Sul Decreto Dignità basta bugie: ecco come stanno le cose

di Susy Matrisciano*

 

Sullo stesso argomento, la posizione di Franco Armosino, segretario della Camera del Lavoro di Alessandria

Sono rimasta basita nel leggere l’articolo pubblicato su Il Piccolo del 18 dicembre scorso relativo alle critiche mosse al Decreto Dignità dall’Amministratore Delegato di Amag e del vice sindaco di Alessandria. Questi ultimi arrivano a dichiarare che la multiutility alessandrina sarà costretta a lasciare a casa 15 dipendenti somministrati a tempo determinato a causa del Decreto Dignità.
Questa affermazione però non trova fondamento nella realtà e nei principi del Decreto che nasce proprio per contrastare la precarietà e lo smodato utilizzo del lavoro somministrato, obbligando le aziende private, dopo 24 mesi in presenza di causale specifica, a trasformare i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato.

Non trovando corretto quanto affermato nell’articolo sono andata sul sito del Gruppo Amag per capire quali fossero le procedure per la selezione e l’assunzione di personale e mi sono imbattuta nel “Regolamento per il reclutamento del personale” datato 29 giugno 2018. All’articolo 1 si può chiaramente leggere che restano fuori dal campo di applicazione del regolamento: “i contratti di somministrazione lavoro o i contratti di lavoro a tempo determinato di durata inferiore o pari a 12 mesi resisi necessari per far fronte a carenza di personale contingenti non previste e non prevedibili. I contratti di lavoro stipulati in tale contesto non potranno essere convertiti a tempo indeterminato”.

Negli articoli successivi il regolamento norma le procedure di assunzione che prevedono la pubblicazione di un avviso e l’espletamento di un concorso, esattamente come avviene nella
Pubblica Amministrazione. Personalmente condivido totalmente questa modalità di
accesso improntata su principi di trasparenza.
Non è assolutamente vero però che non sia possibile attribuire un punteggio maggiore a chi ha già maturato un’esperienza sul campo in quanto non esiste un vero ostacolo giuridico che impedisca di organizzare un concorso che abbia tra i requisiti specifici la valorizzazione delle competenze e delle esperienze maturate, posto che Amag ha un regolamento interno che può essere in ogni caso modificato.
Sono anche sicura che questi lavoratori non avranno alcun problema a superare brillantemente una selezione e ottenere così un contratto a tempo indeterminato.

Forse però mi viene da pensare che l’AD Bressan, con le sue dichiarazioni, non abbia alcuna intenzione di stabilizzare tali lavoratori. È molto più semplice attribuire la responsabilità del mancato rinnovo al Decreto Dignità che avere il coraggio di investire in quelle che vengono ritenute “professionalità importanti”.

Il Decreto Dignità infatti, fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle, va proprio nella direzione di incentivare gli imprenditori a stabilizzare tutti quei talenti che per troppi anni sono stati
mortificati dal precariato.

* Portavoce M5S al Senato della Repubblica
Capogruppo M5S 11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)