Zampino (La Pieve): “Sui colli tortonesi c’è un patrimonio immobiliare ancora tutto da valorizzare: dalle seconde case alle strutture commerciali e industriali”

“Ho deciso di operare in questo settore nel 2003, all’inizio della crisi dell’immobiliare, aprendo la mia attività da zero: scelta che si spiega solo con una grande passione per le colline tortonesi. Ma anche per i rapporti umani, che sono fondamentali se vuoi proporti come consulente in modo credibile”. Rinaldo Zampino, fondatore e titolare de La Pieve srl di Viguzzolo, trasmette immediatamente l’entusiasmo per il suo mestiere, e l’amore per il territorio in cui opera: “fino ai quarant’anni ho fatto altro: ero un tecnico di cantiere, ho lavorato per primarie realtà fra Alessandria, Liguria, Friuli. E proprio occupandomi della metanizzazione della Val Curone ho scoperto la bellezza di questo lembo di alessandrino: ma anche delle Valli Grue e Ossona, della Val Borbera, dell’Oltrepò. E mi è parso che mancasse un pezzo del puzzle, ossia una figura di intermediario capace di far incontrare domanda e offerta sia nel settore residenziale, soprattutto seconde case, sia sul fronte degli immobili commerciali: dai bar ai capannoni industriali, per intenderci. Senza trascurare le tenute agricole, in particolare vitivinicole. E poi buon intermediario immobiliare sa ‘vendere’ il territorio nel suo complesso, a partire dalla cultura e dai prodotti tipici”.

Lucida anche la decisione di collocare l’attività non a Tortona (“dove sarei stato forse il cinquantesimo, o cinquantunesimo) ma a Viguzzolo, ossia in un paese ‘porta’: ossia alle porte della Val Curone, ma anche in qualche modo dell’Oltrepo, e del milanese. “Sono stati proprio i lombardi – spiega Zampino, che è anche delegato Fiaip per il distretto del tortonese -, i miei clienti più significativi, soprattutto nei primi anni. Persone che cercavano e cercano una seconda casa sulle nostre colline, ma volevano qualcosa di particolare e vissuto: con un’anima, una storia raccontata anche attraverso la pietra, i mattoni, il panorama”. Un mercato, quello delle seconde case dei milanesi, che ha conosciuto un ‘brusco’ rallentamento a partire dal 2010: “e vorrei vedere – sorride Zampino, con le mazzate che sono arrivate sul patrimonio immobiliare a partire da quegli anni, i nostri politici sono riusciti a mettere in crisi non solo le compravendite, ma l’edilizia e tutta l’economia italiana. Basta verificare l’attuale capitalizzazione dell’intero patrimonio immobiliare privato del 2018, rapportato al 2005 o 2006, per capirlo perfettamente. Scelta miope: speriamo lo abbiano compreso. Come Fiaip attendiamo segnali concreti”.

Intanto però Rinaldo Zampino non rimase con le mani in mano: “Non è da me: e per fortuna non avendo dipendenti ho ‘retto’ l’urto meglio di altri. Dal 2010 comunque, e direi fino ad un anno fa, mi sono dedicato prevalentemente alla valorizzazione degli immobili commerciali: dalle attività commerciali, alle aree industriali ai capannoni industriali, alla logistica grazie anche alla collaborazione di colleghi specializzati nel settore commerciale e industriale , lavorando in sinergia. Perché questa è la chiave di tutto. Una nicchia che certamente richiede competenze e specializzazione, e che era in questa parte della provincia piuttosto scoperta: al contrario del residenziale cittadino tortonese ad esempio, su cui esiste una concorrenza spietata, ed un mercato certamente asfittico”. Il tortonese del resto, crisi o non crisi, rimane un’area logisticamente molto interessante, ‘a cavallo’ fra diverse regioni, perfettamente servita da snodi autostradali: “la richiesta c’è, ed un comparto, quello commerciale-industriale, che ti consente di entrare in contatto con realtà aziendali di prim’ordine, compresi costruttori che diventano al tempo stesso clienti. Il tutto naturalmente senza trascurare il mercato delle seconde case, che da un anno ha per fortuna ripreso, se non a correre, comunque a muoversi e respirare”.

Ma quali sono le aspettative del settore per il 2019? Rinaldo Zampino dubbi non ne ha: “la passione è quella di quindici anni fa: spesso si lavora la domenica, perché appunto i milanesi approfittano dei festivi per visitare le nostre colline per turismo, ma anche per visionare immobili. E se c’è la passione, i risultati vengono sempre: ovviamente però il nostro settore non è avulso dalle sorti dell’economia, e del paese. Come Fiaip insisteremo a chiedere al Governo maggior attenzione e flessibilità verso un settore che può essere moltiplicatore di ricchezza per tutti, a patto di non tartassarlo con balzelli insopportabili. Importanti sono i meccanismi che sono stati introdotti nei centri zona sul fronte degli ‘accordi territoriali’. Non sarebbe male però se, ad esempio, la ‘cedolare secca’ sugli affitti, almeno al 21% se non al 10%, fosse estesa anche a tutti gli immobili di tipo commerciale e industriale: che sono quelli in cui si crea davvero ricchezza, ma anche sviluppo e occupazione per un territorio”.

Ultima, ma non marginale riflessione, quella sulla comunicazione nel settore: “Ci ho sempre creduto molto: una comunicazione ben fatta, accanto ovviamente alla reputazione e alla credibilità che ti crei nel tempo, sul campo, rappresenta una leva fondamentale per crescere. Quando ho cominciato, 15 anni fa, la carta era ancora centrale: dai periodici specializzati in compravendite, ai giornali locali. Da alcuni anni La Pieve investe invece in maniera significativa sul web: da un sito costantemente aggiornato e interattivo (contiene anche un blog tematico in cui affronto le principali questioni di interesse per il cliente finale), ad un adeguato posizionamento sui motori di ricerca e sui social”.

E. G.