E’ giusto finanziare con soldi pubblici campagne informative ed enti che vanno contro ad un diritto sancito dalla legge? E’ proprio questo che si propone di fare una mozione presentata nei giorni scorsi da alcuni esponenti della maggioranza: fare in modo che il Comune (quindi gli alessandrini) elargisca “congrui finanziamenti” agli enti antiabortisti.
Nel leggere la mozione, da donna, sono combattuta tra la rabbia e l’incredulità: a quarant’anni dall’entrata in vigore delle legge che ha reso l’aborto legale (era il 22 maggio 1978) trovo surreale che alcuni esponenti politici alessandrini tentino di ostacolare la libera scelta delle donne (mettendo mano alle nostre tasche, non dimentichiamolo), emulando il provvedimento paradossale approvato recentemente dal Comune di Verona.
Ritengo perciò che lottare contro questa mozione sia un dovere, una battaglia di civiltà, a difesa dell’importanza della libertà di scelta e contro ogni forma di terrorismo psicologico che tenti di minarla.
Ognuno la pensi come vuole, ci mancherebbe, ma è inaccettabile che le risorse pubbliche vengano impiegate per sostenere misure retrograde dal sapore anni ’50. Oltre ad essere un affronto alla libertà, al ruolo della donna, al progresso sociale, se la mozione fosse approvata sarebbe un affronto al buon senso, alla luce delle condizioni finanziarie in cui versa il Comune.
Con questo non voglio dire che il tema vada affrontato con leggerezza o che non vada affrontato. Tutt’altro. L’aborto, che è un diritto (non dimentichiamolo mai) per una donna è sempre una sconfitta. Ben vengano quindi le soluzioni, gli investimenti pubblici che mirano a fare in modo che una donna non si trovi nelle condizioni di dover scegliere di interrompere una gravidanza: dall’educazione sessuale alla contraccezione gratuita, fino a strumenti di welfare per conciliare il lavoro e la famiglia. Sono queste le strade da percorrere, quelle che fanno crescere una società.
Ad Alessandria, che con enfasi la mozione vuole proclamare “città della vita”, io preferisco di gran lunga “Alessandria, città della libertà” e credo di non essere la sola. Dopotutto, che vita sarebbe senza la libertà?
Sonia Fogagnolo
candidata del M5S per la Regione Piemonte