controllata da sensori che verificano umidità e colore dei biscotti. Gli scarti di produzione non sono buttati, ma destinati a uso zootecnico.

“Oggi bastano poche persone per controllare la qualità del prodotto e gestire la linea dell’Oro Saiwa, mentre in passato eravamo molti di più su queste linee” raccontano alcune addette. Ma non per questo l’occupazione ha subito contraccolpi, forze anche grazie al fatto che a Capriata d’Orba è stata concentrata tutta la produzione nazionale, dopo la chiusura dello stabilimento di Locate Triulzi.

Un ruolo lo ha poi sicuramente avuto, come rileva Gabriella Della Porta, direttrice dello stabilimento di Capriata d’Orba, il programma internazionale ‘Harmony – Il patto del grano buono’ avviato nel 2015. “Promuovendo la biodiversità e le buone pratiche ambientali, il programma – spiega – richiede l’impegno degli agricoltori partner nel seguire pratiche sostenibili nella coltivazione e lavorazione del grano: conservare l’acqua, proteggere il suolo, preservare la biodiversità e ridurre le emissioni di anidride carbonica”. Il forte impegno per la sostenibilità trova una analoga declinazione nelle Fattorie Osella di Caramagna Piemonte, realtà produttiva nata nel 1870 e oggi controllata da Mondelez Italia che concentra la capacità produttiva in Piemonte fra la provincia di Alessandria e quella di Cuneo.