Monumento ad Andrea Vochieri [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina.

Un tempo, quando si parlava delle sculture dei Giardini Pubblici di Alessandria, pensavo subito al Cavallo dei Giardini, meglio detto il Monumento ai Caduti e – in secondo luogo – al monumento ad Andrea Vochieri; dopo venivano tutte le altre statue.

Infatti davo un’importanza maggiore al Destriero con il Combattente che torna dalla guerra (oltre che per la sua maestosità anche per il fatto che fosse in metallo e non in marmo) e per ultimo pensavo ai Busti dedicati ad altrettanti Personaggi alessandrini.

I monumenti di quest’ultimo tipo, i busti appunto, mi hanno sempre comunicato una strana inquietudine; quelle insolite, litiche porzioni di persone, così come lo sono anche certi manichini nelle vetrine dei negozi di vestiti e le sagome – che del manichino hanno solo la parte superiore – che si trovano nelle sartorie, per me sono state sempre portatrici di sensazioni inquietanti.

In età adulta, per gli stessi motivi, paradossalmente giudico sublimi i manichini e gli strani personaggi dipinti da Giorgio de Chirico e da Carlo Carrà in molte delle loro opere.

Fra i Monumenti sopra citati ce n’è uno che – alla luce delle conoscenze che ho acquisito negli anni – mi piace ricordare come l’opera che ha subìto forse più traslochi al mondo; è quella dedicata ad Andrea Vochieri.

Scopriamo per la prima volta la scultura, lavoro di Angelo Bruneri di Torino, nel 1855 presso il Camposanto della Città. Dopo una breve sosta in Piazzetta della Lega Lombarda in anni di poco successivi ecco un nuovo trasferimento – siamo nel 1870 – nei Giardini Pubblici, sul lato dell’ormai scomparso Teatro Virginia Marini.

Infine nel 1948 ecco il Vochieri trasferirsi per poi finalmente rimanere nel luogo attuale, a pochi metri dal Vialone che porta alla Stazione Ferroviaria.

E ora mi preme aggiungere questo: spero che non accada che un giorno qualche insulso e sconsiderato amministratore – giudicando l’Opera di scarsa importanza – non gli faccia terminare i suoi giorni in Tanaro, dopo averlo fatto a pezzi…

Per quanto riguarda la cartolina che pubblichiamo mostra il Monumento nella penultima collocazione (quella accanto al vecchio Marini); è stata stampata per conto della Ditta C.O.A. (Cartoline Oneto – Alessandria) presumibilmente intorno agli anni ‘30.

Questa immagine è relativamente insolita per inquadratura; come dettaglio collezionistico aggiungo che nel panorama cartolinistico della nostra città esistono almeno una decina di varianti che mostrano da diverse angolazioni e distanze il monumento a Vochieri.

Purtroppo non posso dire che di questo angolo dei giardini si conoscano capolavori dal punto di vista fotografico e quindi ci dobbiamo accontentare di quel poco che l’intraprendenza dei fotografi e dei committenti ci ha lasciato.

Per quanto riguarda i ricordi personali che mi legano al monumento a Vochieri ed alla zona in cui ora è eretto posso dire di non averne quasi, se non l’immagine, il ricordo di uno spiazzo semicircolare perfettamente inghiaiato e curato (epoca del Sindaco Basile e forse poco dopo…) che si trovava proprio davanti alla statua. Il diametro del semicerchio coincideva col marciapiedi del Vialone. La ghiaia, che come si sa richiede una laboriosa e costante manutenzione, è stata via via inglobata e catturata dalle erbe… e ora va di lusso che quelle erbe, quel prato spontaneo, unitamente a tutte le altre aiuole, sia tenuto all’inglese e non lasciato prosperare come una risibile steppa.

Monumento-a-Vochieri

Un cavallo furioso in fuga. – Il nostro concittadino, Giulio Cacciandra, tenente di cavalleria, mentre col proprio attendente percorreva in calesse la strada di circonvallazione, il cavallo adombratosi, si dava a pazza fuga rovesciando il legno in un fossato.
Tenente e soldato furono pronti a saltare a terra e non si fecero alcun male. Il cavallo percorse da Spalto Rovereto sino lungo il vialone dei giardini, dove investì una vecchia fruttivendola certa Valle Carlotta la quale riportò ferite fortunatamente lievi.
Il cavallo continuò la sua fuga per piazza Garibaldi e Corso Cento Cannoni dove venne coraggiosamente affrontato e fermato dall’ex vigile municipale Como Pietro.

[La Lega Liberale – Periodico politico amministrativo della Provincia di Alessandria – Anno XXVII – Numero 27 – Alessandria, Sabato 6 Luglio 1912.]