Berutti (FI): “Finanziaria pessima, la aspettiamo alla prova dei fatti. Ma l’alleanza con la Lega sui territori funziona: fra pochi mesi centro destra alla guida della Regione, e dei comuni”

di Ettore Grassano

 

Di lotta a Roma, di governo e alleati con la Lega in Veneto, Lombardia e Liguria, guardando alle prossime elezioni regionali e comunali in Piemonte. Questa un po’ la sintesi della condizione di Forza Italia negli ultimi 6 mesi, tra avversione dichiarata (e praticata anche con gesti plateali, come i gilet azzurri indossati per protesta contro la manovra finanziaria) al governo giallo verde, e rapporto di amore-tormento con la Lega.

Non può che partire da qui la chiacchierata con il senatore Massimo Berutti, principale esponente di Forza Italia del nostro territorio, impegnato in questi mesi in una laboriosa opera di ‘cucitura’ dei rapporti con il Carroccio, perché “le esperienze in Veneto, Lombardia e Liguria mostrano che il centro destra unito è la soluzione per dare un futuro al nostro Paese, anche se una legge elettorale pessima ha prodotto a Roma la situazione che conosciamo”. Ma Berutti è, al contempo, molto critico sull’esecutivo guidato dal premier Conte: “hanno vissuto di slogan per mesi, e il risultato finale è stato questa Finanziaria: non solo approvata di corsa, e con modalità certamente discutibili, ma ora tutta da verificare nei suoi effetti, che potrebbero essere devastanti. Penso in particolare alle clausole di salvaguardia dell’Iva, una partita da 50 miliardi di euro, vera spada di Damocle sulla testa degli italiani. Ma è tutto l’impianto della legge di Bilancio che non funziona…”.

Proviamo dunque, proprio nei giorni in cui il Parlamento si ‘rimette in moto’ dopo la brevissima pausa di inizio anno, a capire cosa potrà accadere, prima e dopo le elezioni Europee (e amministrative) del prossimo maggio.

 


Senatore Berutti, 9 mesi a Roma, di cui gli ultimi 6 a fare opposizione alla Lega, dopo essere stato eletto in un collegio uninominale (Alessandria-Asti) con i voti di tutto il centro destra: se lo sarebbe mai aspettato?
Francamente no, è il frutto di una legge elettorale pessima, di cui peraltro non mi pare sia all’ordine del giorno la modifica. Posto che non c’erano i numeri per un governo di centro destra, che pure fu la prima coalizione per consenso elettorale a marzo, è nato questo esecutivo, che però non funziona. La legge di bilancio lo dimostra ampliamente.

Cosa non le piace della Finanziaria 2019?
Se rispondo tutto sembra propaganda, ma purtroppo è davvero l’impianto complessivo a non convincermi. Ben vengano maggiori investimenti in sicurezza, naturalmente. Ma la flat tax, che quando adeguatamente realizzata sarà un volàno di sviluppo, non è certo quella inserita in Finanziaria, che sa di piccolo cabotaggio, a sostegno al più di qualche categoria di professionisti. Ma il resto? Vogliamo parlare di un reddito di cittadinanza tanto inattuabile nei fatti (andate a vedere in che condizioni sono i centri per l’impiego, e poi spiegatemi quali lavori seriamente potranno offrire nei prossimi mesi, e anche quale reale formazione professionale), quanto espressione della peggior logica clientelare? Queste sono mance, quando all’Italia servono condizioni per un nuovo sviluppo. Spiace dirlo, ma così facciamo scappare anche le imprese che ancora ci sono, altro che attrarne di nuove. E anche quota cento fa acqua da tutte le parti: aspettiamo su tutti i fronti i decreti attuativi, ma sono molto scettico.

Legge elettorale: capire per votare, sperando di capire [@SpazioEconomia] CorriereAl 1Senatore, in questi giorni parte di fatto anche la campagna elettorale: a febbraio si vota in Abruzzo, anticipo delle elezioni di maggio, che ci vedranno andare alle urne per le Europee, ma anche per altre 5 regioni, tra cui il Piemonte. Per non dire dei tanti comuni, compresi quelli di casa nostra. Forza Italia che farà?
Forza Italia ha una forte connotazione europeista, e lì continuerà a stare: i populismi non ci convincono, la destra liberale è un’altra cosa. In Italia però, sui territori, con la Lega stiamo governando bene regioni importanti come Lombardia, Veneto, Liguria. Conquisteremo anche il Piemonte, ne sono certo: e lavoreremo per farlo ripartire. La macro regione del nord può e deve essere la locomotiva del nuovo sviluppo.

Partendo da dove?
Grandi opere e logistica, mi pare evidente. Come si fa a pensare di boicottare opere che sono tanto strategiche non solo per creare occupazione oggi, ma soprattutto per porre le basi per l’economia di domani. L’alessandrino (e mi riferisco a tutta la nostra provincia, non solo al capoluogo) da questo punto di vista è emblematico. Il Terzo Valico non sarà solo un collegamento ferroviario veloce (per le merci, ma anche mi auguro per il trasporto persone), sarà la leva con cui rimettere in moto la lavorazione/trasformazione delle merci, e la loro ripartenza verso il resto del nord Italia, e verso l’Europa. Una sfida fondamentale, in cui tra l’altro mi auguro che si superino logiche di piccolo campanile: non dobbiamo lavorare per Novi, Rivalta o Alessandria, ma per tutto il nostro territorio, che è il retroporto naturale dei porti liguri. E le agevolazioni, sacrosante, alle imprese che si insediano in zona vanno estese il più possibile: da tortonese, non posso accettare che si dica ‘Rivalta sì, Torre Garofoli no”. La logistica sarà un’opportunità enorme, e la politica deve creare le condizioni perché tutto l’alessandrino possa beneficiarne.

A proposito di Tortona, senatore. Lì a maggio si vota, e il centro destra ha già annunciato la candidatura unitaria di Federico Chiodi: per andare dove?
Chiodi è stato mio assessore, è persona di valore, competente e appassionato. L’uomo giusto per Tortona, in questo momento: cosa hanno combinato Bardone e il Partito Democratico in questi anni è sotto gli occhi di tutti, non voglio neanche commentarlo. Il tortonese ha potenzialità enormi, che sindaco e giunta devono saper coltivare e agevolare. In questi anni è successo il contrario. Torno alla logistica, ma anche alle opportunità legate al Parco Scientifico e Tecnologico: già oggi ospita centri di ricerca Eni e Boero, e se lo si saprà valorizzare nel modo adeguato potrà diventare davvero una risorsa per tutto il territorio. Primo passo però è sottrarlo dalla ‘morsa’ della Regione targata Chiamparino: da fine maggio cambieremo musica, spero, e ragioneremo davvero di futuro.

Altro tema che sta a cuore a tutti gli abitanti della nostra provincia è la sanità pubblica: in Caro Assessore Saitta, se 4 ore di attesa per una prenotazione e 4 mesi per una visita in ospedale per lei sono normali.... CorriereAlprogressiva dismissione, secondo la percezione comune…
Una percezione per nulla sbagliata: le scelte del centro sinistra hanno penalizzato enormente la nostra provincia: e meno male che per tre anni e mezzo il presidente della commissione Sanità in Regione Piemonte è stato alessandrino! La realtà è che si è progressivamente ‘smontata’ la rete ospedaliera, senza nel frattempo far crescere la sanità territoriale. E senza tener conto della situazione critica del trasporto pubblico, e della viabilità. Il risultato lo sperimenta chiunque abbia a che fare con il sistema sanitario: e i dati della mobilità passiva, con ‘fuga’ di massa verso Lombardia e Liguria, sono il termometro più eloquente del fallimento della gestione Chiamparino Saitta della nostra sanità.

Senatore Berutti, lei fa parte della commissione Agricoltura del Senato: segnali di ripartenza in questo settore ce ne sono?
Per fortuna sì, e non pochi. Il 2019 sarà un anno importante, anche con incentivi per le nuove imprese. Ma quel che più conta, al di là dei finanziamenti a fondo perduto, è creare le condizioni perché l’agricoltura possa produrre vero valore, e al passo con i tempi. La qualità paga, e il tortonese ne è un esempio limpido: timorasso, montebore e altri prodotti di eccellenza legati al territorio, insieme a scelte di qualità sul fronte ricettivo e dell’accoglienza, fanno sì che oggi agricoltura e turismo stiano diventando, per tutta l’area, una risorsa fondamentale, con sempre più investitori interessati, in arrivo da fuori. Così è anche per tutto il Monferrato, e questa è la strada che dobbiamo percorrere, per rimettere la nostra provincia al centro dello sviluppo agricolo regionale, e nazionale.