La Fondazione Uspidalet: quell’economia sociale che ci piace, e serve il Paese [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

 

Il teatro Alessandrino gremito come nelle grandi occasioni, la simpatia di Gianmaurizio Foderaro, matador della serata, le battute sagaci ma profonde di Diego Parassole, le note dell’indimenticabile maestro Vince Tempera, compositore della sigla di Ufo Robot che fece sognare migliaia di bambini degli anni’80, ma soprattutto i 20 mila euro raccolti per il progetto Casa Amica 2 costituiscono il bilancio dello spettacolo di Natale della Fondazione Uspidalet.

Sono in pochi in provincia di Alessandria a non conoscere l’attività della Fondazione che, sotto la sapiente e garbata guida di Alla Kouchnerova, si occupa di foundraising a servizio dei tre ospedali pubblici di Alessandria: l’Uspidalet, ossia l’Ospedale Infantile, l’azienda Ospedaliera “Santi Antonio e Biagio” e il Centro Riabilitativo Polifunzionale “Borsalino”.

Nel corso di questi anni sono stati raccolti 3,5 milioni di euro con i quali si sono potuti acquistare macchinari e strumentazioni all’avanguardia per la diagnostica, la cura e la riabilitazione, con la finalità da un lato di migliorare la qualità delle prestazioni e delle cure erogate, dall’altro di rendere meno gravosa la permanenza nelle strutture ospedaliere per quei pazienti bisognosi di cure riabilitative per periodi lunghi.

Tali contributi si sono rivelati assai preziosi in un periodo di scarsità di risorse pubbliche, anche per la difficile situazione finanziaria della Regione Piemonte, che solo lo scorso anno è uscita dal Piano di Rientro imposto a livello nazionale, ed hanno contribuito a mantenere la sanità alessandrina a livelli di eccellenza.

La Fondazione fa parte di quel vasto mondo no profit, cui la riforma del Terzo Settore ha provato a dare una chiara regolamentazione, ossia di quell’insieme di organizzazioni che producono beni/servizi e gestiscono attività fuori dal mercato o, se operano nel mercato, agiscono con finalità non lucrative, senza distribuire ai propri soci o dipendenti gli eventuali profitti, ma al contrario usano questi profitti per aumentare la quantità e migliorare la qualità dei servizi erogati.

Il no profit è quindi una terza dimensione dopo lo Stato (primo settore) e il Mercato (secondo settore), non legata al profitto. Essa riveste un ruolo fondamentale per la tenuta sociale e l’economia del nostro paese: in Italia sono 336.275 le istituzioni no profit attive, che impiegano 5 milioni 529 mila volontari e 788 mila dipendenti.

L’Italia sociale è una delle parti migliori del nostro Paese, grazie ad un universo che attraverso forme di volontariato, di impresa, di cooperazione si mobilita e si impegna per il bene comune: anche ad Alessandria c’è un pezzo importante di questa Italia sociale di cui dobbiamo essere orgogliosi.