Riboldi (Fratelli d’Italia): “Casale ritroverà il suo sorriso: parola di patriota monferrino”. Progetti, strategie e priorità del candidato sindaco del centro destra

di Ettore Grassano

 

 

Casale oggi ha perso il suo sorriso, e per me, che sono figlio di questa città e del Monferrato, questa è condizione inaccettabile. La faremo ripartire: ci sono tutte le condizioni per riuscirci”. E’ sabato sera, ma Federico Riboldi sembra che neanche lo sappia, o che non gliene importi: “riunioni e incontri ‘a nastro’, da stamattina. Sarà sempre così, fino alle elezioni di maggio, e poi da sindaco. Ma mi va benissimo: la mia è una scelta d’amore. Se fossi uno che calcola farei altro, lo so bene”. In effetti il 32enne candidato sindaco del centro destra casalese (“sono 15 anni che faccio politica, amministratore locale dal 2004: un po’ di gavetta l’ho fatta, e un po’ di esperienza anche”), che è anche segretario provinciale di Fratelli d’Italia, avrebbe ad esempio tutte le carte in regola per giocarsi personalmente la partita delle Regionali, ma non ha dubbi: “Lì sto preparando una lista fortissima, con candidati che hanno un consenso reale, fra la gente: ma io voglio dedicarmi per 5 anni a far rinascere la mia città. Casale così in ginocchio non si è mai vista, e non mi sta bene: sono un patriota monferrino”.

Consigliere Riboldi, inutile girarci attorno: sulla carta lei è il grande favorito delle prossime elezioni casalesi…
(sorride, ndr) Non mi sottraggo, e non faccio gesti scaramantici. Certamente l’insoddisfazione nei confronti dell’attuale amministrazione di centro sinistra in città è tanta, la si percepisce ovunque, parlando con le persone. A chi ha voglia di girare pagina noi proporremo un progetto di città che guarda al futuro, e che torna a credere nelle proprie potenzialità.

E’ tutto da buttare, il quinquennio Palazzetti?
Personalmente con l’attuale sindaco ho un rapporto corretto, e quando ha fatto qualcosa di buono l’ho riconosciuto. Ma sono troppi i problemi irrisolti: arrivo ora dal Canale Lanza, dove ancora c’è in bella vista l’amianto: ma come si fa? E poi la sporcizia, l’insicurezza delle persone, il declino delle attività economiche e commerciali. Inaccettabile poi il totale disinteresse per la città del Pd locale, che in questi anni ha fatto la guerra al suo stesso sindaco, ma mai nell’interesse dei casalesi. Una situazione incomprensibile, per fortuna siamo alla fine.

Però anche nel centro destra qualche grattacapo lei ce l’ha: l’ex sindaco Demezzi pare intenzionato a mettersi in proprio…
Una scelta che rispetto, ma che nessuno comprenderà. I suoi principali sostenitori e collaboratori del passato, anche recente, si sono già schierati con il centro destra unito. Non credo ci siano spazi per altro.

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Se a fine maggio sarà sindaco, da dove partirà Federico Riboldi?
Da una squadra forte, coesa, capace di ascoltare la città, di dialogare con tutti. Quel che finora non si è visto insomma. Tre le priorità assolute: sviluppo, pulizia, sicurezza.

Partiamo proprio da sviluppo, economia, lavoro: che può fare un sindaco?
Sicuramente non deve stare a guardare con le mani in mano la sua città che muore. Personalmente, sarà per età, sarà per temperamento, prenderò la situazione ‘di petto’, come si dice in questi casi: creeremo un piccolo team qualificato che metterà in atto tutte le strategie ‘attrattive’ possibili: Casale e il suo circondario devono tornare ad essere ‘la casa’ delle imprese, il loro sbocco naturale. Abbiamo zone industriali attrezzate, in cui porteremo servizi sempre più innovativi. Siamo all’uscita di due caselli autostradali importanti, nel cuore del Piemonte. Inaccettabile che a Casale ci si pianga addosso, come se il declino fosse irreversibile: e più aziende significa più occupazione, più consumi, un mercato immobiliare che riparte.

La città è sporca: argomento che funziona sempre. Ma che farete?
Oggi il centro è come la periferia, e la periferia è abbandonata. Occorre fare in modo che Casale torni ad essere una città bella, accogliente, sorridente. Ci sarà un assessore competente, che dialogherà in maniera costante con i responsabili dei servizi di pulizia. La raccolta rifiuti, con il porta a porta nei quartieri, e i bidoni seminterrati e con tessera personali di accesso in alcune vie del centro, è un buon mix: ma va fatto funzionare come si deve. La popolazione va senz’altro sensibilizzata: Casale è un patrimonio di tutti noi, da salvaguardare. Ma gli amministratori di centro sinistra fino ad oggi non mi pare si siano distinti per capacità e risultati.

Il percorso di ‘liberazione’ dall’amianto a che punto è?
Proseguiremo con tenacia e determinazione, ma già oggi sul tema i casalesi hanno una sensibilità fortissima, e sul fronte pubblico moltissimo è già stato fatto. Non ci fermeremo, ed estenderemo il processo: è una ferita che ci ha toccati tutti, in profondità.

Oggi Casale è una città sicura?
Assolutamente no, anche se un conto è chi vive nell’attico in centro, altro le tante persone che vivono nei quartieri più popolari, o nei sobborghi. Andatelo a chiedere a loro se si sentono sicuri! Noi vogliamo che a Casale anche i tanti anziani, i ragazzini, le donne possano uscire la sera, o nei pomeriggio d’inverno quando già è buio, senza doversi guardare costantemente alle spalle, con sospetto. Oggi è così che funziona, e non va bene. Appena sarò sindaco avvieremo percorso di rafforzamento della polizia municipale, e massimo coordinamento con le altre forze dell’ordine presenti in città, e nei territori limitrofi. In passato, come assessore, avviai un percorso per l’attivazione di telecamere intelligenti, che riprenderemo e potenzieremo.

Casale e il Monferrato: un rapporto da ricostruire?
Da rivitalizzare: Casale ricava moltissimo dal suo status di Capitale del Monferrato, ma deve anche saper restituire ai 48 comuni, essere Capitale nei fatti e concretamente. Il Monferrato, grazie anche ai riconoscimenti Unesco, è brand di grandissimo valore: ma non basta esserne orgogliosi: occorre attuare politiche di valorizzazione e tutela del territorio, e fare in modo che davvero turismo e cultura siano asset strategici, con ricadute economiche importanti.

Lei è vice presidente della Provincia di Alessandria: un incarico che lascerebbe, in caso di elezione a sindaco?
No, assolutamente. Oggi anzi condizione necessaria per essere consigliere provinciale è proprio essere sindaco, o consigliere comunale. Ho preso quasi 10 mila preferenze, e tra le mie deleghe c’è anche quella, importantissima, dei rapporti con i comuni. Che hanno sempre più bisogno di un ente intermedio ‘forte’: è impensabile per piccole realtà collinari o delle valli dover far riferimento a Torino.

Ricette all'Italiana: Acqui, Murisengo e San Sebastiano Curone da lunedì su Retequattro con Davide Mengacci CorriereAl 5Quindi lei è per un rilancio delle Province, per un ritorno al passato?
La Provincia deve tornare ad avere le risorse per funzionare davvero: questo è l’essenziale. Sottolineo che poche settimane fa, grazie al personale impegno dell’on. Riccardo Molinari, che ringrazio, la Provincia di Alessandria ha di fatto evitato il fallimento, piazzandosi al secondo posto assoluto in Italia per contributi statali, con trasferimenti per oltre 7 milioni e 200 mila euro. Senza Molinari, saremmo stati credo attorno al centesimo posto, come da tradizione. Ma questo non basta: lo Stato deve mettere l’ente Provincia nelle condizioni di svolgere davvero quel ruolo (sul fronte manutenzione strade, edifici scolastici, tutela ambientale) che le è richiesto, e per il quale servono risorse strutturali. A quel punto a me che le elezioni siano di primo o secondo grado importa francamente poco: ma se sono lì, devo essere in grado di garantire ai cittadini una qualità di servizi adeguati, e un punto di riferimento costante per i tanti piccoli comuni del territorio.