Parcheggio Michelin, fusione di comuni, Tarsu: così non va…. [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Condizioni area parcheggio comunale dello stabilimento Michelin di Spinetta Marengo. Ottima l’interpellanza firmata dal consigliere comunale Francesco Gentiluomo: “Parcheggio Michelin: M5S sollecita il sindaco su buche e danni alle auto”. Francesco Gentiluomo merita un 10 visto che ha puntato gli occhi su quel problema e lo ha portato all’attenzione di chi ha la competenza per intervenire, quando nessuno e per anni nella posizione di consigliere, assessore, sindaco, dirigenti lo ha mai fatto. Da tantissimi anni quell’area comunale con 400 stalli utilizzati dai circa 1.200 dipendenti è abbandonata. Alberi che nessuno cura e sostituisce quando seccano, un manto stradale che risale all’epoca di insediamento dello stabilimento, pieno di buchi. Atti di vandalismo sulle auto degli operai. Nella primavera 2012 il Presidente responsabile Gami (Gruppo Anziani Michelin Italiana) Ivo Sobrero mi segnalò l’esigenza di manutenzione al verde, essendo l’area di gestione comunale. Mi rivolsi all’ex Sindaco Fabbio, che segnalò la questione al Presidente Amag del tempo, Lorenzo Repetto. Pochi giorni dopo ricevetti dal presidente Gami Ivo Sobrero una telefonata di ringraziamento: “È la prima volta che una squadra di operai sta sostituendo il verde seccato, potando e ridando dignità a questo parcheggio”. Ma c’è di più! Il presidente Repetto mi comunicò di un incontro con il Direttore dello stabilimento Michelin di Alessandria, al tempo Miguel Gimenez De Cordoba, per stipulare una convenzione, in modo che tale parcheggio fosse curato direttamente dalla Michelin, che avrebbe fatto manutenzione e messo in sicurezza l’area, per evitare furti e danneggiamenti alle auto dei dipendenti. Mentre le trattative erano in corso ci fu il cambio di amministrazione a Palazzo Rosso, e tutto morì lì. Rimane il fatto che, convenzione o meno, il Comune di Alessandria dovrebbe occuparsi anche di queste aree di proprietà. Si spera nella sensibilità di questa amministrazione: ma se non è in grado per motivi economici, perchè non pensare ad una nuova convenzione. Ecchecivuole? Spero che il consigliere Francesco Gentiluomo si faccia promotore di questa possibilità.
Voto: 2

 

2) Domenica 13, sono circa le 15, una telefonata di un conoscente mi chiede se ho letto il giornale Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 4diocesano “La Voce” e cosa ne penso dell’articolo a pag. 4 in merito alla TARSU 2013. Ho letto sui vari media che l’ufficio Tributi del Comune ha inviato dai 3 ai 4 mila avvisi di accertamenti TARSU 2013, ma non ho approfondito più di tanto: è però la parte che il conoscente mi legge per telefono che è particolarmente strana. Il conoscente spiega che gli anziani genitori hanno ricevuto l’avviso e che sono in regola con i pagamenti, ma la proceduta per esibire la regolarità è particolarmente “cervellotica”. La cosa è talmente assurda che mi pone il dubbio di non aver capito bene e per curiosità il giorno dopo mi reco in edicola ad acquistare “Voce”. In effetti la procedura non è delle più semplici:
“Dal comune – Tares 2013, dai Tributi tutti i chiarimenti – Una iniziativa a favore dei contribuenti”.
“L’Ufficio Tributi precisa che per gli accertamenti per omesso pagamento si invitano i contribuenti, che hanno ricevuto l’avviso di accertamento relativo alla Tares 2013 e che ritengano di aver pagato, di trasmettere all’Ufficio le relative ricevute anche per gli anni successivi, sino all’anno d’imposta 2017, al seguente indirizzo Pec comunedialessandria@legalmail.it oppure a tributi@comune.alessandria. it, per correggere eventuali errori di accertamento”. Mi fermo qui e chiedo: se l’accertamento è per il 2013 perché presentare le ricevute successive 2014/2015/2016/2017? Inoltre: posta certificata o e-mail: gli anziani ‘sta roba lì non la utilizzano, già devono scartabellare le carte di cinque anni, e trascinare le gambe all’ufficio Tributi, dove chissà che coda e caos. Ma dico: nel 2013/2014 è andato a fuoco o è stato alluvionato l’archivio dove erano stati registrati i pagamenti dei cittadini? Questa città è in perenne terapia intensiva.
Voto: 2

 

3) La fusione tra piccoli comuni italiani è un’altra trovata dell’ex ministro Delrio del mirabolante governo Renzi, con la Legge n. 56/2014 sulla riforma degli enti locali. Una trovata che cambia in alcuni casi la geografia cancellando i piccoli comuni. Dopo aver messo gli Enti Provincia in mezzo ad un guado, è toccato ai Comuni, pensando bene di eliminare un bel po’ di realtà. Piccole, certo: ma luoghi con anni di storia propria alle spalle, con tradizioni uniche persino negli accenti dialettali differenti anche dal paese confinante più vicino. Già da aprile 2018 leggevo i diversi articoli de “La Stampa” a firma Franca Nebbia in merito agli approcci di fusione tra Cuccaro Monferrato (324 abitanti) e Lu Monferrato (1.106 abitanti), e nell’ultimo periodo molte altre testate giornalistiche locali hanno dato voce a favorevoli e contrari: una fusione altamente sofferta. Quindi ho voluto approfondire l’argomento, a partire dalla nascita della “Delrio idea” passando per le varie Regioni, per arrivare alla Regione Piemonte. Ciò che emerge è che dopo una partenza sprint (prodotta dal miraggio di corposi fondi e da una forma di obbedienza partitica verso il Governo attuatore della “Delrio idea”) c’è stato un forte rallentamento, anche perché i fondi scarseggiano. Nel percorso di questa vicenda è emerso che una parte di Cuccaro Monferrato non ci sta, e a mio pensare con giusta ragione: “Giù le mani da Cuccaro”. Decisioni di tale importanza dovrebbero nascere da un coinvolgimento ‘dal basso’, e non come forzature dall’alto, costruite a tavolino da politici e burocrati infliggendo un duro colpo alle autonomie comunali, cancellando la loro storia e i loro nomi, stravolgendo la geografia dei territori a svantaggio dei più piccoli.
Nel web ho trovato molto materiale che getta legittimi dubbi: “Mondovì, fusione tra comuni: “Non è tutto oro quello che luccica”, Ma ho anche testimonianze dirette vicino a noi su realtà che vivono la fusione. Amici che risiedono nella “fu Piovera – 830 abitanti” fusa con la “fu Alluvioni Cambiò – 961 abitanti”. Oggi il tutto si chiama Alluvioni Piovera – raggiungendo 1.791 abitanti. A Piovera oggi si sentono pari ad una frazione. Ho chiesto se ci stanno almeno guadagnando grazie alla fusione. Hanno risposto che nulla è cambiato, lo stato dei servizi pubblici è rimasto tale, semmai peggiorato. Finale della storia è che per Cuccaro e Lu, martedì 15 gennaio in Regione Piemonte “il dado è stato tratto”, Cuccaro sarà inglobata da Lu a partire dal 1 febbraio.
Voto: 2