La palestra della G.I.L. [Un tuffo nel passato]

frisina_caldi Tony Frisina.

 

Cari lettori, rieccoci alle prese con una nuova fotografia d’epoca.

Come già avevo scritto in altre occasioni mi piace precisare che collezionare cartoline – per un appassionato – non significa mettere nei raccoglitori soltanto cartoline.

Alcune fotografie d’epoca sono tanto importanti quanto più riescono a raccontare un episodio di vita, un luogo, un momento caratteristico che non riguarda soltanto fatti personali e di vita intima di persone o di famiglie ma che possono coinvolgere anche individui seppure, in quel momento, non erano presenti allo scatto; non riguardano soltanto i personaggi presenti nell’immagine ma possono, con quelli, aver in comune momenti di vita o aver preso parte – anche in differenti momenti – alla stessa storia.

In questo caso tanti uomini e donne ormai avanti negli anni potrebbero riconoscersi nello scatto fotografico che qui viene presentato.

Dopo aver parlato del palazzo della G.I.L. e aver pubblicato fotografie dell’esterno, ecco un attimo di vita di quei lontani anni ’30. Un momento di attività nella palestra del Palazzo della G.I.L..

La maestra Eugenia Cortona mette in riga un bel gruppo di Figli della Lupa nel corso di un saggio ginnico presentato il 4 Giugno 1938. I sorrisi dei bambini e gli atteggiamenti di alcuni di loro lasciano capire che non ci sia molta marzialità in quel momento; probabilmente, nonostante l’impegno degli istruttori, anche queste esercitazioni rituali offrivano sempre il pretesto per momenti di svago e spensieratezza.

La qualità dell’immagine prodotta dalla ditta Foto Moderna – dal punto di vista fotografico – è abbastanza buona, almeno come esposizione e per l’interessante il gioco di luce creato dai finestroni che illuminano i bambini e gli adulti alle spalle; nonostante questo i volti e le persone sono perfettamente illuminati e le fisionomie risultano ben leggibili. Stranamente però la stampa mostra una riga longitudinale – certamente per un danno al negativo in fase di sviluppo – e qualche segno di pulviscolo; cosa strana per questo buon laboratorio alessandrino di arte fotografica.

Tornando alla fotografia di oggi posso ancora aggiungere che io di ricordi personali a proposito del Ventennio e dei Figli della Lupa non ne ho; non ne ho neppure con il palazzo di cui ci si sta occupando, poi denominato ex GIL o Provveditorato agli Studi che dir si voglia. L’unico aggancio che ho con il passato che fa parte di questa immagine è la maestra Cortona, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente diversi anni fa. Una donna ancora tosta ed energica, nonostante l’età non più in fiore e son sicuro che durante il periodo del suo lavoro sia stata rispettata e riverita per la figura carismatica che istintivamente incarnava.

GIL-03-Recto

Uno « Stradivarius » – Giorni fa i giornali riportarono che a Desio un certo M.° Sala aveva scoperto un violino del famoso Stradivario in una specie di carrettino che i bambini usavano per divertimento. Accorsi competenti ad esaminare lo strumento, esso fu valutato un milione!
Questo ultimo particolare colpì specialmente la memoria dei bravi figli del sig. Olmo, (distinto sarto di via Ghilini, 3) i quali subito ricordarono un istrumento che portava lo stesso nome del violinista cremonese. Andati alla ricerca del tesoro lo cavarono dalla serie di altri strumenti con i quali era appeso, chè padre e figli Olmo sono tutti musicisti e pittori. Portato alla luce del sole, spogliato dalle ragnatele e dalla polvere, il violino lasciò intravedere nel profondo della cassa la fatidica scritta: «Antonius Stradivarius, cremonensis faciebat an. 1716»… Presso la scritta è la sigla A. S.
Per quanto ridotto in stato pietoso e a una sola corda, il bisecolare strumento ha ancora tutta l’eleganza antica. Subì pure l’ingiuria dei topi, ma senza grave danno. Il sig. Olmo ricordò di averlo acquistato una ventina d’anni fa a Rivarone da uno zingaro che già pativa la crisi mondiale; e ricorda pure che in quei primi tempi le note del violino acquistato erano più melodiose di quelle di altri.
Da alcuni giorni è un accorrere di musici e di curiosi all’esame dello Stradivarius.
Speriamo giunga anche qualche americano. E all’amico Olmo auguriamo se non il milione (che sa troppo di sor Bonaventura) almeno qualche grossa somma che dimostri come gli atti di carità fruttifichino anche quaggiù in modo meraviglioso.

[La Libertà – Settimanale Cattolico della Provincia di Alessandria – Organo della Giunta della Diocesi di Alessandria – Anno XIII – Numero 31 – Alessandria – Giovedì 4 agosto 1932 – Anno X E.F.]