Pernigotti, al via la cassa integrazione. Il commento del sindaco Muliere, la lite (ne avremmo fatto a meno) fra LeU e 5Stelle

Parte la cassa integrazione ‘per reindustrializzazione’ per i dipendenti della Pernigotti, da mesi al centro di una battaglia in difesa del proprio lavoro, e dell’identità ‘novese’ dell’azienda.

La reazione più composta è quella di Rocchino Muliere, sindaco di Novi: “Come da previsione, è stato firmato l’accordo tra le parti per la cassa integrazione “per reindustrializzazione”.

All’inizio dell’incontro l’advisor ha presentato una relazione riguardo il lavoro svolto in queste ultime settimane.

Sono circa 30 le aziende che hanno manifestato interesse a verificare la situazione della Pernigotti, delle quali tre hanno già effettuato un sopraluogo presso lo stabilimento, altre lo faranno entro il 15 febbraio.

Tra gli obiettivi delle aziende che hanno già effettuato il sopralluogo c’è quello di cercare di riassumere tra i 30 e i 50 dipendenti, cosa che ha destato insoddisfazione sia da parte nostra che da parte dei sindacati. Il lavoro dell’advisor continuerà nelle prossime settimane e la cassa integrazione partirà da mercoledì.

Riguardo la trattativa – sottolinea il Sindaco – trovo poco rispettoso il fatto che siano stati nominati due advisor, uno dal Governo e uno dalla proprietà. Quest’ultimo aveva l’obiettivo di vendere il settore “preparati per gelato” con marchio Pernigotti. Una situazione da noi sempre contrastata, che getta un cono d’ombra sulle prospettive dell’azienda. Inoltre, nelle prossime settimane, dovrebbe avviarsi l’esternalizzazione di una parte di prodotti presso la Laica di Arona (Novara), decisione che speriamo possa essere solo temporanea. Queste e altre considerazioni – aggiunge Muliere – avrei voluto poter fare durante l’incontro ma il vice capo di gabinetto del Ministro non mi ha dato la parola. Credo sia un comportamento irrispettoso nei confronti di un Sindaco presente in veste di tutta la comunità.
In ogni caso – conclude Muliere – auspichiamo che il Ministro dello Sviluppo Economico possa svolgere nella maniera che gli compete e con esito positivo una trattativa delicata come questa“.

Più litigiose le reazioni della politica, con un ‘battibecco’ a distanza tra LeU e Movimento 5 Stelle.

“Poco fa in Aula del Consiglio regionale – dichiara Walter Ottria, consigliere regionale di LeU – Ottria (PD): “il Partito Democratico torni ai ‘fondamentali’ della sinistra. Sulla sanità alessandrina ancora troppe incertezze: di chi è la responsabilità?” CorriereAl 1abbiamo assistito alla riproposizione di quanto sta avvenendo a Roma.

I fatti. Oggi alle 13 il tavolo Pernigotti a Roma sancirà la definitiva cessazione dell’attività e l’avvio delle procedure di cassa integrazione per i 150 dipendenti dello stabilimento di Novi Ligure. Da qualche settimana giace in Parlamento una proposta depositata dall’On. Fornaro che, tutelando i marchi storici italiani, può dare una grande mano alla vertenza Pernigotti.

Tale proposta arriva anche a causa della perdurante assenza del Governo il quale, dopo aver fatto passerella a Novi Ligure, non si è mai occupato della questione. Come si legge dai giornali, gli esponenti del Governo non hanno neppure avuto il tempo di cercare la Proposta di Legge Fornaro.

In Regione si è replicata la recita. Sia martedì scorso che quest’oggi ho chiesto di discutere e votare il mio Ordine del Giorno che sostiene i testi parlamentari a tutela dei marchi storici, e invita il Governo ad accelerare l’approvazione di un testo – qualsiasi testo – che tuteli i marchi storici e le produzioni italiane: il made in Italy. Il movimento 5 Stelle poco fa, in seguito ad un’ulteriore sollecitazione da parte mia e del Consigliere regionale Grimaldi (Liberi e Uguali) si è nuovamente opposto alla discussione.

Evidentemente, a Roma come a Torino, la linea del Governo e dei 5 Stelle è unica e non prevede né la tutela dei posti di lavoro né delle aziende italiane scippate da investitori stranieri. Ognuno faccia le sue valutazioni.

La replica dei cosiglieri regionali 5 Stelle Giorgio Bertola e Paolo Mighetti, che accusano LeU di strumentalizzazione:

“Sulla crisi Pernigotti gli esponenti alessandrini di LEU Fornaro ed Ottria hanno passato il segno. Diciamolo subito: la proposta di legge in Parlamento e l’Ordine del Giorno in Regione non possono risolvere questo dramma ed anzi potrebbero creare problemi ad altre aziende.

Innanzi tutto, secondo fonti ministeriali, una legge sui marchi potrebbe solo agire su quelli registrati o trasferiti dopo l’approvazione della stessa norma (quindi non inciderebbe su questo caso). E’ vero Luigi Di Maio ha parlato di “Legge Pernigotti”, ma quando si verifica un’idea con i tecnici e si incontrano grandi problematiche ha senso andare avanti ugualmente? Avrebbe senso solo per far parlare i giornali e pare proprio questo l’obiettivo di LEU.

Inoltre la proposta Fornaro contiene quello che si può considerare un errore grave. Infatti si prevede la perdita dei marchi (registrati prima del 1969) se il titolare cessa la fabbricazione nel comune in cui risultava iscritto alla data di registrazione del marchio stesso. In questo modo molti e prestigiosi marchi italiani potrebbero essere persi. Pensate ad esempio ad alcune antiche aziende che attualmente operano a Novi Ligure nate in altri comuni del nord Italia (Campari e i marchi Elah e Dufour del gruppo Novi, solo per fare alcuni esempi). Tanto per avere un’idea dell’ecatombe che si potrebbe realizzare.

Infine la delocalizzazione, per come è scritta la legge, potrebbe bypassare tranquillamente la norma lasciando una produzione minimale in loco e trasferendo gran parte della produzione all’estero.

Per questo invitiamo LEU a smetterla con questa vergognosa strumentalizzazione sulle spalle dei lavoratori e, visto che la proposta di legge degli “esperti” ha firme importanti (Fornaro, Bersani ed Epifani), a verificare bene ciò che scrivono gli esponenti del loro partito per evitare pessime figure”.

Ulteriore replica di Ottria martedì in serata:

Questa mattina il Movimento 5 Stelle si è opposto alla discussione dell’ordine del giorno in questione, obbligando il Presidente del Consiglio regionale a proseguire i lavori. Solo alle 17 – sostiene Walter Ottria, consigliere regionale di LeU –, nel pieno del tavolo di trattativa nazionale, il dibattito a Torino ha avuto inizio. Non pensavo che raccontare la verità dei fatti potesse creare un vespaio”.

Mi spiace – prosegue Walter Ottria, consigliere alessandrino – che i colleghi dei 5 Stelle abbiano accusato il sottoscritto e il capogruppo di LeU, Marco Grimaldi, di fare propaganda; la realtà è che su questo tema i grillini sono in forte difficoltà. Il Consigliere comunale di Novi Ligure del Movimento 5 Stelle ha infatti votato un ordine del giorno simile a quello che ho presentato in Regione; Di Maio ormai troppi mesi fa ha promesso una legge salva Pernigotti che non si è mai vista. Un esponente piemontese dei 5 stelle, accreditato alla candidatura alle prossime regionali il 27 novembre scorso dichiarava a mezzo facebook: “…si pensa ad un processo di reindustrializzazione con la garanzia in quella fase della cassa integrazione. Queste sono le azioni concrete che stiamo mettendo in atto al Governo per salvare Made in Italy e lavoro”.

“Nulla di tutto questo è accaduto prosegue Ottria –. La verità è una sola: in Parlamento giace una proposta di legge a tutela dei marchi storici italiani (non solo della Pernigotti), ed è firmata da Federico Fornaro Capogruppo di LeU che prende lo spirito delle promesse grilline e le tramuta in Legge. Siccome l’obiettivo del nostro lavoro – conclude Ottria – è risolvere i problemi e non crearne di nuovi, come ho dichiarato in Aula quest’oggi auspico che il testo presentato in Parlamento venga discusso, modificato e migliorato se necessario. Sono arrivato a invitare il Governo a fare un Decreto Legge per prendersene interamente il merito. Più di così… La verità è che per ora dal Ministero del lavoro tutto tace.