Il ‘corpo intermedio’ delle aziende è in difficoltà, ma la provincia di Alessandria “non è l’ultima della classe” [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Aumentano le difficoltà del ‘corpo intermedio’ delle imprese alessandrine, benché la provincia “non sia l’ultima della classe” grazie alla diffusa diversificazione e presenza di aziende che innovano ed esportano. Se le prospettive sono “poco favorevoli” per l’economia, pesantemente influenzata dalla “debole domanda interna” e dalle “criticità geopolitiche internazionali”, per l’Alessandrino non mancano le “notizie confortanti” grazie a quelle realtà che “puntando su ricerca e innovazione riescono a mantenere, quando non aumentare, la presenza sul mercato”. Le riflessioni sono di Maurizio Miglietta, presidente di Confindustria Alessandria, che, affiancato dal direttore Renzo Gatti, ha presentato l’edizione numero 177 dell’indagine congiunturale trimestrale cui hanno collaborato un campione di novantotto aziende su circa cinquecento associate.

Mercoledì in Confindustria due incontri su temi economico-contabili CorriereAl

Che il quadro non sia del tutto a tinte fosche emerge dalla previsione della propensione a investire dichiarata dal 75 per cento del campione e dal grado di utilizzo degli impianti indicato al 76 per cento. Se il comparto metalmeccanico rallenta e la chimica è pressoché stabile, c’è il settore della gomma-plastica che prevede un +25 per la produzione e un +13 per gli ordini (quelli all’esportazione sono dati in crescita per un +25). E sono proprio gli ordini a rappresentare la cartina al tornasole dello stato di salute dell’economia industriale provinciale. Il trend di chi ha un portafoglio ordini per meno di un anno, piuttosto di chi lo ha per meno di un mese, è sostanzialmente stabile, mentre si riduce il tempo di chi lo ha per meno di tre mesi e meno di sei. “Questo andamento – osserva Giuseppe Monighini dell’Ufficio Studi di Confindustria Alessandria – fotografa l’aumento delle difficoltà del corpo intermedio delle imprese”. Anche ad Alessandria si parla poi in modo esplicito delle “incertezze contenute nella legge di bilancio nazionale e rispetto a quello che il governo potrebbe fare”. Lapidario il commento di Miglietta: “Le aziende per investire devono avere delle certezze”. Comunque, aggiunge, in provincia di Alessandria “si sorride ancora perché abbiamo aziende più produttive rispetto a quelle tedesche”.

Sul territorio si scontano poi le difficoltà di un sistema scolastico e formativo che “avrebbe bisogno di maggiore formazione tecnica per preparare le figure maggiormente richieste dalle aziende”, ma uno dei nodi più critici è, e rimane, quelle delle infrastrutture immateriali. “Faccio il mio esempio, che peraltro trova riscontro in altre aree della provincia, che riguarda la zona di Villanova Monferrato dove è disponibile solo la linea adsl. Per risolvere il problema della navigazione internet e utilizzare al meglio gli strumenti informatici abbiamo dovuto installare delle parabole in azienda. È impensabile pensare di essere davvero competitivi, innanzitutto come ‘sistema paese’, se poi non sono disponibili infrastrutture all’altezza”.

Rispetto al contenuto dell’indagine, emerge innanzitutto il calo dei principali indici ‘Sop’ che registrano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti: la previsione dell’occupazione è a +6, quella della produzione a +6, quella degli ordini totali scende a –4, ordini export a +1, e quella della redditività a –6. La previsione di ricorso alla cassa integrazione risale di due punti ed è formulata dal sei per cento degli imprenditori del campione, che per l’84 per cento prevedono “invariata” l’occupazione. L’indice del ritardo negli incassi scende ancora ed è segnalato dal 26 per cento delle aziende. Le previsioni dei settori produttivi più rappresentativi, seppure con differenze, sono più pessimistiche di quelle del trimestre precedente, per il metalmeccanico e anche per l’alimentare, un comparto, quest’ultimo, influenzato dalla stagionalità ma sempre positivo nelle passate rilevazioni. Da sottolineare la previsione positiva per l’export, rispetto allo scorso autunno, per chimica, gomma-plastica e alimentare. Riscontri pressoché analoghi emergono dalla rilevazione riferita al settore dei servizi alle imprese: la previsione dell’occupazione scende a zero, livello di attività diminuisce a +7, i nuovi ordini a –7 , la redditività a –13. E sempre elevato l’utilizzo delle risorse, ma in calo la propensione a investire.