Logistica, mobilità delle persone, formazione, alternanza scuola-lavoro: la nuova Slala cresce con l’Alessandrino, pronto a essere il perno di tutto il nord ovest [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

 

La Fondazione Slala – ‘Sistema logistico integrato del nord-ovest d’Italia’ di Alessandria adesso è più forte e robusta dopo il via libera del Consiglio di amministrazione e del Consiglio generale al nuovo statuto e alla rinnovata governance. Slala, nata nel 2003 come società a responsabilità limitata e trasformata nel 2007 in fondazione, è diventata una ‘fondazione di partecipazione’ e ha modificato gli scopi sociali e l’architettura statutaria per ampliare l’attività che all’originale mission della logistica delle merci ora aggiunge quella della mobilità delle persone e della formazione. Enti pubblici, associazioni bancarie, associazioni di categoria, associazioni private di natura commerciale sono le anime della nuova Slala.

Il Consiglio generale è costituito dagli enti pubblici aderenti, dal presidente dell’assemblea delle Fondazioni di origine bancaria (Pier Angelo Taverna), dal presidente dell’assemblea delle associazioni di categoria (Vittorio Ferrari), dal presidente dell’assemblea dei privati economici (Iames Pingani). La guida di Slala è affidata a Cesare Rossini che è anche presidente del Consiglio di amministrazione. A suo fianco, nel cda, c’è il vicepresidente, Erik Klönhammer, eletto dai privati. L’assetto, ormai definitivamente operativo, risponde ai nuovi scopi della fondazione che vede la contemporanea presenza di soci pubblici e privati e che ha obiettivi più ampi rispetto al passato.

La Fondazione Slala, come si legge sullo statuto, si prefigge di “esercitare attività mirata allo studio e alla promozione del sistema logistico del Nord-Ovest dell’Italia, con particolare riferimento alle aree comprese nel territorio della provincia di Alessandria, collegato con i porti liguri e le aree a questi connesse, destinate a ricevere l’allocazione di insediamenti dedicati alla logistica, in grado di sviluppare iniziative tendenti alla valorizzazione delle strutture industriali e del settore terziario, nonché alle infrastrutture per il trasporto e la movimentazione delle persone e delle merci, esistenti o da realizzare, nonché per le lavorazioni e manipolazioni accessorie, con particolare riguardo alla rete ferroviaria e ai connessi centri di smistamento”. Slala potrà “curare o favorire lo svolgimento, anche da parte di altri soggetti, di ogni attività di pianificazione, progettazione e sviluppo delle procedure, delle conoscenze e dei rapporti di qualsiasi natura finalizzata allo sviluppo dell’intero sistema di aree e di insediamenti rientranti nell’ambito territoriale dedicati alla logistica, nonché delle relative infrastrutture di collegamento, di transito, di stazionamento e stoccaggio relative al trasporto delle persone e delle merci, di inland terminal e piattaforme intermodali in genere, nonché servizi di collegamento ferroviario e stradale”. Non è tutto. Il nuovo statuto prevede che Slala possa “promuovere e coordinare le iniziative intraprese da altri soggetti, pubblici e privati, con riferimento all’attuazione e all’esercizio degli insediamenti logistici” e inoltre “potrà attivare ogni procedura finalizzata all’ottenimento dei provvedimenti amministrativi che si rendessero necessari per la realizzazione di insediamenti logistici, anche singolarmente considerati e compiere altresì quelle ulteriori operazioni ritenute utili allo scopo”.

Il tecnicismo delle definizioni si può tradurre in un margine di azione molto più ampio, una capacità di coinvolgimenti dei territori, delle istituzioni, dei privati, delle parti sociali. L’autorevolezza della Slala presieduta da Cesare Rossini si declina nelle costanti nuove adesioni (fra le più recenti vi sono quelle dei Comuni di Tortona e di Laigueglia, mentre il Comune di Casal Cermelli ha manifestato l’interesse ad aderire). La nuova visione strategica ha convinto in modo crescente sia gli enti locali, sia il mondo delle imprese private e così nell’arco di alcuni mesi sono arrivate crescenti adesioni. I Comuni sono quelli di Alessandria, Basaluzzo, Casale Monferrato, Castellazzo Bormida, Genova, poi vi sono la Provincia di Alessandria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Camera di Commercio di Alessandria e la Camera di Commercio Riviere di Liguria (Imperia, la Spezia, Savona), mentre il fronte dei privati è composto da Ance (costruttori) Alessandria, Confindustria Alessandria, Ascom (Associazione commercianti della provincia di Alessandria), Confartigianato, Confesercenti, Truck Rail Container Spa (Gruppo Gavio).

Logistica delle merci e delle persone, insieme a formazione e ricerca. La Slala ridisegnata dal nuovo statuto ha aperto due fronti di impegno. Il primo è quello di un progetto formativo (project work) che il Master in sviluppo locale del Digspes (Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali) dell’Università del Piemonte Orientale realizzerà insieme a Slala per svolgere una analisi dei sistemi e dei modelli della mobilità delle persone nel territorio alessandrino. Il secondo fronte è la realizzazione di percorsi formativi in tema di alternanza scuola lavoro grazie alla convenzione fra la Fondazione William Salice ‘Color your life’ di Loano e Slala. Il percorso è rivolto a studenti delle classi terze e quarte delle scuole superiori dei territori delle due fondazioni.

Intanto ha preso corpo il progetto che vede protagoniste la fondazione alessandrina e Uirnet (soggetto attuatore unico per la realizzazione del sistema di gestione della logistica nazionale, la società è impegnata nella realizzazione della Piattaforma logistica nazionale). Come ha più volte spiegato nel corso di diversi incontri Rodolfo De Dominicis, presidente e amministratore delegato, Uirnet punta a concentrare gli investimenti nel 2019 nel basso alessandrino. Se Slala è il tavolo di aggregazione, non di decisione, che mette in contatto i comuni con Uirnet, è quest’ultima che sta progettando lo sviluppo di aree infrastrutturate per rispondere all’emergenza, prima, e alla necessità, poi, di crescita delle attività portuali. L’area “fondamentale per lo sviluppo del paese è il nord ovest e Genova deve contare su tre zone retroportuali collegate con le banchine per rispondere alle diverse esigenze degli operatori internazionali, degli autotrasportatori e dell’ambiente”

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L’idea è nata dalla disponibilità di trenta milioni della Banca europea degli investimenti (Bei) per costruire tre buffer. Gli hub intermodali saranno in grado di gestire alcune delle criticità che oggi contribuiscono a intasare le strade e le banchine. Il progetto, entrato nella fase conclusiva, prevede di realizzare i buffer in aree strategiche e la prima non può che essere Rivalta Scrivia. La soluzione è attivare un collegamento tra il porto e il basso Piemonte. Le merci che arriveranno su camion nel buffer verranno successivamente trasferite in porto con navette gestite con mezzi alimentati a gas metano liquefatto, con basso impatto sonoro e in grado di alimentare le banchine che a loro volta potranno lavorare per un numero maggiore di ore rispetto a oggi. I camion si fermerebbero negli hub, dotati di tutti i servizi (stalli, pompe di carburante, officina, servizi), e una volta scaricato il container saranno pronti a prelevare un nuovo carico. Nessun viaggerebbe più a vuoto, gli autisti non sarebbero più costretti a restare per molte ore in attesa prima di entrare in porto (spesso a motore acceso) e la gestione dei container sulle banchine sarebbe più agile e spalmata su tutto l’orario di attività (oggi il lavoro si svolge dalle 6 alle 22, ma le fasce orarie di punta sono solo due, al mattini e nel pomeriggio) contribuendo a un aumento della movimentazione. I buffer, realizzati con criteri di bioedilizia per ridurre l’impatto ambientale, hanno bisogno di una superficie media di centomila metri quadrati (i terreni devono essere disponibili e con la giusta destinazione urbanistica) e possono arrivare a occupare circa duecento persone. La struttura “basica”, come la chiama De Dominicis, che potrebbe nascere a Rivalta Scrivia, all’interno del Rail Hub Europe, sarebbe la prima. Anche perché è quella già pronta rispetto anche al collegamento con la ferrovia.