Ottria (LeU): “Al fianco di Chiamparino, se c’è progetto condiviso: sanità, trasporti e ambiente gli asset per rilanciare il Piemonte”. E ai sindaci: “Siate propositivi”

Ottria (PD): “il Partito Democratico torni ai ‘fondamentali’ della sinistra. Sulla sanità alessandrina ancora troppe incertezze: di chi è la responsabilità?” CorriereAl 2di Ettore Grassano

 

 

“Se dovessi darmi un voto di mandato, sarebbe una sufficienza piena. Penso di aver lavorato con serietà, impegno, trasparenza. Alcuni risultati per il territorio sono venuti, per altri abbiamo posto le basi. Ma la valutazione, ovviamente, spetterà ai piemontesi, e agli alessandrini”.

Dopo un’ora di chiacchierata, il consigliere regionale Walter Ottria (LeU) tira da solo le somme: e si dà in verità un voto molto più basso rispetto a quelli che si è conquistato in questi anni nella rubrica di CorriereAl curata dalla nostra GZL, che spesso gli ha riconosciuto impegno e attenzione al territorio, dal fronte ambiente a quello delle ‘rilocalizzazioni’. Vicenda sulla quale l’ex sindaco di Rivalta Bormida non ha dubbi: “ci sono state, negli ultimi vent’anni e non solo ora, responsabilità e inefficienze del comune di Alessandria, che ho toccato con mano, e hanno reso questa vicenda paradossale. Non ne faccio una polemica politica, sia chiaro. Mi pare più che altro una questione tecnico procedurale”. Nel corso della chiacchierata puntiamo però l’attenzione sullo scenario politico, fra crisi del centro sinistra e elezioni alle porte. E parliamo anche di sanità e trasporti.

 

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Sì, ma questo non significa volersi ‘smarcare’, sia chiaro: personalmente ho condiviso gran parte dei provvedimenti della maggioranza, e ritengo che, considerato che siamo partiti nel 2014 con una Regione sull’orlo del baratro finanziario, si sia fatto molto. E anche che Chiamparino sia la figura più autorevole e apprezzata che il centro sinistra può oggi riproporre agli elettori.

Quindi ci sarete anche voi a sostenerlo alle elezioni di maggio, con una vostra lista?
Questo dipende da alcune variabili, di scenario nazionale oltre che regionale. Per le Europee si lavora ad un’alleanza ampia e fortemente connotata di civismo, e questo è condivisibile. Ma quando ampia, e in quale direzione? Non vorremmo ritrovarci in una compagnia un po’ troppo eterogenea…

La Tav sarà un discrimen? Lei come la pensa sul tema?
Sono per una valutazione pragmatica, non ideologica. E che tenga conto del fatto che Tav in Val di Susa e Terzo Valico sono opere in corso di realizzazione, non progetti ancora sulla carta. Fermarsi ora che senso avrebbe, sia in termini di costi che di immagine di affidabilità? Diciamo quindi che le grandi opere in questione non sono di per sé motivo di dissenso per quanto mi riguarda: purchè realizzato con forte attenzione all’ambiente, e alla salute dei lavoratori coinvolti. Dire sempre no però è impossibile, specie se si parla di progetti di respiro europeo: che facciamo, ci tiriamo fuori dai percorsi del commercio mondiale? Ci vuole realismo.

Altra questione delicata, la sanità. Conti migliorati in Piemonte, ma a quale prezzo? C’è chi Caro Assessore Saitta, se 4 ore di attesa per una prenotazione e 4 mesi per una visita in ospedale per lei sono normali.... CorriereAlsostiene che ormai per curarsi davvero sia meglio il privato: nel pubblico liste d’attesa bibliche, personale in pensione senza turn over e cosi via….
La situazione non è così drammatica, ma è seria. Occorre trovare nuove risorse, a livello di Governo e Ministero, mentre alla Regione tocca una corretta pianificazione. Oggi in Piemonte siamo a metà del guado, e la nostra provincia è emblematica. La riforma andava fatta, eravamo in piano di rientro, non c’erano alternative. Certamente sarebbe stato necessario un maggior coinvolgimento dei territori però, e altrettanto certamente ora occorre potenziare realmente i servizi territoriali. Fare in modo cioè che case della salute e polimamulatori di prossimità, soprattutto in una provincia vasta come la nostra, diventino realtà: e siano in grado di erogare anche prestazioni a domicilio, considerata l’età media molto elevata della popolazione. Ma attenzione; qui, da ex sindaco, avrei qualcosa da dire agli amministratori locali….

Ossia?
Siate propositivi, fate sentire la vostra voce, e non solo sui giornali o sui social, ma attraverso proposte concrete, aggregative. La Regione, soprattutto ora che la Provincia ha purtroppo perso gran parte del suo ruolo di coordinamento, va coinvolta ‘sul campo’, certamente anche attraverso i consiglieri regionali del territorio. C’è una valle, o comunque un gruppo di comuni limitrofi, che ritiene di avere necessità di un presidio ospedaliero di territoro, sia poliambulatorio o casa della salute? I sindaci si facciano promotori di una proposta, parlino con la Regione e con la Asl, magari già avendo in mente una soluzione logistica concreta. E’ questa la strada da battere, quella della cooperazione e del dialogo fra territori e Regione.

A proposito di piccoli comuni, consigliere Ottria: che ne pensa delle fusioni sin qui realizzate?
In Piemonte ce n’è stata una, in particolare, che mi ha lasciato ‘basito’, non nella nostra provincia: hanno aggregato un paesino di poche centinaia di persone ad un comune di 20 mila abitanti, che sta a 25 chilometri di distanza, e neanche confina direttamente. Un paradosso. Ma anche sui tre accorpamenti finora realizzati nell’alessandrino sono perplesso: mi pare che solo in uno dei tre casi, quello di Alluvioni Piovera, il processo sia avvenuto con un certo consenso dal basso. Negli altri due casi le tensioni sono state tante, troppe: ‘annettere’ i piccoli, anche quando dissentono, non mi pare idea vincente.

Trasporti pubblici locali, altra nota dolente: come se ne esce?Berutti: "Sui trasporti la Regione torni a confrontarsi con i sindaci dell'alessandrino" CorriereAl
Puntando sull’integrazione, vera, fra gomma e rotaia. Solo così si può cercare di dare un futuro al trasporto pubblico, che è essenziale in una provincia vasta come la nostra: anche in un’ottica di ‘riorganizzazione’ della rete sanitaria. Anche qui: l’agenzia regionale per la Mobilità poteva e dovrà lavorare di più e meglio, e farsi promotrice di proposte concrete. Sul fronte Ferrovie: Alessandria nei decenni ha perso centralità e peso, deve tornare ad avere collegamenti diretti con le grandi città, con le dorsali tirrenica e adriatica, e al contempo ad essere il riferimento di una rete capillare di collegamenti locali. La giunta Cota fece disastri, chiudendo linee come l’Alessandria Ovada, o come la Mortara Casale, che per fortuna a marzo riusciremo a riaprire. Ma c’è molto ancora da fare. Non sono neppure contrario ad operazioni di immagine come la raccolta firme per collegamenti veloci Alessandria Milano, organizzata nei mesi scorsi. Il punto però è: che le firme siano 5 mila o 10 mila, cosa si intende farne? C’è un dialogo concreto e reale con Trenitalia, o no?

 CorriereAlAd Alessandria lei è distinto per il preciso impegno sul fronte della delicata questione delle ‘rilocalizzazioni’: la vicenda si concluderà positivamente, finalmente?
Me lo auguro, da quando sono stato interpellato da alcuni cittadini alessandrini ho cercato di fare tutto quanto in mio potere, incontrando gli interlocutori diretti in Regione, e sollecitando anche il fronte comunale alessandrino. Ecco, anche qui senza volerne fare una questione di polemica politica, mi pare che davvero a Palazzo Rosso alcune carenze, nel corso degli ultimi vent’anni, ci siano state. Comunque mi auguro che stavolta si sia davvero alla ‘stretta finale’, e che gli interessati, dopo tanti ‘patimenti’, possano concludere la vicenda in maniera positiva, e con rilocalizzazioni finanziate al 100%.

Consigliere Ottria, sul cammino che porta alle elezioni regionali di fine maggio c’è ancora una tappa intermedia per il centro sinistra, ossia il congresso nazionale del Partito Democratico. Cosa può cambiare?
Certamente è un passaggio delicato: verificare quale direzione prenderà il Pd è per noi di LeU essenziale: non abbiamo preclusioni al dialogo e al confronto, ma occorre che il Partito Democratico recuperi una proposta, e ‘un’anima’, di sinistra e di popolo che con le scelte degli ultimi anni sembra avere smarrito.

Lei si ricandiderà in Regione?
(sorride, ndr) In questi casi si dice sono a disposizione, ma dico qualcosa di più. La mia esperienza come amministratore locale, prima in comune e provincia, poi come consigliere regionale, la considero complessivamente positiva, e vissuta con passione. Ma non sono un politico di mestiere, e non do’ nulla per scontato. Se ci saranno le condizioni, e lo spazio politico, sarò lieto di cercare di dare ancora il mio contributo, pur consapevole che, rispetto al 2014, la strada è in salita. Se invece spazi e condizioni non ci sono, continuerò senza problemi ad impegnarmi per il mio territorio in altre forme, puntando sulla partecipazione all’interno della mia comunità.