Proposte per ridisegnare Alessandria

Ma poi cosa succede fra Tanaro e Bormida? [Centosessantacaratteri] CorriereAlPensare una strategia di città che sappia guardare oltre e legando il suo agire e le sue proposte politico-progettuali ad una programmazione più ampia e organica la ritengo che la si debba considerare il punto di partenza di chi oggi si pone l’obiettivo di governare una città. Credo che oggi come oggi, in una periodo di grande difficoltà della politica e per gli enti locali, solo una proficua ed efficace capacità di utilizzo delle risorse comunitarie possa rimettere in moto l’economica disastrata del nostro territorio.

Inoltre sono convinto che la classe politica debba modernizzarsi seriamente con lo scopo di attuare capacità progettuali di medio lungo periodo, per evitare il tirare a campare con azioni che servono solo a tamponare la quotidianità o addirittura l’emergenza. Una premessa ancora più valida per una città come Alessandria che mostra sempre più tangibilmente i segni di una crisi economica e sociale che pur avendo origini e cause globali, ha delle specificità territoriali che sarebbe miope non guardare e sulle quali è fondamentale fare autocritica e soffermarsi.

Penso, e ne sono convinto, che ci sia bisogno di uno sforzo comune di sistema. Un lavoro di squadra che però non confonda ruoli e compiti.
Il punto dove partire è la valorizzazione del territorio partendo proprio da quel mondo fatto di piccole e piccolissime imprese, del no-profit in grado di garantire economia sostenibile e maggiore coesione sociale. Un mondo che oggi per affermarsi per creare ricchezza e sviluppo, ha la necessità di un tessuto sul quale innestarsi e crescere. Quella rete di infrastrutture, saperi,relazioni sociali , legami e cultura che possiamo tranquillamente chiamarsi città.
Solo una nuova visione unitaria delle politiche urbane può dare risposte a quella esigenza di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che è alla base di una visione del futuro.

Con queste premesse penso che sia oggi indispensabile, in un contesto dove il cittadino ha perso i suoi punti politici di riferimento, rilanciare con forza uno strumento di partecipazione che chiamerei “il cantiere delle proposte”, dove elaborare, verificare la fattibilità, siano concetti basilari per realizzare idee e progetti per la nostra città.

Un luogo di confronto permanente dove le diversità si mettono a confronto sull’elaborazione di politiche possibili di sviluppo locale, partendo da una condivisa visione unitaria della città e del suo possibile percorso di crescita. Con una ambizione specifica: dare ad Alessandria il ruolo di città di servizi e “al servizio” di tutto il territorio.

Un luogo di sintesi ed elaborazione di buone prassi, percorsi innovativi e creativi in grado di proporsi come modello per le altre aree urbane del territorio e diventare così un vero capoluogo di provincia e capofila di sistema.
Tre i concetti chiave da dove partire che penso siano importanti per dare sostanza a questa nuova idea di città: Programmazione,Sicurezza e legalità, Innovazione.

Ritengo che oggi un piano del commercio non abbia senso senza uno stretto legame con la programmazione delle politiche abitative, socio assistenziali, culturali.

Città logistica non può essere solo la politica dell’annuncio ma al contrario c’è bisogno di attuare politiche in grado di dare certezze per garante lavoro e sviluppo.

Come pure non si può prescindere da una rimodulazione complessiva del traffico veicolare in città e da un piano organico di parcheggi.
Così come pure dovrà essere rivisto un nuovo PRG che guardi ad un nuovo disegno strategico, come pure la riorganizzazione delle attività mercatali sia per quello che riguarda il mercato settimanale che per quelli rionali che devono diventare attività di servizio per le zone periferiche della città.

Sicurezza e legalità sono le precondizioni imprescindibili per una rinascita della città e per il suo sviluppo. Illegalità, abusivismo e criminalità incidono negativamente sulla competitività delle sistema d’impresa di un territorio.

Innovazione vuol dire capacità di modernizzare tutto il sistema facendo rete e partendo anche da un maggior coinvolgimento del polo univeritario. Bisogna avere il coraggio di investire su politiche culturali che puntino a multiculturalità ed integrazione, ma anche su spazi pubblici, oggi inutilizzati.

Oggi governare solo la città non va bene, occorre che la politica, sia in grado di eliminare dal linguaggio comune la parola “rassegnazione” e per far questo ci vuole una scossa molto forte per ricostruire un rapporto di fiducia tra politica e cittadino che da anni si è perso.
Alessandria e la sua gente devono essere in grado di fare un salto di qualità nelle sue basi produttive, economiche e di pensiero, ma soprattutto per fermare il declino bisogna mettere al centro la partecipazione, il confronto, la condivisione, la visione di una città che non vuole essere dormiente su tutti i fronti ma che ha bisogno di tutti gli attori per crescere.

Vincenzo Costantino – Alessandria