Alessandrini, siete soddisfatti della nostra sanità? Io no! E sul ‘caporalato’ dei migranti…[Le pagelle di GZL]

Il Servizio Sanitario Nazionale è ancora sostenibile, e come? Il sistema salute al centro di un dibattito alessandrino CorriereAl 1di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Sanità: “Fatti sentire: ecco l’indagine di customer satisfaction dell’Ospedale di Alessandria”, un invito a nozze e mi sono fatta sentire. Quando parlano di sanità e liste di attesa “vedo rosso”: dalla Sanità locale: “L’Ospedale che verrà: meno attese e sprechi, più ricerca”. Bel Piano Strategico, peccato che poi vai all’ospedale e ti senti dire che per un’ operazione chirurgica l’attesa è di oltre 15 mesi, per una cataratta oltre 24 mesi, per un calazio 6 mesi. Per accertamenti, una visita fisiatrica o un problema sanitario qualsiasi, per non invalidarsi, peggiorare il problema o lasciare anzitempo questo mondo si deve ricorrere al privato, perché il “cancro” della sanità pubblica in questa Regione si chiama ‘lunghe liste di attesa’. Da quanti anni sento parlare di promesse per accorciare le liste di attesa? Questa critica per adesso non è diretta al nuovo Direttore ASO, Giacomo Centini: arriva da altra Regione ed è nuovo rispetto alla politica sanitaria piemontese. La critica va alla Regione. Ultimamente si intensificano i “doni” pre-elettorali dalla Regione stessa. Cito dall’articolo di cui sopra: “Il Piano Strategico dell’Azienda Ospedaliera per il quinquennio 2018-2023 è stato presentato martedì davanti a tutte le autorità cittadine e all’assessore regionale Antonio Saitta. Proprio la Regione ha detto sì al superamento del tetto di spesa per il 2019 riguardo al fabbisogno di personale: ai 2.4 milioni di euro in più registrati nell’ultimo anno se ne aggiungeranno altrettanti anche nei prossimi 12 mesi” .Sì Assessore, come sempre a parole! Unica speranza rimane nel nuovo Direttore generale dell’Aso che ha espresso tale promessa: “Ogni traguardo da raggiungere avrà il suo referente diretto all’interno della nostra azienda, con tempi e scadenze già prefissate e che ogni cittadino potrà verificare sul nostro portale ospedale.al.it, in nome di un patto e di una trasparenza concordati col territorio. I reparti che sapranno dimostrarsi più efficienti e in grado di valorizzare al meglio le risorse a disposizione con progetti ambiziosi saranno presi in maggior considerazione, dal punto di vista degli investimenti, il tutto con minori attese, minori disservizi e sempre meno incomprensioni con i nostri pazienti”. Speruma ben! Nel frattempo se ciò non avverrà, facciamolo sapere al Ministero: “Liste di attesa: al via numero di pubblica utilità 1500, servizio sperimentale per l’informazione e l’ascolto dei cittadini”.
Ok! Quindi in caso di necessità comporre il numero 1500 del Ministero, facciamoci sentire.
Voto: 2

 

 

2) “Tu c’hai idea de quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”. Salvatore"Coltivare il buon lavoro: cibo, agricoltura, migranti": giovedì ad Alessandria il convegno regionale Cgil e Flai Piemonte [Cgil Alessandria] CorriereAlBuzzi, braccio destro e sodale di Massimo Carminati nella cupola affaristica (semi politica), intercettato, svelava qual è il suo business principale. Lui, signore delle Coop, lo diceva chiaramente in un’intercettazione: “il traffico di droga rende meno e gli imprenditori devono essere nostri esecutori, devono lavorare per noi”. Già, questo a Roma. ma il business immigrazione e il relativo sfruttamento ha ammorbato tutto il paese grazie ad una politica in tutt’altro impegnata e in alcuni casi interessata. Arriviamo ai titoloni dei giorni scorsi di casa nostra: “Caporalato fra i pomodori: immigrati portati nei campi dalla città. La paga? Mezzo euro a cassetta” mi portano a dire: “hanno scoperto l’acqua calda, ma dove sta la novità”? Tali reati, tale disordine e possibile che nessuno se ne sia mai accorto prima? Chi è che si è sempre girato da un’altra parte? Da almeno cinque anni la politica nazionale, Governi e Viminale hanno accolto e abbandonato al loro destino immigranti economici, tramite le Regioni e le Prefetture che li hanno rifilati ad ogni cooperativa sorta dal mattino alla sera, ammucchiati in ogni pertugio libero che fosse adeguato o no. Proprietari di alberghi in disarmo, di abitazioni fatiscenti tramite cooperative si sono infilati nel business, incassando milioni di euro e non occupandosi di nutrire, scolarizzare, curare e soprattutto controllare. Lo Stato, le Regioni, le Prefetture stesse una volta ‘piazzati’ gli immigrati hanno vestito i panni di Ponzio Pilato, e i cocci sono rimasti a noi cittadini, che dobbiamo subire, e con le nostre tasse mantenere tutto l’ambaradam. Dall’articolo emerge la realtà: chissà quante altree simili ne esistono nel paese. I braccianti stipati su un ‘telonato’ erano 18, tutti provenienti da Ghana e Benin, tutti tranne due richiedenti asilo, e affidati a cooperative. Sul coinvolgimento di quest’ultime: pare che non sapessero ciò che facevano i loro “assistiti” fuori dai luoghi d’accoglienza. Domanda: perché non vengono pubblicati i nomi delle cooperative? Condivido la frase del Sindaco Cuttica che ha trovato inquietante che gli affidatari non sapessero come e dove i loro assistiti passassero la giornata. Regioni, Prefetture e cooperative: per loro zero responsabilità su azioni e comportamenti di chi si prendono in carico da accudire? Intanto certe verità vengono fuori in questi giorni: Renzi trattò con l’Europa di accogliere e trattenere più migranti in cambio di flessibilità.
Voto: 2

 

3) Giornalisti e politici: argomento difficile perché è complicato manifestare pubblicamente il proprio punto di vista quando si tratta non di politica ma dei grandi professionisti dell’informazione. Quindi per compiacere meglio tacere? Non io. Tutto parte dalle accuse e insulti da parte del Movimento 5 Stelle, dopo l’assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi: da Alessandro Di Battista, “pennivendoli e puttane” e dal vicepremier Luigi Di Maio,“infami sciacalli”. Parole oltremisura. Può starci pennivendoli, sciacalli ma infami e soprattutto puttane proprio no, potevano evitarlo. Ma perché Di Maio e Di Battista sono giunti a questo sfogo estremo? Questa pagella mi è stata stuzzicata dalle due pagine de Il Piccolo di venerdì 16 novembre: “Giornalisti e informazione raccontati da grandi penne – Puttane, sciacalli e pennivendoli. Un attacco durissimo è stato sferrato al sistema dell’informazione. Per raccontare il mestiere delle parole ci siamo affidati alle grande firme”. Ora tralasciando i nostri giornalisti locali, professionisti che fanno il proprio mestiere raccontando cronaca e politica di casa nostra in modo corretto, avrei invece qualcosa da dire sulla stragrande maggioranza dei grandi quotidiani nazionali, su chi li dirige e chi firma gli articoli di maggior rilievo, in genere ‘salottieri’ delle TV, da dove dispensano il cosiddetto “pensiero unico”, subordinandosi a poteri di sicuro ed evidente riferimento. Aggiungo gli editori, che evidentemente o stimolano o comunque approvano titoli e articoli che vanno in certi casi oltre l’etica, nel ‘girare la frittata’ per far apparire le cose in modo non sempre veritiero, e senza quel minimo rispetto che deve essere la base del buon giornalismo. Da quando si è formato questo Governo (forse anomalo, ma se non altro NON un Governo tecnico dei poteri forti europei a riproporci lacrime e sangue) tutti i grandi quotidiani non hanno fatto altro che dileggiare, sbeffeggiare, attaccare a dare man forte ai poteri extra nazionali. Estrapolare particolari incompleti da dichiarazioni, per portare al lettore una realtà manipolata o far dire ciò che non è stato detto: quante volte l’ho verificato? Ed ecco una reazione forte da chi forse non ne può più di attacchi simili: anche l’animale più pacifico reagirebbe. Mai nei miei ricordi ho assistito al massacro di un politico come si è tentato di fare in questi mesi con il vicepremier Salvini: tutti i poteri forti in ogni ambito sono contro di lui. Il grande giornalismo nazionale su carta, web e TV si è compattato in una forma partitica, esercitando una massiccia e continua propaganda politica a difesa di chi a marzo ha perso le elezioni. Questo è chiaro ed evidente anche per uno stolto. Il risultato è la nausea che ha portato a non leggerli ed a evitare certe trasmissioni TV. Chi ci sta rimettendo? La faccia dei professionisti (i pennivendoli) della grande informazione e la pubblicità, molto utile per mantenere editori e i lavoratori dell’informazione. Si dessero una calmata ed iniziassero a informare correttamente e realmente, lasciando ‘dietro il cantone’ le loro ideologie.
Voto: 5