Monumento a Umberto I [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina.

 

Io a te non ti sto più amico! Questa è la frase che nei tempi andati – i miei tempi ormai lontani – si poteva ascoltare da un bambino, pronunciata all’indirizzo di un amichetto in caso di piccoli litigi o scaramucce…; ora non saprei cosa si direbbero due mocciosi nel caso di un torto subìto.

Qualcuno si chiederà cosa c’entri questo con la cartolina pubblicata oggi nella nostra rubrica. Un po’ di pazienza e lo svelerò.

Nel corso delle mie scorribande per mercatini, soffitte e cantine alla ricerca di cartoline per la raccolta, mi è capitato di imbattermi – abbastanza frequentemente – in Sua Maestà il re Umberto I di Savoia

No! Non il Re in persona! Purtroppo il nostro monarca aveva trovato la morte a Monza il 29 luglio 1900. Perdeva la vita, durante una cerimonia pubblica, per mano di Gaetano Bresci, vile attentatore.

Ecco allora, dopo il terribile misfatto, sorgere in tante città italiane numerosi monumenti in onore ed alla memoria dello sfortunato Sovrano.

Il 13 agosto 1906 anche Alessandria inaugurava il suo bel monumento al Re buono.

Il bronzo, dello scultore Luigi Belli (Torino, 28 febbraio 1848Torino, 25 maggio 1919) era stato eretto al centro di un’aiuola nei giardini pubblici, in un’area che si trova a poche decine di metri oltre il fondo di via Trotti.

Umberto I fu sfortunato e certamente anche l’Italia e gli italiani di allora (ma anche quelli di adesso) e sfortunato fu anche il bronzo che lo ritraeva: per disposizioni ministeriali, a causa degli eventi bellici, venne distrutto per fonderne e riutilizzarne il metallo nel 1943.

Ci hanno rubato il nostro bel monumento al Re e nell’occasione, già che c’erano, hanno pensato di rubare anche la statua – dello stesso scultore – situata nei giardini pubblici; quella dedicata al capitano Giuseppe Franzini.

Occorrevano metalli pregiati per l’industria bellica e così a farne le spese sono stati i nostri monumenti, oltre a molti altri manufatti metallici pubblici e privati.

Forse in seguito a questi furti di stato ha preso corpo il motto Piove, governo ladro… ed io aggiungo che troppo spesso – ancor oggi – lo è anche con il sole… [1]

Quindi da quel lontano 1906 gli editori di cartoline presero a produrre e mettere in commercio – tra gli altri soggetti fino a quel tempo prodotti – anche diversi tipi che mostrano il monumento al Re ripreso da diverse angolazioni ed in tutte le stagioni, con persone a passeggio proprio nei pressi o in perfetta solitudine.

Di solito – come scrivevo poco sopra – si trovano in maniera relativamente semplice cartoline con il monumento raffigurante il monumento al Sovrano… molto meno facile è trovare le cartoline che mostrino in primissimo piano i due bassorilievi che adornavano il basamento della statua.

In questa occasione propongo – oltre alla cartolina con il monumento interamente raffigurato – anche quella con il dettaglio di uno dei due altorilievi collocati sul basamento.

La fotografia del monumento al completo e quella dell’altorilievo da cui sono state ricavate le cartoline, sono state scattate dal fotografo G. B. Mignone, grande maestro dell’arte fotografica ad Alessandria.[2]

Quindi, per concludere, mentre il Monumento veniva tolto per via del bronzo, nei giorni in cui finiva la guerra Alessandria correva a cancellare i nomi (ormai scomodi) di alcune strade e piazze; nella toponomastica cittadina Re, Regine e Principi sono stati sostituiti da altri personaggi.

Alessandria–bimbetta–capricciosa, puerilmente, si è precipitata a cancellare i nomi di chi soltanto qualche anno prima osannava e adulava; non era più amica di alcuni Personaggi.

Alla stregua di un moccioso che grida all’amico Non ti sto più amico! Alessandria aveva cambiato le targhe alle strade, quasi un voler rinnegare un passato che è comunque innegabile.

Quindi ecco spiegato il cappello iniziale a questo mio scritto.

Alessandria e l’Italia di oggi, checché ne dicano alcuni, anche se ha levato di mezzo i suoi Sovrani e ha cambiato i nomi alle strade a Loro dedicate non è certamente migliore.

I governanti ed i politici della prima, seconda o qualsivoglia repubblica non possono assolutamente vantarsi di aver migliorato o portato benessere e progresso a questa sfortunata Nazione

Una sola delle due cartoline è stata spedita; risulta essere partita da Alessandria il 2 febbraio 1909. Interessante curiosare un po’ fra le parole della corrispondenza, giusto per fare un pizzico di pettegolezzo:

“Alessandria, 2 febbraio 1909.

Mio tesoro adorato, sono stato alla posta ieri e non ho trovato nulla; oggi speravo proprio ricevere qualche cosa, ma nulla ancora; stai forse poco bene? Attendo domani; in ogni modo rispondi subito a questa mia come siamo intesi!

Sono due giorni che mi sento assai inverso, non so spiegarmi perché. Ho un mucchio di lettere da scrivere sempre per le solite cose. Sarà bene tu scriva a Roma fra qualche giorno per quello che eravamo intesi. Ho dovuto scrivere anche a Giani (?) per l’acqua. Ho già pensato per te e Cugini andrà anche lui quanto prima; egli ti saluta assai vivamente…Io ti ho sempre fissa in mente e mi togli da qualunque altro pensiero. Salutami tanto Adamo e la sig.ra.

Tu, mia adorata abbiti tanti, tanti baci e sii sempre con me buona ed affettuosa, sarò sempre il tutto (firma incomprensibile).”

E ancora questo scritto dalla parte della fotografia:

“Domani ti scriverò lungamente avrai una lettera. Abbi pazienza per oggi, scrivimi ed amami. (firma incomprensibile).”

Marito? Amante? Fidanzato? Chissà che tipo di relazione univa queste due persone.

Una cosa è certa. Si prova molta tenerezza nel leggere i sentimenti e le emozioni delle persone che certamente non ci sono più. Emozione che mi invade ogni volta che ho modo di leggere frasi d’amore e di profondi sentimenti su cartoline o biglietti che casualmente ho modo di trovare.
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[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Piove,_governo_ladro!
In realtà più che il Governo è ladro qualche poco raccomandabile onorevole senza scrupoli; malfattore.

[2] Fotografi ritrattisti nel Piemonte dell’800 / Claudia Cassio; ricerca fotografica di Sergio Chiambaretta; con saggi introduttivi di Romano Fea, Anna Bondi. – Aosta: Musumeci, 1980.
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Monumento-Umberto-I-(2)
Bassorilievo-Monumento-Umberto-I

Le principali realizzazioni del Comune di Alessandria. Opere stradali – Speciale menzione meritano le opere stradali compiute dal Comune, esclusivamente con i mezzi del proprio bilancio, sia nel concentrico che nei vari sobborghi.

Per la città sono da segnalare:

Pavimentazioni permanenti in cubetti di porfido su sottofondo di calcestruzzo nel vialone della Stazione e in via Savona, piazza Vittorio Emanuele, via Milano, via Vochieri, via Guasco, via Migliara, via S. Lorenzo, via della Vittoria, via Trotti, piazzetta della Lega e piazza Marconi.

Pavimentazioni permanenti in masselli di granito in corso Roma, via Umberto I, via Dante, via Mazzini, via Cavour.

Pavimentazione permanente o semipermanente in conglomerato bituminoso a caldo (Topeka) in Spalto Rovereto e viale Milite Ignoto, via A. Mussolini, via Malta, piazzale piccola velocità e piazzale Littorio.

Trattamento superficiale bituminoso nei viali di circonvallazione, sul cavalcavia del Cristo e in corso Acqui, corso XX Settembre, strada del campo contumaciale, via Marengo, strada Orti-Ponte Tanaro.

Sistemazione primordiale a mac-adam o con marciapiedi rilevati nelle zone di espansione della città.

[ATTIVITÀ E OPERE PUBBLICHE della Provincia di Alessandria nel tempo fascista – Fascicolo speciale della Rivista «Alexandria» – Anno VI – Supplemento al n. 8 – Alessandria, Agosto 1938-XVI]